Quel che rende difficile accettare in una democrazia, ricca di storia come quella italiana, è il continuo stravolgimento delle leggi e delle sentenze della Corte Costituzionale, che ne dichiarano la legittimità o meno, con il persistente raggiro dei cittadini e dell’intera collettività.
L’ultima schifezza è avvenuta esattamente il 12 febbraio 2009 in Senato e più precisamente con la votazione del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 208 in materia ambientale e con riguardo ai canoni di depurazione.
Come è ormai arcinoto, il 10 ottobre 2008 la Corte Costituzionale con sentenza n. 335, ha dichiarato incostituzionale la parte della Legge Galli, la n. 36/94, nella parte in cui obbligava a pagare i canoni di depurazione in assenza del servizio.
Il principio era molto semplice, i Comuni che non effettuavano la depurazione dei reflui non potevano chiedere il pagamento per un servizio non prestato. Il fatto che quasi l’80% delle città non sia in grado di effettuare tale servizio non è assolutamente imputabile ai cittadini, ma bensì alla incapacità dei propri amministratori di provvedervi. E’ infatti dal 1994 (ben 14 anni) che le nostre tasche vengono alleggerite di somme a tale titolo (si spera in un fondo vincolato) per realizzare i depuratori senza che siano riusciti a farli.
Oggi, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, improvvisamente, tutti scoprono che, senza quei soldi, gli Enti locali (Comuni, Province) sarebbero andate in dissesto finanziario o altro, riuscendo ad abbindolare i nostri meravigliosi e “sensibili” parlamentari, affinché trovassero una soluzione.
E qual’è la soluzione trovata? Ma una di quelle geniali, di italica fantasia !!!
INCLUDIAMO NELLA TARIFFA IDRICA LE SPESE DI PROGETTUALITA’ !!!
In altre parole, facciamo diventare “soldini” le pure enunciazioni di “buoni propositi”, cioè, basterà farsi fare uno straccio di progetto di depuratore per renderlo finanziariamente a carico della collettività, quindi dei cittadini, e poco importa se da ben 14 anni non siano stati, non solo, in grado di realizzarlo, ma neanche di farsi restituire i soldi trattenuti dai gestori della rete idrica, com’è il caso di Sciacca.
E’ come se qualcuno ti facesse vedere il solo progetto di un appartamento e ti chiedesse di pagarglielo per intero. Rischi e oneri tutti rigorosamente a carico dei cittadini !!!
Che bello vivere in un paese cosi. Dove Senatori e Onorevoli vengono eletti dai cittadini per fare e tutelare i loro interessi ed invece fanno il loro esatto contrario.
Il diritto a chiedere il rimborso dei canoni di depurazione pagati in assenza del servizio SONO SACROSANTI ed aver votato in Senato una norma che di fatto lo impedisce è a nostro avviso una vera porcheria, aggravata dal fatto che è stata, sempre di fatto, condivisa da tutti, opposizione compresa.
Noi de L’ALTRASCIACCA, assieme a tutte le associazioni e movimenti che si sono battuti per aver riconosciuto questo diritto, continueremo la nostra battaglia per far sì che, anche questa volta, si faccia giustizia dell’abnorme e conclamato tentativo di “furto con destrezza” che si sta perpetrando ai danni di milioni di italiani costretti a pagare le inefficienze altrui con le proprie tasche, facendo dichiarare anche tale norma della legge, incostituzionale.