GIRGENTI ACQUE E PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA – C’E’ POCO DA RIDERE!


Nella foto di sopra (che abbiamo “pescato” dalla rete – fonte:agrigentoweb.it), il geom. Giuseppe Giuffrida, amministratore della Girgenti Acque SpA, se la ride a crepapelle. E se lui ha, di certo, i suoi buoni motivi per farsi quattro risate, noi abbiamo veramente poco di cui sorridere, in quanto cittadini della provincia di Agrigento, in quanto cittadini della Regione Sicilia, in quanto cittadini di questa nostra Italia, in quanto governati da chi considera l’acqua alla stregua di tutte le altre merci e cerca perennemente di assoggettarla alle logiche del profitto secondo le regole di un patto trasversale a tutti, o quasi, gli schieramenti politici.

La privatizzazione dell´acqua in Italia comincia nel 1994 con l´avvento della cosiddetta LEGGE GALLI, promossa durante il Governo Berlusconi da Giancarlo Galli, esponente dell´attuale PDL. Nulla da eccepire sui principi fondamentali su cui si basa la Legge 36/94 che, per certi versi e a detta di tutti, risulta essere all´avanguardia rispetto ad altre legislazioni mondiali in materia. La legge tenta di regolamentare l´intero ciclo dell´acqua: captazione, trasporto, distribuzione, scarico e smaltimento: si comincia così a parlare di SISTEMA IDRICO INTEGRATO.
Istituisce gli AMBITI TERRITORIALI OTTIMALI IDRICI (A.T.O.) che hanno l’obiettivo di riorganizzare funzionalmente i servizi idrici del territorio sulla base dei seguenti criteri:
– rispettare l´unità dei bacini idrografici ed il loro collegamento tra bacini contigui tenendo conto delle pianificazioni regionali di risanamento delle acque e degli acquedotti;
– superare l´eccessiva ed inefficiente frammentazione delle gestioni con tutto quello che ciò comporta sul piano dell´adeguamento tecnologico dei servizi;
– definire una tariffa capace di finanziare gli investimenti necessari a migliorare le infrastrutture e a fornire più elevati livelli di servizio;
– conseguire le dimensioni gestionali ottimali dal punto di vista demografico, fisico e tecnico per la migliore e più economica gestione del servizio idrico anche nel senso della tutela degli utenti.
E fin qui non c’è nulla di male. Il problema sta invece nell´applicazione di tale legge che, su scala nazionale si e’ concretizzata con la privatizzazione delle risorse e del servizio idrici, o, come ama dire qualcuno in modo piu’ mascherato, la privatizzazione della gestione delle risorse e del servizio idrici. Per quale motivo?

Facciamo l´esempio della Sicilia, così al contempo ci spostiamo su situazioni a noi più familiari, anche se gli effetti della privatizzazione dell´acqua sono stati OVUNQUE devastanti. Possiamo affermare con certezza che nessun privato in alcuna parte del mondo è riuscito a garantire ad oggi un servizio idrico efficiente ed economico: il proprio interesse, alla fine, e’ stato quello che ha prevalso. Nella nostra regione, la legge viene recepita nel 1999 dal Governo Capodicasa. Il Governo successore, quello di Totò Cuffaro, definisce invece gli Ambiti territoriali ottimali. Anziche’ assimilare Comuni che hanno bacini idrici contigui, gli Ambiti vengono fatti coincidere con le nove province, cosi’ come d’altro canto accade nelle altre regioni d’Italia. Ne consegue che Sciacca si ritrova accorpata nello stesso ambito con Palma di Montechiaro, con cui nulla ha da spartire dal punto di vista idrografico. E´ chiaro come la politica ha inquadrato fin da subito gli ATO come ulteriori sistemi di sottogoverno.

