Proseguiamo il nostro excursus tra i saccensi che hanno dato lustro in Italia e nel mondo al nome della nostra città e, dopo Accursio Miraglia, ci occupiamo del celebre musicista Cataldo Amodei.
Cataldo Vito Amodei (o Amodeo) nacque a Sciacca da Gaspare ed Antonina, la data è alquanto incerta ma il suo battesimo è registrato per il 6 maggio 1649. Fin da tenera età si accostò all’arte della musica, era cantore nelle chiese più in vista della città, suonava zufoli che lui stesso costruiva ed era conteso dai migliori salotti della nobiltà saccense.
Trasferitosi a Napoli ormai ventenne per poter affinarsi nell’arte musicale, si inserì bene nel frizzante mondo artistico e musicale partenopeo ma decise al contempo di prendere gli ordini religiosi presso i teatini.
La sua carriera è un crescendo di incarichi importanti: fu maestro di cappella a San Paolo dei teatini, poi dal 1681 al 1687 fu docente stimato e conosciuto presso il conservatorio di Sant’Onofrio ed, alla fine di quell’anno, fu nominato maestro di cappella presso il conservatorio di Santa Maria di Loreto.
Uno degli obblighi del maestro di cappella, oltre a quello di seguire ed istruire gli studenti, era quello di produrre brani didattici e musica sacra, soprattutto musica corale e mottetti, altrimenti la direzione del prestigioso conservatorio comminava multe salatissime per l’epoca. L’impegno in questo conservatorio era dunque alquanto gravoso e dopo due anni decise di licenziarsi anche perché, a causa della sua salute cagionevole, non riusciva a tenere questi ritmi didattico-artistici.
Morì nel 1695 e tutti nell’ambiente napoletano salutarono la scomparsa di un musicista capace, uno dei più importanti della città. Cataldo Amodei lasciò una vasta produzione di musica, soprattutto sacra, mottetti, oratori, composizioni liturgiche, cantate ma anche cantate profane dove riesce a far aderire con maestria la musica al testo poetico.
Non tutte le sue opere vennero pubblicate, tra queste le più importanti sono la serenata “La sirena consolatrice” e le Cantate del 1685 (tredici brani) le quali presentano una particolarità: le partiture furono pubblicate a stampa, cosa assolutamente non abituale a quel tempo in quanto la trasmissione avveniva sempre attraverso il semplice manoscritto autografo dell’autore.
Le sue opere sono state interpretate da importanti musicisti e cantori, ulteriore testimonianza esemplificativa del fatto che Cataldo Amodei rappresenti di sicuro un altro dei grandi artisti a cui la nostra città di Sciacca ha dato i natali.
Calogero Parlapiano
Riferimenti bibliografici:
“Musiche rinascimentali siciliane, Cataldo Amodei: Cantate a voce sola 1685” – a cura di Giuseppe Collisani;
www.svil.radio.rai.it/filodiffusione/auditorium;
www.cd.melon.com.