E qualche settimana fa ne parlava anche Calogero Parlapiano su Controvoce:
Qualche mese fa è uscito nelle sale cinematografiche di tutto il mondo un gran bel film diretto dai fratelli Coen dal titolo: “Non è un paese per vecchi”. Parafrasando le intenzioni del titolo della pellicola cinematografica, potremmo tranquillamente affermare che anche per la nostra Sciacca è così.
Le persone che fanno parte della fascia più avanti con l’età si ritrovano spesso a gironzolare per la città senza meta e senza appoggio alcuno. E dire che le statistiche Istat paventano una presenza in tutta Italia di circa 10 milioni di anziani (oltre 65 anni) e di 16 milioni di pensionati e, tra questi, ben 6 milioni sono praticamente soli non avendo parenti, amici o vicini di casa su cui contare. E la solitudine spesso uccide maggiormente rispetto alla mancanza dei fattori di primaria importanza.
In tutta Italia, così come a Sciacca, il numero degli anziani che hanno un reddito insufficiente a provvedere alle necessità quotidiane è in continuo aumento ma nessuno sembra preoccuparsene più di tanto. Avete mai provato a chiedervi dove possa andare un anziano a Sciacca o di cosa potesse avere bisogno durante la sua giornata tipo? Le uniche mete per così dire sicure risultano essere la locale Villa Comunale di cui conosciamo bene le attuali condizioni di degrado strutturale ed igienico e, per i più volenterosi, una passeggiata in piazza Scandaliato o all’interno della Villa delle Terme la quale anch’essa spesso non brilla. Ma quest’ultima situazione riguarda certamente un altro problema.
L’amministrazione locale molte volte cerca di risolvere o aggirare la questione proponendo soltanto qualche bella gita fuori città, evento positivo se non fosse che, di solito, se ne organizza solamente una all’anno e che in pochi ne possono godere al cospetto delle diverse centinaia di anziani locali.
A questa situazione potremmo aggiungere altre due considerazioni.
La prima è che a Sciacca ancora non ha visto mai la luce una vera e propria Casa di Riposo per Anziani considerando le annose vicissitudini che si sono perpetrate ai danni delle strutture site in contrada perriera ed in contrada isabella.
Quando i nostri nonni avranno la possibilità di poter usufruire di una bella ed accogliente casa di riposo sul suolo locale?
La seconda è che l’assistenza domiciliare agli anziani viene effettuata spesso soltanto per pochi mesi all’anno o comunque procede di solito a singhiozzo a seconda delle esigenze e dei fondi che il Comune si trova a disposizione.
E’ possibile che al giorno d’oggi si pensi a tagliare qualsiasi spesa a danno delle categorie economicamente più svantaggiate?
Una delle poche voci a sostegno di questa grande fetta di cittadini così risulta essere l’associazione “SOS Anziani” di cui si fa grande promotore il presidente Vincenzo Truzzolino mentre la sarabanda dei politici decide di ricordarsene solamente nel periodo delle elezioni dando atto, unicamente in quel momento, della forza numerica e propositiva di questa categoria.
Del resto che senso ha spendere tanti finanziamenti per andare a promuovere i nostri prodotti in Giappone o in America quando i nostri concittadini invece subiscono l’onta dei tagli e della non assistenza?
Praticamente ci ritroviamo così ad avere una delle poche città con quarantamila abitanti né a misura di giovane, né a misura di anziano. Tanto per fare qualche altro piccolo esempio, dov’è il nostro palazzetto dello sport? Quando vedranno la luce le nostre piscine comunali abbandonate da anni? E’ possibile che un giovane sia costretto dai fatti a non praticare sport se non presso strutture private ed a pagamento?
In un famoso telefilm si recitava spesso la frase: “Quello che tu sei, io ero e quello che sono, tu sarai”. Mai detto è stato più indicato di questo per la nostra attuale condizione. Le generazioni si avvicendano continuamente ma i problemi, le tematiche legate al mondo dei giovani quanto al mondo della terza età sono sempre le stesse.
Alla resa dei conti oltre che chiederci quindi cosa fanno e come vivono oggi gli anziani locali, dovremmo noi tutti, giovani, autorità, mondo ecclesiale, mondo del lavoro, domandarci cosa faremo domani e come vorremmo vivere poiché anche noi lo diventeremo in futuro ed allora sarà troppo tardi per esclamare che questo non è un paese per vecchi.
Calogero Parlapiano