Una vicenda importante della vita democratica in provincia di Agrigento


Il sindaco Rosario Gallo, sindaco del Comune di Palma di Montechiaro, capofila del fronte dei sindaci contrari alla privatizzazione del sistema idrico integrato in provincia di Agrigento, prende la parola all’interno di un cinema Astor gremito all’inverosimile preceduto da un lungo applauso:

(trascrizione dell’intervento di Rosario Gallo)

L’applauso è naturalmente indirizzato a questo meraviglioso movimento che è cresciuto nella nostra provincia. Cresciuto, per quanto mi riguarda, in modo imprevisto. Io ricordo quando si doveva votare nel 2006, nell’assemblea dell’A.T.O, per bandire la terza gara (affidamento del servizio). Io invito i consiglieri comunali, e penso lo abbiano già fatto, ed invito tutti i cittadini a leggersi quel documento noiosissimo, lungo, forse eccessivo, che hanno deliberato i consigli comunali qualche giorno fa perché in quel documento abbiamo ricostruito puntualmente la storia dell’affidamento del servizio idrico in provincia di Agrigento. Ed è una lezione per tutti, leggerla, quella storia.

Ricordo nel 2006 quando arrivai dentro l’A.T.O che cercai di oppormi assieme ad altri sindaci, di oppormi a questa scelta incredibile di affidare a privati, la gestione dell’acqua, ed ancora mi critico, perché avendo compreso che non c’era uno spazio per dire di no, perchè la maggioranza dei sindaci di centrodestra e di centrosinistra avevano un solo vangelo. Era diventata una verità indiscutibile: bisognava andare verso la privatizzazione. Io in quell’assemblea, avvertendo la debolezza di una posizione contraria, non andai. E voglio rendere merito a quei tre sindaci, solo tre, della provincia di Agrigento, che andarono e votarono contro: il sindaco di Bivona di allora, Di Salvo, il sindaco di Menfi ed il sindaco di Racalmuto Gigi Restivo. Solo tre sindaci in provincia di Agrigento. Questo lo dobbiamo ricordare, cari cittadini, perché il momento che stiamo vivendo è un momento veramente esaltante nella vicenda politica della nostra provincia. E’ un momento veramente esaltante perchè questa battaglia, a questo punto, non è solamente una battaglia contro la privatizzazione dell’acqua ma molto di più.

Ricordava poco fa, Marco Zambuto, che pochi giorni fa nell’assemblea c’è stata una votazione unitaria di tutti i sindaci presenti all’interno dell’assemblea dell’A.T.O. Ebbene, tutto questo è cresciuto con fatica e noi dobbiamo essere consapevoli. Per cui, cari cittadini e cari colleghi sindaci, Noi oggi non solo prendiamo un impegno solenne di continuare questa battaglia, Noi carichiamo sulle nostre spalle un altro peso ed un altro compito ancora più importante. Di essere capaci di rappresentare le esigenze, i bisogni di questo territorio che è la provincia ultima in Italia per reddito, per servizi, per infrastrutture. Di rappresentare questo territorio che non è rappresentato. Territorio che spesso nella storia, ed anche oggi, esprime uomini politici importanti, che siedono ai massimi livelli nelle istituzioni dello Stato, eppure gli interessi di questo territorio, gli interessi della Sicilia, gli interessi del mezzogiorno, non trovano rappresentanza politica.

Io ieri sera sentivo al telegiornale il segretario del PD, Franceschini, parlare da Malpensa, parlare da uomo del Nord che denunciava le inadempienze del Governo nei confronti degli abitanti, delle popolazioni, dei cittadini del Nord. Io voglio ancora sentire qualcuno che abbia la voce forte ed autorevole per denunciare i bisogni, le esigenze, le speranze frustrate di questa terra. Leggevo ieri sui giornali, cari cittadini, dell’audizione del presidente di Trenitalia alla Camera che diceva che se dovesse passare il taglio di 160 milioni di euro al bilancio delle ferrovie, avrebbe tagliato il servizio ferroviario da Napoli a scendere, sarebbe penalizzato tutto il Mezzogiorno.

Ma io questa cosa la voglio dire. Qual’era questo vangelo, questa verità indiscutibile: Che il pubblico non serve più! Che il motore della vita e della società moderna debba essere soltanto il profitto. Perchè soltanto il profitto di chi investe e guadagna può dare efficienza. Ebbene, noi abbiamo scoperto quanto è folle questa idea, specialmente in un servizio così importante come l’acqua. Perché, vedete, su altri servizi dello Stato, forse sarebbe anche accettabile, io non sono d’accordo ma potrei anche capire che vi sia una pluralità di gestori privati che si facciano concorrenza con l’idea che in questo modo sono impegnati a migliorare la qualità e ad abbassare le tariffe. Ma con l’acqua questo non è possibile perché con l’acqua non possono esserci più gestori in concorrenza e quindi si tratta di trasferire un servizio, di fatto monopolistico, dalla mano pubblica a quella privata. E quando si trasferisce per trent’anni nella mano privata (tale servizio), di fatto, il privato diventa il padrone dell’acqua. Perché, poi, l’amministrazione pubblica deve correre dietro di lui, per cercare di ottenere un servizio di qualità, mentre il privato ha un solo obiettivo: contenere i costi e fare profitti. Ed io sfido chiunque a dimostrare che in una situazione di privilegio di questo tipo si faccia il bene comune, non si può fare il bene comune.

