In un Comune, come Sciacca, in cui sono rari i controlli sullo stato dei beni comuni e le problematiche vengono spesso ignorate finché qualcuno non si lamenta, è difficile raggiungere chi amministra telepaticamente al fine di trovare una soluzione preventiva che scongiuri il verificarsi di qualche triste evento. La prassi che normalmente bisogna seguire è invece la seguente:
1. Il cittadino si accorge di un problema o di un potenziale pericolo per l’incolumità di persone o cose.
2. Il cittadino decide se utilizzare la propria telepatia per raggiungere, in questo modo, le amministrazioni o se presentarsi agli uffici competenti per illustrare la problematica e chiederne la soluzione.
3. Il cittadino viene, in ogni caso, ignorato.
4. Il cittadino si rivolge allora alle associazioni e ai comitati di quartiere.
5. Le associazioni e i comitati di quartiere formulano la propria interrogazione sull’argomento, inviandola alle amministrazioni. Contestualmente diramano un comunicato stampa, al fine di avvisare la cittadinanza che le loro istanze sono state rappresentate e, quindi, presentate.
6. Anche le associazioni e i comitati di quartiere vengono ugualmente ignorati.
7. La stampa tratta però la problematica e talvolta contatta anche gli amministratori.
8. Gli amministratori provvedono “con solerzia” alla soluzione del problema.
In piccoli e semplici otto passaggi è quindi possibile risolvere un problema o scongiurare potenziali situazioni di pericolo. In un paese maggiormente democratico, che tenesse in considerazione, prima di ogni cosa, le necessità dei suoi abitanti, basterebbero i primi due.
Il caso che andiamo adesso ad illustrare ha dell’incredibile. E’ bastato un singolo passaggio, un intervento telepatico dei cittadini per porre fine ad una potenziale condizione di pericolo.
Un paio di giorni fa, a seguito di diverse segnalazioni, ci siamo recati nella villetta adiacente la piazza Angelo Scandaliato per un piccolo sopralluogo. Quanto rilevato è palesemente visibile attraverso il seguente dossier fotografico:
Ci era stato riferito che all’interno della villetta, maggiormente frequentata durante i fine settimana e soprattutto da bambini che la percorrono a piedi o in bicicletta, si trovavano elementi potenzialmente pericolosi, mimetizzati tra l’erbetta incolta.
Come si vede dalle foto, erano presenti ben tre paletti di ferro dell’altezza di circa 20 cm messi poi in evidenza da una recentissima scerbatura. Al momento dei nostri scatti, non erano più nascosti. Aggiungiamo a questi, tre pozzetti in cemento di un’altezza di circa 10 cm, uno dei quali è facilmente scoperchiabile. E’ comprensibile che qualcuno, anche qui, specialmente i bambini, rischiava seriamente di farsi male. A parte ciò, accanto al muretto basso di recinzione: pietre, tubature e sporcizia, rendono la villa indecorosa oltre che pericolosa.
I cittadini, oltre a rivolgersi a noi, hanno contattato telepaticamente l’amministrazione e qualcuno ha provveduto, il giorno dopo, a rimuovere i paletti. Ecco le foto scattate oggi:
I paletti di ferro non ci sono più anche se permane la sporcizia e qualche altro elemento indecoroso. A parte la presenza dei pozzetti di cemento, i nostri bambini non sono più in serio pericolo, come non lo sono le casse comunali. Ciò che ci stupisce è la logica secondo la quale, il Comune sia pronto a pagare centinaia di migliaia di euro l’anno in danni causati a cose e persone piuttosto che investire le stesse somme per garantire un minimo di sicurezza e prevenzione dagli infortuni per i suoi abitanti. Decoro, ovviamente, a parte.
Sarebbe opportuno, come ripetiamo ogni volta, “pensarci prima” ma in una città che aspetta sempre “l’ultimo minuto”, talvolta superandolo, è forse chiedere troppo. Incrociamo le dita e andiamo avanti, telepaticamente.