Riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota di risposta al nostro intervento da parte dell’associazione “Ferrovie Kaos” di Agrigento (clicca QUI per scaricarla) che ringranziamo per la tempestività. Consideriamo questo un primo importante passo per un proficuo dialogo costruttivo per la salvaguardia del nostro patrimonio storico e ferroviario.
Riamaniamo ancora dubbiosi sulla sostenibilità economica e sull’opportunità della riattivazione della linea ferrata e non condividiamo alcune osservazioni tecniche che sono state mosse, ma siamo apertissimi a valutare e a dare pubblicità dei loro progetti con i relativi costi.
Non ci stancheremo mai di ripeterlo, il confronto sui contenuti non può che essere costruttivo.
Assistiamo con piacere al dibattito che si è letteralmente scatenato a Sciacca e Menfi, attorno al futuro della Stazione ferroviaria dopo la presa di posizione di Ferrovie Kaos che, lo ribadiamo ancora una volta, va tutelata e restituita alla cittadinanza. Prima di procedere oltre nella discussione è, sicuramente, opportuno dire innanzitutto cosa è Ferrovie Kaos: si tratta di una associazione culturale e di attività ferroviaria che raccoglie diversi appassionati della provincia di Agrigento e non solo, con lo scopo di salvaguardare la memoria storica delle ferrovie siciliane e, ove possibile, favorire tutte le condizioni necessarie per la loro riattivazione in chiave turistica. In tal senso Ferrovie Kaos lavora in rete con altre associazioni culturali di attività ferroviaria (e non) della Sicilia.
La situazione della dismessa (ma non smantellata, sia ben chiaro) linea Porto Empedocle – Sciacca – Castelvetrano è seguita con estrema attenzione da centinaia di appassionati in tutta Europa. Questo perché, forse non tutti lo sanno, la relazione costiera agrigentina è considerata, per diversi motivi, una ferrovia unica nel suo genere. Per anni abbiamo assistito quasi impotenti ad una lunga teorie di chiusure, decreti di soppressione e vergognose occupazioni abusive, mentre altrove, in Italia e in Europa, le amministrazioni locali si adoperavano per il ripristino dell’esercizio ferroviario nelle linee storiche e al restauro di mezzi d’epoca, che, tutt’oggi, richiamano l’attenzione di un gran numero di turisti.
Non comprendiamo perché tutto ciò non debba verificarsi anche nella nostra Sicilia che a bellezze paesaggistiche, non ha niente da invidiare a nessuno: forse ci siamo semplicemente svegliati troppo tardi.
Cogliamo l’occasione per ringraziare l’associazione “l’altrasciacca” che si è dimostrata sensibile alla tematica, dimostrando di avere a cuore lo sviluppo del territorio. Ferrovie Kaos, come detto, non conosce il progetto dell’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Vito Bono ma, in ogni caso, è assolutamente contraria a qualsiasi ipotesi di demolizione dei fabbricati ferroviari che, per quanto fatiscenti, rappresentano la storia della città delle terme. Ferrovie Kaos, sposa in pieno il progetto di un museo ferroviario proposto da “l’altrasciacca” che, tra l’altro, altrove, come ad esempio a Villarosa in provincia di Enna, ha riscosso un inimmaginabile successo di pubblico e di consensi. Proprio alcuni giorni addietro, abbiamo effettuato un sopralluogo nel complesso ferroviario saccente e abbiamo potuto appurare che un parcheggiò può tranquillamente coesistere con la linea ferroviaria.
Non capiamo, invece, perché debba essere considerato “utopistico” l’ipotetico ripristino, tra l’altro parziale, di un tracciato ferroviario, quasi si trattasse di una infrastruttura faraonica o, peggio ancora, di un capriccio. La ferrovia è un servizio ESSENZIALE, garantito in tutto il mondo: perfino in Africa. Quando nel 1985 il Ministro Signorile firmò il decreto di soppressione dell’esercizio ferroviario tra Ribera e Castelvetrano, tra la popolazione non si registrarono particolari proteste per via di quella mentalità tutta siciliana di subire passivamente le decisioni prese dall’alto. Per una città come Sciacca, affascinante, ricca di storia, famosa in tutto il mondo, è assurdo che non esista alcun servizio ferroviario, anche complementare. Tornando al presente, in ogni caso, la realizzazione di una ferrovia turistica non comporta assolutamente spese folli come si è erroneamente portati a pensare. I nostri tecnici stanno studiando un progetto di linea turistica, che verrà proposto all’amministrazione comunale. Riassumendo:
1) Il ripristino dell’esercizio ferroviario non solo è possibile ma anche economico: innanzitutto la linea turistica di 12 km tra Sciacca e Verdura di cui 6 in galleria, così come la intendiamo noi, prevede un esercizio “a spola”, con una unica automotrice che, con i suoi 60 posti, sarebbe più che sufficiente a garantire il servizio metropolitano turistico. Rispetto al passato crollerebbero letteralmente le spese di gestione: sarebbero necessari soltanto due macchinisti abilitati ed una sorta di “capotreno”. Per quanto concerne l’armamento, a seguito di accurate ispezioni in sito abbiamo potuto appurare che, effettivamente, in alcuni tratti gli ormai noti “ladri di ferro” hanno selvaggiamente (e impunemente) asportato i binari: ma il problema principale non è rappresentato dalla sostituzione degli stessi binari, semmai dalla bonifica del sedime che in alcuni punti è interessato da fenomeni di smottamento del terreno. Infine, sarebbe auspicabile che a gestire questi 12 km di ferrovia (con annessa pista ciclabile) sia un consorzio di associazioni.