E vedete, fatemi dire un’altra cosa e poi passo alle cose che dobbiamo fare, fatemi fare un’altra riflessione. Questa battaglia non la stiamo facendo a questo punto solo per l’acqua, innanzitutto la facciamo per l’acqua ma è diventata, come diceva Marco Zambuto, una vicenda importante della vita democratica in provincia di Agrigento. Nella quale, se noi saremmo capaci di caricarci delle responsabilità che stiamo prendendo, cari colleghi sindaci, perché se noi abbiamo evocato questo movimento di popolo, ora abbiamo la responsabilità di essere capaci di rappresentarlo. Perché, vedete, vediamo, la vicenda degli A.T.O, progettata a tavolino anzitutto alla regione. Come? Come un’occasione di sviluppo per la Sicilia, come un’occasione per migliorare la qualità dei servizi? Nelle delibere si scriveva: per dare efficienza, efficacia ed economicità, ma di fatto si lavorava per gestire potere, rafforzare clientele, fare e costruire un intreccio perverso, un intreccio che poi uccide la democrazia. L’intreccio perverso più grave tra affari e politica, tra chi ha il compito di gestire le istituzioni pubbliche e gli imprenditori privati chiamati a partecipare alla spartizione di questa lauta torta.

Perché oggi il contadino che produce il pomodoro deve competere con il contadino spagnolo, di Israele, del Marocco ma il sig. Catanzaro, il sig. Giuffrida non competono con nessuno. Perché loro hanno conquistato una posizione di privilegio economico all’ombra di un sistema politico. E fanno affari senza il rischio della concorrenza, senza il rischio della competizione. Fanno affari depredando le tasche dei cittadini che poi vengono dissanguati con i costi dei servizi dell’acqua e dei rifiuti che sono i più elevati in tutta Italia. Ebbene, io direi a Confindustria, che dovrebbe essere rappresentata da un altro tipo di imprenditoria, dall’impresa che opera nella produzione non in queste posizioni di privilegio. Veniamo ora, alle nostre questioni, alle battaglie che dobbiamo continuare. Diceva bene Marco Zambuto, le cose da fare sono due, le abbiamo scritte nel manifesto, per avviare le procedure per la risoluzione del contratto con Girgenti Acque, ma questo noi lo sappiamo, non siamo persone che non hanno la testa sulle spalle. Noi non vogliamo regalare nessun risarcimento a Girgenti Acque. La risoluzione del contratto deve avvenire nel rispetto delle regole. Ma noi abbiamo il dovere di dirlo all’A.T.O Idrico ed al suo Presidente, ai funzionari dell’A.T.O Idrico. Quando si stipula un contratto, l’ente pubblico che dà in appalto un servizio ha il dovere di controllore questo servizio. E quindi mentre i tecnici dell’A.T.O se ne stavano rinchiusi negli uffici ad Aragona, devono andare in giro per il territorio, devono andare a constatare in ogni parte della provincia di Agrigento dove Girgenti ha preso la gestione, devono andare a guardare loro, con i loro occhi, hanno loro il dovere di controllare.

Invito i colleghi sindaci che sono già sotto gestione Girgenti Acque a raccogliere tutta la documentazione che è possibile raccogliere, per mettere insieme il materiale documentario sui disservizi che sono tantissimi. Cominciando dal fatto, e lo ricordavamo l’altra sera all’A.T.O, che in realtà Girgenti Acque ha, già da un anno, preso la gestione di tanti Comuni, ma nei Comuni un operaio, un fontaniere di Girgenti Acque non è stato visto, perché hanno continuato a gestire i tecnici e le maestranze dell’E.A.S e questo già oggettivamente è già una inadempienza contrattuale.

Allora dobbiamo fare seriamente il nostro dovere, il nostro compito. Noi abbiamo votato all’unanimità l’altra sera, però non vorrei che qualcuno possa pensare che questo voto unamine abbia, come dire, smorzato la nostra tensione e poi alla fine tutto debba restare in un unanimismo inconcludente. Io voglio ricordare ai colleghi sindaci che stanno dentro il C.d.A. dell’A.T.O e al presidente dell’A.T.O. che noi appena un mese e mezzo fa siamo rimasti profondamente delusi dal loro comportamento, perché c’era da fare il ricorso al C.G.A contro la sentenza del T.A.R, perchè innanzi al T.A.R c’erano stati due ricorsi, uno del comitato dei sindaci che è inevitabilmente più debole perché rappresenta una parte, ed uno dell’A.T.O Idrico che era più forte perché rappresenta l’istituzione stessa. Ebbene, al C.G.A, il consiglio d’amministrazione non si è costituito. Perchè c’erano due sentenze, una per il giudizio intentato dal comitato dei sindaci ed un’altra per il giudizio intentato dall’A.T.O Idrico. Per quest’ultimo la sentenza del T.A.R è rimasta definitiva perché senza appello al C.G.A e voi vi siete costituiti come cointeressati nel ricorso presentato da noi. Quando il Prefetto dice che bisogna rispettare la legalità e ci richiama al rispetto della legalità, come se noi sindaci che non vogliamo consegnare siamo inadempienti verso il contratto, ci mettessimo al di fuori della legalità.

