Noi de L’AltraSciacca, tra le varie tematiche di cui ci siamo occupati, abbiamo spesso affrontato il problema dell’amianto e dell’impatto sanitario ed ambientale che può avere sul nostro territorio. Le discariche abusive, i costi eccessivi a cui ottemperare per smaltire in maniera corretta e legale questo pericoloso materiale, il ruolo delle istituzioni sanitarie e politiche locali sulla vicenda, il balletto delle responsabilità circa a chi competa effettivamente sgombrare le vie cittadine da questi rifiuti, i doveri dei proprietari delle strutture in amianto, i rischi circa la contaminazione dell’aria, dei terreni e delle falde acquifere quando l’amianto viene abbandonato alle intemperie ed allo scorrere del tempo senza che nessuno si degni di smaltirlo adeguatamente. Queste sono solo alcune delle domande che noi ed al tempo stesso molti cittadini si pongono su un problema che non è sicuramente da sottovalutare.
A tal riguardo riportiamo un interessante approfondimento di Calogero Parlapiano pubblicato sullo scorso numero del settimanale locale “Controvoce”, cercando in questa maniera di fare un po’ di chiarezza su un tema di cui spesso si conosce davvero poco.
Sciacca si confronta giornalmente con numerosi problemi, alcuni di questi interessano anche la salute non solo del nostro territorio ma anche di tutta la cittadinanza che vi risiede. In particolare ci riferiamo alla questione dell’amianto che tanto scalpore provoca nelle discussioni di tutti ogni qualvolta si nomina tale parola. Per affrontare meglio il problema abbiamo interpellato il Dott. Vincenzo Pinella, responsabile della salute pubblica e del Poliambulatorio ASL ed il Dott. Buscarnera.
Occorre fare delle precise distinzioni in materia di amianto. Si deve saper discernere dalle strutture in amianto perfettamente mantenute dai proprietari da quelle abbandonate nelle ormai tristemente note discariche abusive. Tutti coloro che posseggono strutture in amianto non sfibrato non generano in alcun modo pericolo per la salute pubblica e l’ambiente. La normativa invece prevede che bisogna attentamente controllare l’amianto che si disperde nell’aria attraverso le polveri, quello che non è impastato bene col cemento o quello che perde col passare del tempo la propria matrice in cemento e quello non incernierato bene. Ed è il proprietario che deve controllare direttamente e monitorare la situazione in cui versa la propria struttura in amianto. Recentemente, ci spiega il Dott. Pinella, abbiamo fatto un censimento completo di tutte le strutture in cemento-amianto, un censimento che comprende sia le strutture conservate bene sia quelle che versano già in una condizione di degrado. In generale abbiamo prescritto a tutti i proprietari di monitorare la loro situazione in maniera continua e precisa e contestualmente di intervenire segnalando all’ASL ogni problema di sorta.
Inoltre quando abbiamo riscontrato una situazione di degrado già evidente abbiamo intimato al proprietario di ottemperare alla bonifica attraverso lo smaltimento o attraverso delle procedure chiamate di verniciatura o incapsulamento. E’ chiaro che poi esistano delle situazioni non a norma, nelle quali spesso non si seguono le prescrizioni consegnate, creando dal nulla discariche abusive.
Ma è bene precisare che il fatto che siano presenti nel nostro territorio discariche abusive non significa necessariamente l’esistenza di un pericolo enorme o ravvicinato, se le lastre di amianto si presentano ancora in maniera compatta le fibre non si disperdono. “Il problema forse è un altro, ossia che la Sogeir non è una ditta specializzata allo smaltimento dell’amianto, neanche se noi dovessimo portare i nostri rifiuti alla discarica principale situata vicino al campo sportivo. L’unica spiegazione che posso darmi delle eccessive spese richieste all’utente per lo smaltimento dell’amianto risiede nel fatto che la Sogeir forse si appoggia a delle ditte esterne, esperte nello smaltimento di questo tipo di rifiuto facendo in pratica da un lato da intermediario tra la ditta veramente specializzata ed il privato, e dall’altro facendo lievitare ulteriolmente i costi. Se ciò fosse vero e confermato, si tratterebbe comunque di una forma di intermediazione tutta siciliana in quanto deve essere il proprietario della struttura in amianto a stipulare il contratto direttamente con la ditta preposta allo smaltimento, quindi senza intermediari”.
Per quanto riguarda più nel dettaglio le discariche abusive, il Dott. Pinella ci spiega come, se non esiste un problema di impatto sanitario alla breve distanza, alla lunga potrebbe esistere invece concretamente. “Col passare del tempo, questi tipi di rifiuti si logorano e possono contaminare il terreno o le falde acquifere dell’area in cui sono abbandonati. Questi rifiuti devono essere raccolti prima possibile, devono essere seguite tutte le norme sanitarie del caso e devono essere smaltiti dagli enti preposti a farlo. Si deve vigilare attentamente su questa vicenda. Se un privato cittadino, contravvenendo alla legge, abbandona questo tipo di rifuti si può fare al massimo una denuncia contro ignoti perchè non si conosce l’autore del misfatto ma se è il Comune a rifiutarsi di agire e di risolvere questo problema, esso è responsabile e deve muoversi attivamente per lo smaltimento di tutti i rifiuti abbandonati sui terreni, aree e strade comunali. Evidentemente non può invece intervenire sui rifiuti collocati su terreni di privati cittadini.
Pur non essendo questa una giustificazione, mi sento inoltre di condividere chi denuncia gli eccessivi costi richiesti per lo smaltimento dell’amianto, un privato cittadino, con tutte le spese che il mantenimento di una famiglia comporta, non riesce a sorbarcarsi sei, sette, otto mila euro di spese per fare il proprio dovere. Tempo addietro avevo proposto alla pubblica amministrazione di munirsi di convenzioni per fare in modo di ottenere smaltimenti a prezzi bassi, fissi e controllati ma nessuno mi ha dato retta e la cosa è ormai stata tralasciata da chi di dovere.
Anche la legge non viene certo incontro ai cittadini, la burocrazia è lunga e farraginosa. La procedura di smaltimento dovrebbe addirittura partire coinvolgendo un tecnico che faccia una relazione scritta del caso, questa poi passa all’ASL, poi torna al proprietario che a sua volta… insomma la burocrazia è lunga e cara e non è possibile pagare certe cifre”.