2) e 3)Anche una pista ciclabile ha i suoi costi di manutenzione e comunque Ferrovia e Pista ciclabile possono coesistere!. Innanzitutto una doverosa premessa, necessaria anche per rispondere al sindaco di Menfi Michele Botta: nel ricavare le piste ciclabili dalle ferrovie dismesse, finora è stata utilizzata una tecnica che, oltre che a non tener conto di un possibile ripristino dell’esercizio ferroviario, compromette anche la funzionalità della stessa pista ciclabile. In pratica sul ferro “vivo” viene costruita una base di catrame. Con il tempo, la ruggine delle rotaie andrà a “spaccare” il blocco d’asfalto, distruggendo di fatto l’infrastruttura e rendendola inutilizzabile. Non sono necessarie grandi conoscenze tecniche per arrivare a queste considerazioni. Pertanto per mantenere “in vita” la pista ciclabile sulle rotaie (che lo sottolineamo, non possono essere rimosse perché di proprietà FS) sarebbe necessario rifare ciclicamente il blocco di catrame con conseguenti costi elevati. Sarebbe allora ragionevole pensare ad una infrastruttura che consenta sia ai treni che alle biciclette di circolare sul medesimo sedime: un po’ come avviene per le tranvie nelle grandi e civili città, e alternare la circolazione con segnalamento acustico e visivo. In tal senso, Ferrovie Kaos, è disponibile a rivedere il progetto su cui sta lavorando e a ridisegnare il percorso in questa ottica. Ultimo aspetto da non trascurare: dei 12 km di ferrovia tra Sciacca e Verdura, ben 6 sono tutti in galleria. Una pista ciclabile dovrebbe quindi prevedere un adeguato sistema di illuminazione delle stesse gallerie: provate solo ad immaginare i costi di un impianto di illuminazione così vasto. In alternativa, seguendo un progetto già esistente, si dovrebbero eliminare le gallerie dal tracciato “greenways” ma in tal modo verrebbe sacrificato oltre metà del percorso storico ferroviario.
4) Sul fatto che le piste ciclabili portino turismo siamo assolutamente d’accordo. Infatti come associazione culturale e ferroviaria non abbiamo assolutamente alcun pregiudizio nei confronti delle greenways, ma solo laddove è davvero impensabile un recupero dell’esercizio ferroviario per vari motivi (crolli di gallerie, ponti e infrastrutture in generale). Tuttavia, dal nostro punto di vista, pista ciclabile e ferrovia, nell’ottica di un circuito turistico, possono coesistere e sono anzi complementari a vicenda. Con la bicicletta, infatti, tanti appassionati potrebbero ripercorrere i luoghi che furono della antica ferrovia; con l’automotrice a scartamento ridotto (ampiamente recuperabile) i turisti potranno agevolmente spostarsi dagli alberghi al centro città a bordo di un mezzo storico e affascinante.
5) Leggiamo con piacere che intendete un percorso di ben 25 km che, dunque, non si estende solo ad est, in direzione Ribera ma anche ad Ovest in direzione Castelvetrano. Abbiamo effettuato diversi sopralluoghi e purtroppo, a partire dall’ex deposito locomotive di Sciacca (dove oggi esiste una grossa attività commerciale nautica) quasi tutto il sedime è occupato abusivamente da privati che hanno esteso i propri confini domestici all’abbandonata sede ferroviaria. Ferrovie Kaos è pronta, se appoggiata anche da altre associazioni come l’Altrasciacca, a segnalare ogni abuso all’amministrazione comunale.
6 e 7) Sul percorso della ferrovia, le associazioni interessate, tra le quali voglio ricordare un gruppo fer-amatoriale saccense, possono studiare tutte le soluzioni possibili. Ribadiamo ancora una volta che Ferrovie Kaos mette a disposizione di tutti i cittadini di Sciacca i propri tecnici (tra i quali figurano ordinari di Urbanistica di fama nazionale come il Professore Manlio Marchetta della Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze) per realizzare il progetto di un nodo “bici-ferro-gomma” che, oltre a restituire dignità ad una infrastruttura abbandonata da decenni, possa rivoluzionare la mobilità saccense e diventare un esempio per tutti i comuni circostanti. Infine, per quanto concerne i progetti di piste ciclabili già finanziati, vogliamo ricordare che esistono diversi fondi comunitari per progetti originali e creativi, come quello in oggetto, che purtroppo giacciono a Bruxelles perché nessuno, finora, è stato in grado di farsi interprete di queste istanze. Per questo vogliamo chiedere all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Vito Bono di distinguersi, ed inaugurare una nuova stagione politica che punti il tutto per tutto sullo sviluppo economico e turistico.
Ferrovie Kaos è pronta a lavorare insieme alle altre associazioni, per mettere fine a questa lunga telenovela che perdura dal lontano 1985, anno di chiusura della Ferrovia, ed, in tal senso, accoglie l’invito de “l’Altrasciacca” e propone la costituzione di una sorta di tavolo tecnico tra le associazione per presentare all’amministrazione comunale una “piattaforma” che sintetizzi le proposte di tutti.
Cordiali saluti
Dott. Pietro Fattori
Presidente Ferrovie Kaos