Bagno di folla per il Comitato provinciale dei sindaci dell’agrigentino contrari alla privatizzazione dell’acqua. Mai come oggi, la rivolta per l’acqua pubblica aveva raggiunto livelli così alti di partecipazione. Il popolo sovrano dell’ultima provincia d’Italia sta cominciando a rialzare la testa e a gridare a gran voce il proprio No. E’ questa la forza che i sindaci chiedevano da tempo e col tempo le coscienze sociali e politiche stanno cominciando a muovere grandi passi.
Schierati sul palchetto del Cinema Astor di Agrigento, raccogliendo l’invito del capofila Rosario Gallo, sindaco di Palma di Montechiaro, si sono ritrovati con la fascia sul petto. Nessun posto, al cospetto di quei sindaci, era libero. Gente, anche in piedi in ogni angolo e fin fuori gli ampi locali.
Per i sindacati era presente la CGIL. Diverse associazioni hanno voluto far sentire la propria voce a sostegno del movimento, citiamo: L’AltraSciacca, Cittadini invisibili? No Grazie! , Liberacqua di Palermo e Agrigento, Agrigento Viva e il Comitato per l’acqua di Santo Stefano Quisquina.
Ieri, proprio a Santo Stefano, era andato in scena l’ennesimo atto eroico che porta la firma del suddetto Comitato, sempre più legittimato dalla popolazione. Il Commissario Puccio, inviato dall’Agenzia Regionale dei Rifiuti e delle Acque per acquisire forzatamente le reti cittadine ha trovato ad attenderlo un folto numero di gente ed è dovuto andar via. Oggi, la stessa gente, ha riempito, dapprima i pullman che dal Comune montano li ha portati ad Agrigento, e poi la sala del Cine Astor, per chiedere un’acqua totalmente pubblica.
Sindaci, amministratori comunali, presidenti del Consiglio e rappresentanti di buona parte dei Comuni della provincia di Agrigento. Non solo loro hanno voluto testimoniare le loro esperienze sul fallimento della privatizzazione e la volontà di tornare al pubblico. C’erano anche le altre province siciliane, dove la situazione non risulta essere diversa. Diversa non è neppure la volontà popolare. E’ il momento di unire le forze e di gettare le basi per la costituzione di un movimento regionale. I sindaci porteranno avanti una legge di iniziativa popolare, come avvenuto in Lombardia, e si chiederà la modifica della legge regionale affinché ogni Comune sia libero di scegliere autonomamente se gestire in proprio o affidare a terzi il servizio idrico.
Sarà avviata una petizione popolare che miri ad attestare la volontà dei cittadini, sarà chiesto un referendum provinciale e i consigli comunali dell’agrigentino, con una seduta svolta in contemporanea, approveranno la modifica dello Statuto con cui l’acqua viene definita un bene comune e diritto umano universale e il servizio idrico come “servizio di carattere generale privo di rilevanza economica”. Sono questi i punti fissati oggi dal sindaco Rosario Gallo, applauditissimo.
Concetti ribaditi anche da dell’On.le Giovanni Panepinto, sindaco di Bivona, dal sindaco di Menfi, Michele Botta e da Vito Ferrantelli, sindaco di Burgio, sotto un’ovazione generale. Si schiera finalmente dalla parte del Comitato anche il sindaco di Agrigento Marco Zambuto, costretto a subire una piccola contestazione nel corso del dibattito. Contestato anche il commissario Puccio, presente in sala da semplice spettatore. Forse l’unico spettatore di una battaglia che vede protagonisti tutti. Sindaci e cittadini, di qualunque appartenenza politica, tutti uniti per l’acqua pubblica. E’ questa la grande novità storica che l’incontro di oggi ha regalato alla provincia più bistrattata d’Italia.
Presto, su questo sito, la registrazione video e le foto dell’incontro