Da ieri mattina, momento in cui sono state presentate le liste ed i nomi candidati a sindaco per le amministrative del 6 e 7 giugno prossimi, è scattata la classica “caccia al voto“. Usanza, questa, rinnovata in ogni periodo pre-elettorale e che risulta particolarmente diffusa durante le amministrative, a causa dell’alto numero di candidati alla carica di consigliere comunale.
Le modalità con cui avviene questa antica “pratica” variano dalla visita porta a porta dei candidati stessi o dei familiari al nuovo mezzo comunicativo “facebook” (all’interno del quale stanno nascendo sempre più numerosi i gruppi a sostegno dei vari candidati), dalla posta tradizionale, recapitata nella propria cassetta postale, alla creazione di siti personali ad hoc, dal volantinaggio (talvolta selvaggio) alla classica “mangiata”, comizio arricchito da vari banchetti.
E´ proprio vero che l’aspirazione di tanti è quella di poter ricoprire una carica istituzionale e poter operare per la città, ma ciò non giustifica la modalità scelta, talvolta, per farsi propaganda. Ieri avevamo invitato i candidati a rispettare la città, tutelandola dalle affissioni abusive. E speriamo che questo nostro invito venga preso in seria considerazione, soprattutto nel momento cruciale della campagna elettorale, anche se le “avvisaglie” delle ultime ore cominciano a farci titubare. Stamattina, per le vie di Sciacca, sono comparse le prime affissioni abusive. Di queste parleremo nei prossimi giorni, monitorando la situazione.
Ma c´è un´altra forma di propaganda che ha portato diversi cittadini a rivolgersi a noi per un caso sospetto di violazione della privacy. E´ da qualche giorno, infatti, che “il telefono piange”. Oltre alle “chiamate all’appello” di amici, parenti e conoscenti, si registra altro genere di contatto da parte di gente semisconosciuta o sconosciuta del tutto, il cui intervento risulta spesso spiacevole. Trattasi, in questo caso, di familiari dei candidati, o presunti tali, che compongono numeri estratti a caso dall´elenco telefonico, invitando i cittadini a votare per il proprio “cavallo”. E se proprio ci fosse ancora qualcuno che ritiene questa pratica legittima, non può dire la stessa cosa anche nei casi segnalatici, in cui gli utenti, contattati da “madri di sindaci” non compaiono neppure sulle pagine bianche.
Tutto ciò è da condannare, alla pari di altri comportamenti invasivi. I cittadini devono essere rispettati ed invitati a votare l´uno o l´altro candidato nei modi più educati possibili. Ci auguriamo che questo nostro appello venga preso in considerazione da tutti gli attori di questa competizione elettorale, anche perché proveniente, in maniera diretta, da diversi cittadini indispettiti.
Invitiamo, quindi, i candidati alle prossime amministrative verso una maggiore attenzione nei riguardi di questa spiacevole situazione affinché si limiti l’uso del “disturbo telefonico per motivi elettorali”, soprattutto verso gente che non si conosce. Come spesso accade, e ce lo confermano le persone indisposte verso specifici candidati che si sono rivolte a noi, l’effetto prodotto è totalmente opposto a quello che si sperava di ottenere.
è davvero una frustrazione, una sorta di violenza psicologica che ti fanno alcune persone con la scusa che sono parenti o amici.E’ vero che si candidano, che vogliono il voto, ma c’è un limite a tutto. Dove sta la libertà di pensiero, di espressione, la libertà di voto…manca soltanto che mi accompagnano in cabina x votare, k poi mi è capitato pure di trovarmeli fuori dopo aver votato xkè si segnano pure ki va a votare e ki no…assurdo…viene proprio da piangere…
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