Il nuovo gestore del servizio idrico non paga l’acqua ricevuta e si è arrivati alla clamorosa iniziativa del Consorzio Tre Sorgenti, che vantando un credito, dopo sei mesi di fornitura, di oltre 1,2 milioni di euro e non essendo pagato, ha chiesto al giudice il fallimento di Girgenti acque.
Forti di questa nuova nuova importante notizia, i sindaci e gli amministratori della provincia di Agrigento, contrari alla privatizzazione dell’acqua, si sono dati appuntamento ieri pomeriggio nell’aula consiliare del Comune di Burgio per mettere a punto le strategie per riprendere e continuare con forza la battaglia finora sostenuta.
Noi de L’ALTRASCIACCA eravamo presenti in qualità di rappresentanti provinciali del Forum regionale dei movimenti per l’acqua pubblica. Alla presenza di numerosi cittadini, dopo un lungo ed interessante dibattito, è stato approvato all’unanimità e sottoscritto dai sindaci presenti (il nostro primo cittadino non c’era) un importante documento con cui preliminarmente viene dato atto che:
– Per opporsi alla privatizzazione del S.I.I. è stato costituito due anni fa il Comitato dei Sindaci agrigentini contrari alla privatizzazione del servizio idrico;
– Con deliberazione n. 1 del 18 gennaio 2007 il Commissario ad acta, nominato dall’ARRA, sostituendosi all’assemblea dei Sindaci, ha approvato l’esito della gara per l’affidamento in concessione del servizio idrico integrato ed ha proceduto all’aggiudicazione all’unica ditta partecipante, l’ati Girgenti acque spa.
– Contro tale deliberazione e contro la nomina del Commissario sono stati proposti due distinti ricorsi dal Consorzio d’ambito e dal Comitato dei sindaci contrari alla privatizzazione del servizio. Il Tar Palermo ha rigettato la sospensiva, che invece è stata accolta dal CGA, con rinvio al Tar. Quest’ultimo la scorsa estate ha rigettato entrambi i ricorsi.
– Negli scorsi mesi è stato stipulato il contratto tra il Consorzio d’ambito e la Girgenti acque, con la precisazione di clausole di salvaguardia in caso di annullamento degli atti da parte del giudice amministrativo.
– Dopo la stipula del contratto la ditta Girgenti acque ha ricevuto la consegna delle reti da vari comuni della provincia, tra questi tutti quelli a gestione EAS, ed ha avviato la gestione.
– Altri sindaci hanno gia dichiarato, in altra riunione svoltasi nel Comune di Realmone, di opporsi alla consegna delle reti. Gli stessi hanno ricevuto recentemente invito dal Consorzio d’ambito a procedere alla consegna nei prossimi giorni.
– La nuova gestione da parte di Girgenti acque ha dato luogo a proteste e critiche di amministratori comunali e cittadini, per le gravissime inefficienze nel provvedere alle riparazioni, per la totale assenza di qualsiasi programmazione di interventi finalizzati al contenimento delle perdite, per la esosità dei preventivi relativi ai nuovi allacci, per un quadro di problemi dai quali traspare la totale carenza di organizzazione imprenditoriale e di professionalità adeguati alla gestione di un servizio complesso e di vitale importanza per la vita dei 43 comuni facenti parte dell’ambito.
– Recentemente è stata riportata dalla stampa la notizia che il Consorzio Tre Sorgenti, creditore di Girgenti acque per la fornitura idrica, vantando crediti per oltre 1,2 milioni di euro, ha avanzato richiesta per la dichiarazione di fallimento della società.
Dato atto di quanto sopra, i sindaci presenti:
– reputando avventuroso, ancora di più alla luce dell’esperienza sin qui avuta, procedere nella gestione trentennale al gestore privato del servizio idrico in un ambito territoriale disomogeneo e gravato da storiche carenze di risorse idriche, infrastrutturali e gestionali;
– manifestando fortissima preoccupazione per il paventato incremento dei costi, peraltro abbinato, nella privatizzazone agrigentina al permanere di gravissime inefficienze nel servizio;
– ritenuta irrinunciabile la battaglia per ripristinare la legittimità degli atti e delle procedure, violati dalla nomina del Commissario ad acta e dagli atti dallo stesso adottati e riaffidare il potere decisionale all’organo istituzionale preposto, l’assemblea del Consorzio d’ambito, composta da tutti i sindaci della provincia.
– ribadendo la volontà di mantenere o ripristinare la gestione pubblica del servizio,
Rivolgono appello alla popolazione tutta della provincia, alle sue rappresentanze politiche, sociali, religiose, culturali, associative al fine di propugnare una protesta associata per ottenere la sottrazione dell’acqua, bene primario per la vita, la salute, l’equilibrio naturale, l’economia, da qualsiasi logica di mercato e di profitto e mantenerla nella gestione pubblica, seppure epurata dalle logiche clientelari e di potere, che purtroppo hanno spesso caratterizzano la gestione pubblica medesima.
Si impegnano a sostenere tutte le iniziative promosse a livello nazionale e locale per modificare la legislazione vigente e ripristinare la gestione pubblica dell’acqua, in sintonia con il movimento, che cresce in Italia, per porre fine alle privatizzazioni del servizio idrico e per ripubblicizzare l’acqua dove è stata privatizzata ed aderiscono, per tale finalità, al Coordinamento nazionale dei Comuni contro la privatizzazione dell’acqua e per la ripubblicizzazione del servizio idrico;
Impegnano I parlamentari nazionali e regionali a formulare proposte di legge per la gestione pubblica dell’acqua.
Decidono di dare seguito alla battaglia giudiziaria, proponendo insieme il ricorso d’appello al CGA, per il quale danno mandato al sindaco di Palma di Montechiaro, come capofila del Comitato dei sindaci agrigentini contrari alla privatizzazione del s.i.i., di conferire, per la finalità predetta, incarico al prof. M. Libertini.
Formulano forte richiesta al Consiglio di amministrazione del Consorzio d’ambito perché sia incaricato senza indugio il legale del Consorzio per il medesimo ricorso di appello avverso alla sentenza di primo grado.
Decidono unanimemente di opporsi alla consegna delle reti, nell’attesa di conoscere l’esito delle vicende giudiziaria in corso.
Invitano I sindaci dei Comuni che hanno trasferito la gestione a Girgenti acque a contestare ogni inadempienza contrattuale ed al Consorzio d’ambito ad effettuare efficaci controlli sul rispetto del contratto.
Rivolgono forte appello alla Provincia regionale perché sia indetto un referendum provinciale nella prossima primavera, in modo da chiamare la popolazione agrigentina tutta a pronunziarsi sulla privatizzazione del servizio nella provincia.
Noi ci auguriamo che anche il nostro sindaco possa aderire alla suddetta campagna sottoscrivendo lo stesso documento.