Vi ricordate la famosa omelia proferita dal Cardinale Pappalardo in occasione del funerale di Giovanni Falcone?
“Cosa facevano gli uomini politici, tuonò Pappalardo, mentre gli assassini colpivano dove e quando volevano? Perdevano tempo“. Mentre a Roma si discuteva, Sagunto veniva espugnata.
Qualcosa di simile sta accadendo in Italia su una questione di VITALE IMPORTANZA, quella legata alla privatizzazione dell’acqua! Anche a Sciacca siamo, per così dire, distratti!
Mentre “cincischiamo” del più e del meno, accapigliandoci su questo o su quell’altro gestore, nell’affermare chi è il più avido o il più inefficiente, chi riesce a far maggiori profitti sulla pelle dei cittadini, a Roma si continuano ad approvare leggi che vanno nella direzione opposta alla sacrosanta battaglia che sta avendo luogo in tutta Italia e nella nostra Provincia in particolare.
Mentre nel Paese, i cittadini si aggregano spontaneamente e formano centinaia di Movimenti per dire NO alla privatizzazione dell’acqua, sui media nazionali a farla da padrone sono tutt’altre discussioni. Si parla di eutanasia, di riforma dell’immunità alle altre cariche dello Stato, di riforma delle intercettazioni, dell’utilità del ritorno del grembiulino a scuola, del problema dei ROM o di come creare un centro per l’espulsione dei migranti a Lampedusa. Nel frattempo, il governo Berlusconi, senza dire nulla a nessuno, mutu mutu (come si dice dalle nostre parti), ha dato il via, di fatto, alla privatizzazione dell’acqua, bene che dovrebbe invece essere pubblico.
Il Parlamento ha infatti votato l’articolo 23bis, inserito nel decreto legge 112 dal ministro Tremonti, che candidamente (e sfacciatamente) afferma che la gestione dei servizi idrici può, e deve essere, sottomessa alle regole dell’economia capitalistica e alle regole del mercato, considerata, quindi, alla stessa stregua di una merce.
In questo modo, e con sole tre righe inserite nel testo di un articolo di un decreto Legge, il governo in carica ha sancito che in Italia l’acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce, e come tale, quindi, potrà essere gestita da società per azioni. Questa società, le cosiddette MULTIUTILITY O MULTINAZIONALI DELL’ACQUA sono le stesse che già possiedono il monopolio sull’acqua minerale.
Un esempio di come si comporteranno è già in atto a Latina, dove la VEOLIA (multinazionale francese che gestisce l’acqua locale) ha impresso alle bollette dell’acqua dei cittadini di Aprilia aumenti del 300%. Ai cittadini che, malauguratamente, decidono d’avanzare proteste, VEOLIA, spedisce i propri “vigilantes”, che accompagnati dai carabinieri, col compito di staccare i loro contatori.
Anche in Sicilia ritroviamo VEOLIA, proprietaria del 75% di SICILIACQUE SPA (società sovrambito della Sicilia). Sappiamo, quindi, ciò che potrebbe verificarsi ma al contempo lo ignoriamo non facendo tesoro di quanto succede altrove. E citiamo nuovamente ad esempio Aprilia (dove c’è una grande comunità saccense), dove migliaia di cittadini si sono riuniti in Comitato (gemellato adesso con L’ALTRASCIACCA) per contrastare il COLOSSO VEOLIA e il suo unico fine, cioè il profitto sull’acqua.
Nella nostra provincia, grazie al grande impegno e alla lotta dei sindaci guidati da Rosario Gallo e Giovanni Panepinto, insieme ai vari Movimenti e Comitati contro la privatizzazione dell’acqua, come L’ALTRASCIACCA, si cerca di resistere a questo assurdo gioco al massacro che rischia di diventare la gestione dell’acqua per i prossimi 30 ANNI.
Giustamente, i sindaci (di schieramenti diversi, a testimonianza che la battaglia non è politica ma di civiltà) hanno deciso di ascoltare la volontà del popolo e il suo accorato appello affinché l’acqua ritorni ad essere gestita dal pubblico e non da chi DEVE chiudere i bilanci in attivo speculando sul prezzo del prezioso liquido. E’ UNA COSA IGNOBILE, E CHI APPOGGIA O FAVORISCE TALE INDIRIZZO SE NE DOVREBBE VERGOGNARE!!!
Non ci vengano a dire che la Legge impone questo sistema perché in Sicilia non solo non è stata attuata per come era stata concepita, ma è stata addirittura stravolta ed in alcuni casi, come ad Agrigento, intrisa di ulteriori anomalie sostanziali, come ad esempio, quella di avere soggetti controllori che al contempo sono anche i controllati (diversi comuni dell’agrigentino, appartenenti alla Voltano S.p.A. si trovano contemporaneamente nell’ATO Idrico di Agrigento e nell’ATI Girgenti Acque)
Qualcuno ci ha chiesto: “Ma Sciacca, il vostro Sindaco, da che parte sta?”
La risposta la trovate nelle ingiustificabili (e per Noi imbarazzanti) assenze del nostro primo cittadino in tutte le manifestazioni pubbliche fatte finora a favore della ripubblicizzazione dell’acqua.
A Bivona, Burgio, Menfi, Santo Stefano, Ribera, Palma di Montechiaro, Realmonte e negli altri Comuni che si sono costituiti in comitato, la gente fa le barricate contro la gestione di Girgenti Acque menter da noi, NULLA o quasi.
L’ALTRASCIACCA ha costituito una piattaforma comune (SCIACCA PER L’ACQUA) per permettere a tutti, proprio tutti, di essere protagonisti del proprio futuro e della possibilità di avere accesso all’acqua, intesa come diritto universale dell’uomo ed indispensabile per la vita, quindi un diritto INALIENABILE !!! A tal fine, nei prossimi giorni, ci faremo promotori di una manifestazione pubblica di sensibilizzazione ed informazione su quello che sta accadendo e delle responsabilità politiche amministrative di chi lo stanno consentendo.
Una serie di ultime considerazioni sulla privatizzazione dell’acqua sono di carattere globale, e scaturiscono dall’attenta osservazione di quanto sta avvenendo a livello mondiale.
• La questione ACQUA provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri.
• L’uomo, e quindi il nostro corpo, è fatto per il 65% di acqua, ed è proprio questo che il Governo Italiano sta mettendo in vendita al miglior offerente. L’acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto.
• L’acqua è l’oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre. Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, tenendoci impegnati coi grembiulini dei bambini delle elementari, sta vendendo il 65% del nostro corpo.
NO ACQUA? NO VITA!!