POLITICA 2.0 A SCIACCA: IL GRANDE BLUFF?


Non molto tempo fa, da più parti, anche se probabilmente rappresentava solamente un’auspicio, si era cominciato a parlare di un evoluzione della politica saccense verso la fascia 2.0. Una politica di confronto diretto tra istituzioni e cittadino che puntava decisamente al superamento virtuale della soglia istituzionale. Il proliferare di blog e siti internet e l’utilizzo sempre più frequente di Facebook o di altri social network rappresenta, senza ombra di dubbio, l’ultima frontiera di una partecipazione sempre più diretta del cittadino nella vita politica della sua città. E da questo punto di vista, la nostra associazione rappresenta sicuramente un esempio per molti.

Le ultime elezioni amministrative si sono contraddistinte, anche nella nostra Sciacca, per l’ausilio delle nuove tecnologie ed in particolare della rete informatica per eccellenza, ovvero internet. Grazie alla velocità con cui, questo mezzo, permette lo scambio di informazioni, praticamente a costo zero, agli ulteriori strumenti informatici quali i sopracitati Facebook o i vari blog/siti, che consentono un rapido “botta e risposta” tra il gestore del network ed i suoi visitatori, diversi candidati a sindaco e al Consiglio comunale avevano scelto il web per comunicare con il proprio potenziale elettorato.
Sembrava proprio la nascita di una nuova forma di comunicazione diretta tra i politici locali e la gente comune e tutto lasciava presupporre che il mezzo informatico internet potesse divenire uno dei canali preferenziali di questa importante tendenza. Purtroppo, ad elezioni finite, abbiamo osservato scemare quel fenomeno iniziale e, tranne rare eccezioni, molti siti languono già nella rete semiabbandonati, alcuni sono stati già chiusi e ad altri non è stato neppure concesso il tempo di mettersi in funzione per poi essere lasciati alla deriva con la classica “santuzza” sullo sfondo.

Ci cominciamo dunque a chiedere: che fine hanno fatto quei potenti mezzi di comunicazione nonché di interlocuzione col cittadino? Che fine faranno a breve quelli rimasti?

E’ facile intuire che, erroneamente, i candidati abbiano pensato al mezzo informatico quale forma propagandistica, promozionale o pubblicitaria, mal interpretando il suo vero significato. Una politica 2.0 che verrebbe relegata così, a Sciacca, al solo periodo della campagna elettorale e che ha vissuto il suo apice vegetativo giusto e solamente in quel momento. E così, il diretto contatto tra candidato e cittadino, ora che i giochi sono stati fatti, è destinato a regredire dalla versione 2.0 a quella 1.0 oppure direttamente alla versione 0?

Noi che puntiamo fortemente su queste nuove forme di comunicazione e abbiamo fatto dell’informazione spicciola attraverso il web il nostro “modus vivendi”, crediamo che giusto adesso, ad elezioni concluse, sia giunto il momento, per gli eletti e i non eletti, di cominciare a fare davvero quella politica attiva di tipo 2.0 attraverso i propri blog o mediante i social network. Non è quindi il momento di “chiudere bottega” ma piuttosto bisogna far vedere al cittadino che questi siti non sono stati solamente “specchietti per le allodole” o “strumenti per la raccolta del voto” ma validi mezzi reali per mettere in contatto il fantomatico politico di turno con il cittadino, sempre più avverso al sistema amministrativo in generale.

Se il blog o gli altri social network non servono per esporre, in ogni momento, le proprie idee, partecipare le proprie iniziative, mostrare i propri pensieri, dibattere sulle proprie considerazioni relative alle problematiche locali, l’accenno visto di politica 2.0 si dimostrerebbe per l’elettore, ormai troppo stanco di sentire l’attenzione dei suoi amministratori solamente nel periodo pre-elettorale, esclusivamente un GRANDE BLUFF.

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