Io ricordo sempre e lo dobbiamo sapere tutti cari cittadini, che quando si è votato per l’aggiudicazione definitiva, i sindaci presenti in quell’assemblea, 28 su 43, con il 61% delle quote sociali, cioè la stragrande maggioranza dell’espressione democratica in questa provincia, ha votato contro l’aggiudicazione e l’aggiudicazione se poi è avvenuta è avvenuta per una delibera adotatta dal commissario Puccio, mandato dall’A.R.R.A.

Cari colleghi Sindaci, siccome i commissari li abbiamo sul collo e poiché abbiamo adesso una grande forza io penso che la settimana prossima questa forza politica rappresentativa della provincia noi la portiamo sotto il portone di Felice Crosta per dire al Presidente della Regione che si affretti a liquidare l’agenzia, che tra l’altro è stata già liquidata. Oggi un sindaco, dopo la riforma del titolo V della costituzione, è titolare di prerogative che la Costituzione della Repubblica italiana tutela. L’ingegnere Puccio, o chiunque altro sia mandato dall’agenzia, non ha l’autorità. Noi riteniamo che non ha il potere di sostituire un sindaco e i sindaci della provincia di Agrigento. C’è una lesione delle prerogative tutelate dalla Costituzione e noi abbiamo il diritto e il dovere di gridare forte questa ferita che è stata inferta all’equilibrio istituzionale in Sicilia.

Per quanto riguarda le altre cose, noi abbiamo una petizione che chiede un referendum provinciale. Quindi, io ritengo che il Presidente della Provincia deve prendere l’impegno di indire un referendum provinciale. Noi chiediamo ai presidenti della Camera e del Senato di avviare l’esame dei disegni di legge presentati al Parlamento. Ebbene c’è un disegno di legge di iniziativa popolare, presentato e già in discussione al Parlamento. Ebbene, le nostre firme servono perché i deputati di questa provincia capiscano che debbono rappresentare questa volontà dei cittadini agrigentini e cioè di ritornare, per legge, sulla strada della gestione pubblica dell’acqua.

Noi abbiamo preso l’impegno solenne, presso i nostri consigli comunali, di modificare lo statuto. Ed allora sarebbe una bella cosa, vista la coesione che abbiamo raggiunto, che nel mese di Marzo, i presidenti dei consigli comunali, convochino ancora una volta i loro consigli comunali, per mettere nello statuto di ogni comune che l’acqua è un bene pubblico e non come un bene che ha rilevanza economica, perché questo dà un fondamento giuridico alle azioni di ogni sindaco e di ogni Comune, per opporsi alla privatizzazione. Ringraziamo i sindaci e gli assessori che sono venuti dalle altre provincie, da Catania, da Palermo, da Caltanissetta, Noi dobbiamo cominciare ad instaurare rapporti con questi amministratori che sono presenti perché, fra due settimane, deve riunirsi un tavolo tecnico, di livello regionale, con sindaci anche della provincia di Messina.

Questa mattina c’è molta passione, i cittadini sono rimasti delusi perché ci siamo riuniti in questa sede, ebbene a noi non costerà una grande fatica raccogliere migliaia di firme e tra un mese rivederci ad Agrigento,per portare migliaia di firme sul tavolo del Prefetto, per rappresentare con una forza sempre più ampia, a livello istituzionale, perchè è così non ci sono divisioni di appartenenza politica. Questa è una lotta che si sono intestati i sindaci di tutte le parti dello schieramento politico. Questa unità ci dà una grande forza, ma questa diventa più incisiva se noi avessimo dietro migliaia e migliaia di cittadini. Questo, cari cittadini, è il vostro impegno, a casa, in ogni città, in ogni quartiere, nei luoghi di lavoro: facciamo crescere la protesta e la consapevolezza che occorre mobiltarsi, perchè la battaglia è difficile e solo con questa forza noi possiamo vincerla. La settimana prossima, per fermare questa pressione dei commissari, andiamo a manifestare all’A.R.R.A. Manifestiamo la nostra solidarietà ai lavoratori del potabilizzatore di S.Stefano di Quisquina che sono stati licenziati.

lavoratori devono sapere che non hanno solo il sindacato che li difende ma anche tutti i sindaci della provincia di agrigento e l’affetto ed il sostegno di tutti i cittadini democratici. Alllora, cari cittadini, la lotta continua con l’entusiasmo che abbiamo manifestato questa mattina. Martedì mattina andremo davanti all’A.R.R.A per chiedere all’avvocato Crosta di ritirare i commissari. Viva l’acqua pubblica, Viva la provincia di Agrigento.

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