Noi de “L’ALTRA SCIACCA” pensiamo sia giusto occuparci della salvaguardia dei nostri beni culturali e, tra questi, rientra anche la Basilica di San Calogero che, collocata sulla parte più alta della città, è meta di pellegrinaggio e preghiera.
La Basilica attualmente, però, verte in condizioni piuttosto difficili. L’umidità, generata dalle stufe naturali e vaporose, sta compromettendo la struttura, i suoi affreschi, le mura, nonché la stabilità di una statua, quella di Santa Maria Maddalena, che si sta lentamente staccando dall’angolo in cui è posta creando disagi e una situazione di pericolo.
Inoltre, recentemente, sono venuti alla luce alcuni altarini laterali di pregevole valore artistico che andrebbero restaurati.
Non è certo un problema di nuova data ma fino ad ora non era mai stato preso seriamente in considerazione, adesso, con l’aggravarsi della questione, urgono interventi decisi e mirati.
Il Parroco della Basilica, Padre Davide Mordino si è mosso subito. I progetti principali dovrebbero prevedere l’eliminazione del marmo che riveste buona parte delle mura della Basilica permettendo agli stessi di respirare, togliere la muffa depositatasi negli anni e intonacare nuovamente. Seguirebbero, poi, gli interventi sui dipinti e sull’altare.
Nel cercare di risolvere il problema, è venuto alla luce il fatto che la Basilica risulta di proprietà delle Terme di Sciacca, insieme alle Stufe e all’albergo adiacente alla Chiesa, realizzato e mai aperto. Di conseguenza, è l’ente termale che dovrebbe finanziare i lavori, un ente che, come sappiamo, si trova in condizioni economiche disastrose.
E gli altri enti?
La Sovrintendenza ai Beni Culturali di Agrigento, contattata e sollecitata, ha eseguito dei sopralluoghi all’interno della Basilica, si è resa conto della veridicità del problema ma non ha i fondi per intervenire. L’unica cosa in loro potere è guardare, esaminare, verificare e approvare tanto i progetti presentati per la sistemazione della Chiesa quanto i lavori, quando un giorno cominceranno.
Nel frattempo, l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali è stato veloce nel far sapere che la questione non è di loro competenza ma che potrebbero pure dare un piccolo contributo economico. Naturalmente non adesso ma dopo le elezioni nazionali e regionali.
E la Curia? Per tutto quello che riguarda restauro, manutenzione, presentare e realizzare progetti di riqualificazione delle Chiese vi sono gli enti pubblici preposti e non è competenza loro. La Chiesa appartiene alla Curia solamente dal punto di vista religioso. Anche la Curia, però, potrebbe contribuire economicamente in parte attraverso i fondi dell’ “otto per mille”.
E il Comune? L’ente cambia ma non la risposta: anche se risolvere il problema non fa parte delle loro competenze, metteranno in preventivo nel bilancio una piccola somma da devolvere alla Basilica per finanziare i primi lavori.
Una volta espletato l’iter pubblico e chiesto a chi di dovere, rimane la possibilità di affidarsi anche a banche o ad “enti” privati, i quali, naturalmente, pur non essendo di loro competenza, possono contribuire in nome di amicizie personali, di amore per l’arte o gesti filantropici.
Infine, rimane l’ “ente” più nobile: i fedeli che, in nome dell’amore per la Basilica e per il Santo tanto venerato in città, possano dare una mano sotto forma di offerte facendosi trasportare, di sicuro, più dal cuore che da burocrazia e formalismi.
Cosa ne consegue? Ne consegue che, una volta raccolti i fondi necessari, cominceranno i lavori, quanto meno per la messa in sicurezza della statua e, in generale, per effettuare gli interventi più urgenti e l’amara considerazione che, in mancanza di interessi particolari, non si muove nulla in Italia e in Sicilia.
Pingback: San Calogero… pensaci tu! /2 — Associazione di promozione sociale L’ALTRA SCIACCA