Il problema dell’abuso di sostanze alcoliche da parte dei più giovani sta investendo, ed investe da tempo, un po’ tutte le comunità d’Italia che si chiedono da dove nasca questo fenomeno, quali risvolti socio-pedagogici abbia e soprattutto cercano di studiare le migliori soluzioni per fermarlo o quantomeno tamponarlo affidandosi a tutte le forme di comunicazione possibili per diffondere un nuovo messaggio da far attecchire tra le fasce d’età più giovani.
Dalla questione, s’intende, nessuno è escluso e quindi anche la nostra città di Sciacca ha dovuto spesso fronteggiare la vicenda. Non è un problema di poco conto ma allo stesso tempo si tratta ormai di un fenomeno ben radicato nei più giovani i quali per passare in modo diverso una serata, specie nei weekend, preferiscono organizzarsi in comitive, più o meno numerose, e provare l’ebbrezza, momentanea, dell’alcol.
Nei giorni scorsi sull’annosa questione si era espresso anche Calogero Dimino, presidente dell’Associazione NoiComm, il quale giustamente ribadiva il fatto che non si beve soltanto all’interno dei locali cittadini ma si consuma alcol anche, se non soprattutto, fuori dai normali contesti forniti dai pub locali. Molto spesso le comitive di ragazzi preferiscono andare a fare rifornimento di birre e liquori vari nel pomeriggio nei supermercati della città per prepararsi tranquillamente ad una sera su di giri senza passare nemmeno dal centro storico, meta comunque della maggioranza della gioventù. Occorre, è chiaro, ribadire con forza che il fenomeno non riguarda la totalità dei ragazzi ma che anzi la maggior parte trascorrono le serate in maniera sobria, tranquilla, in compagnia, dove ci sta anche la birra tra amici senza superare i limiti del consentito.
Il cosiddetto “Pre-Serata” è un momento atteso con ansia e per tutta la settimana dai più giovani, un momento attraverso il quale, a fronte di una spesa irrisoria da suddividere tra i partecipanti, permette di consumare qualsiasi bevanda sia disponibile sul mercato. Ciò che preoccupa maggiormente è il fatto che questo stato di cose si sta andando a radicare soprattutto tra i giovanissimi, di età compresa tra i 14 ed i 17 anni, ed in generale si estende, ma senza schematizzare troppo un fenomeno largamente diffuso tra tutti, fino ai 25 anni.
E’ lecito chiedersi a cosa siano dovuti questi fenomeni, se ci siano colpe da ricercare o riscontrabili attraverso una lucida analisi di tutte le componenti morali, sociali ed educative. Quello che sommariamente si può affermare è che, le colpe, se di colpe si può parlare, sono da cercare in un atteggiamento generale di apatia che si riscontra nell’odierna società, nella quale sembra impossibile accontentarsi di poco o del dovuto, nella quale per divertirsi occorre strafare o nel peggiore dei casi evadere le regole senza tener conto che un consumo abnorme di alcolici e superalcolici è causa molte volte, anche se non sempre, dei terribili incidenti stradali dei quali si parla ogni lunedì mattina e dopo i weekend oltre che di preoccupanti danni alla salute i quali si sottovalutano tranquillamente, specie quando si è giovani.
Esistono delle leggi, delle regole in merito che tante, troppe, volte vengono aggirate senza problemi e con facilità. La televisione è spesso maestra in tal senso: può educare sul come e quando evitare i controlli, sul come e quando richiedere e vendere gli alcolici, sul come e quando chiudere un occhio e far finta di nulla nella consapevolezza che non sempre i controlli sono puntuali e serrati.
Dicevamo della società, in essa vivono i nuclei familiari. La famiglia è e deve essere la prima fonte di educazione alla vita, il primo nucleo di protezione, la prima vera maestra per quanto riguarda fenomeni tanto complessi e sui quali si imbattono i più giovani ma tante volte non è così. Senza addentrarsi anche nei problemi che hanno investito nel tempo le famiglie, si può affermare che l’azione aggregatrice spesso è venuta a mancare, la maestra di vita è divenuta la strada e tutto quello, di buono e di brutto, che essa porta con sé. Tante volte è necessario aggiungere che un ragazzo muta il proprio comportamento a seconda che si trovi tra le mura familiari o in mezzo ad una comitiva di amici tanto da non riuscire più a capirne la vera disposizione d’animo.
C’è un po’ di tutto in quello che va a far parte del cosiddetto “disagio giovanile”, le responsabilità sono da spartire, non c’è un’unica ragione per la quale tutto questo si sviluppi così tanto a Sciacca come nel resto d’Italia. Tante volte mancano anche gli sbocchi, occupazionali, sportivi, musicali, inerenti al sano divertimento, che possano coinvolgere maggiormente i ragazzi ed evitare che gli stessi prendano strade diverse o abiette. E’ compito della politica, delle amministrazioni comunali fare in modo che ciò possa accadere, è compito della società carpire le necessità del problema e non chiudere gli occhi dinanzi ad esso onde evitare la nascita dei nuovi invisibili, è compito delle famiglie tornare a svolgere il proprio ruolo, è compito dei commercianti rispettare e far rispettare le regole, è compito dei giovani dediti a questo uso capire che, alla lunga, andare di sbronza in sbronza non conduce da nessuna parte.
In un paese dove ognuno cominci o torni a cominciare ad adempiere al proprio dovere tutto questo non sarebbe la realtà ma piccole leggende metropolitane che al momento invece si scontrano con la vita. La vita vera.