LA QUESTIONE DEI VESTITI ABBAN…DONATI


Noi de L’AltraSciacca vogliamo tornare ad attenzionare su un problema ancora non risolto né chiarito: quello della collocazione e del riutilizzo degli abiti usati e del pellame.

Sono passati ormai diversi mesi da quando la Cooperativa agrigentina Sanlorè è stata sollevata dall’incarico di ritirare questi indumenti e con essa sono spariti anche se non soprattutto i famosi cassonetti gialli (“Il giallo dei cassonetti gialli”) che una volta erano il terminale locale di tutti coloro che volevano donare il vestiario a più bisognosi. Ebbene da allora, nessuno ha avuto più nulla da aggiungere sull’argomento con la triste conseguenza che i saccensi, non sapendo più dove andare a collocare questi vestiti, li ammassano sul ciglio delle strade, soprattutto accanto alla chiesetta di San Sebastiano sita in contrada perriera considerata ormai alla stregua di un centro di stoccaggio fai da te.

Le immagini poste qui in basso sono davvero esemplificative:

C’è un divieto palesemente ignorato, c’è un marciapiede, sottostante a quel divieto, adibito a pattumiera a cielo aperto, c’è un decoro urbano e un senso civico non presi in considerazione ma soprattutto non c’è alcuna indicazione da parte delle istituzioni locali e degli enti preposti sul come, dove e quando fronteggiare questa situazione. Soltanto il silenzio, lo stesso silenzio di tutti coloro che nel segreto della notte vanno a frugare tra quei vestiti alla ricerca di qualcosa ancora buono da utilizzare, dimostrazione che i bisognosi non sempre abitano lontani dalle nostre case ma sono quelli della porta accanto, quelli di cui non ci accorgiamo o a cui non diamo nessuna risposta.

Tutti gli indumenti lasciati dai saccensi potrebbero essere riutilizzati in maniera più consona rispetto a quello che accade adesso, potrebbero essere coinvolte sulla questione le diverse associazioni di volontariato che operano in città, si potrebbe fornire tanto ai cittadini che intendono donare quanto a quelli che vorrebbero ottenere qualche vestito, un posto sicuro, garantito, ben gestito nel quale organizzare bene tutta la procedura.

Se prima il problema erano i cassonetti gialli che, di rado svuotati, diventavano piccole isole di vestiti, adesso quella stessa situazione non è stata né migliorata né risolta ma è stata aggirata attraverso il silenzio.

– Cosa dobbiamo rispondere a tutti quei cittadini che ci chiedono dove e come donare i loro vestiti?

– Cosa dobbiamo rispondere a tutti quei cittadini che ci segnalano il poco decoro urbano di quelle aree?

– Cosa dobbiamo rispondere a tutti quei cittadini bisognosi che ci chiedono se è giusto il fatto che loro sono costretti ad andare a reperire quei vestiti, divenuti sporchi e bagnati di pioggia, dalla strada?

Per tutti loro, ci auguriamo una rapida e decisa risoluzione della questione nella speranza che il decoro urbano, umano ed amministrativo non debbano mai più venir meno.


Informazioni su Redazione

Mi chiamo Calogero Parlapiano. Ho 24 anni, sono studente di Lettere all'Università di Palermo. Ho svariati interessi e diversi hobbies, adoro leggere e scrivere. E amo la mia città natale, Sciacca.

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