In Sicilia, come al solito, la lungimiranza dei nostri politici è andata ben oltre. Da noi, infatti, l´acqua è stata privatizzata due volte. Fino a poco tempo fa L´EAS, l’ente pubblico regionale siciliano, con tutti i sui tanti CONTRO e pochi PRO, gestiva l´intero ciclo dell´acqua. Dalla sua estrazione, potabilizzazione ed immissione nei grandi invasi alla sua finale distribuzione. Si è deciso che questo compito, svolto un tempo solamente dall´EAS, doveva essere affidato a due entità: un’entità sovrambito che estrae, potabilizza e immette nei grandi invasi ed un’entità per cosi’ dire locale che invece si occupa della sua distribuzione. Queste due nuove entità, a differenza dell’EAS, sono private: si tratta di SICILIACQUE SPA che fornisce l´acqua alle varie CALTAQUA, ACOSET, GIRGENTI ACQUE e via dicendo gli altri nomi delle società che localmente sono responsabili, ciascuna, delle gestione del servizio idrico nelle nove province. Stranamente ogni provincia ha espletato una gara per l’affidamento del predetto servizio. A ciascuna di queste gare o ha partecipato una sola ditta che si è aggiudicato l´appalto o se ne sono presentate due, come nel caso di Caltanissetta, ma la ditta aggiudicataria ha poi assorbito quella sconfitta. Lasciamo a voi le conclusioni.

Andiamo in provincia di Agrigento. I Comuni appartenenti all´ATO Idrico, e cioe’ tutti i Comuni della provincia di Agrigento, affermano all´unisono che l´EAS aveva fallito su tutti i fronti e che bisognava cambiare registro. Come dargli torto? Secondo la famigerata LEGGE GALLI, le scelte di affidamento della gestione del servizio idrico erano tre: gestione pubblica, una gestione mista pubblica/privata, una gestione totalmente privata. I sindaci optano per questa terza soluzione, coscienti del fatto che nessun Comune può fare gli ingenti INVESTIMENTI per il rifacimento della rete idrica e convinti, si spera in buonafede, che il privato sostanzialmente apporti la dovuta qualità ed efficienza alla gestione del servizio, con la possibilità a lungo termine di un maggiore risparmio anche per gli utenti. Questa è un´opinione diffusa che noi de L´ALTRASCIACCA ci sentiamo di certificare. Il privato, nella maggior parte dei casi, gestisce meglio del pubblico, ma non possiamo concordare con tutti quelli che vorrebbero fargli gestire anche i beni essenziali, quali l´acqua e l´aria, che, per ovvie ragioni, devono mantenersi lontani dalle logiche di profitto, in quanto devono sempre essere accessibili a tutti. Nel caso dell´acqua, o dell’aria, PRIVATIZZARE equivale essenzialmente a PRIVARE.

Gli Organi dei Consorzio Idrico agrigentino decidono quindi che la gestione del servizio idrico integrato dei 43 Comuni vada affidato ai privati e per tale finalità viene dato corso ad una gara d´appalto che va deserta le prime due volte. Ancor prima che si deliberasse il terzo bando di gara, quello che riduce la cauzione iniziale, che deve essere versata dalla società privata, da 37 a 5 milioni di euro e, di conseguenza, riduce anche le garanzie per il Consorzio, era noto a tutti che la VOLTANO SPA, società partecipata da 10 Comuni facenti parte dell´ambito territoriale (Agrigento, Aragona, Comitini, Favara, Joppolo Giancaxio, Porto Empedocle, Raffadali, San Biagio Platani, S. Angelo Muxaro, Santa Elisabetta) aveva da tempo intrapreso contatti con l´ACOSET SPA DI CATANIA amministrata da Giuseppe Giuffrida per partecipare a questa gara creando un´ATI, ovvero un’associazione temporanea di imprese.

Nonostante la denuncia da parte di alcuni sindaci del conflitto di interessi strutturale e permanente che in cui si sarebbe venuta a trovare la nostra provincia con il CONTROLLORE (l´ATO IDRICO) che coincide con il CONTROLLATO (L´ATI) mediante la partecipazione della VOLTANO SPA all´interno di quella che conosciamo come GIRGENTI ACQUE SPA, viene ugualmente stabilito di espletare la gara e questa viene aggiudicata all´unica ditta partecipante mentre, in provincia, qualche altro sindaco comincia ad aprirsi gli occhi ed a ravvedersi sull´errore che era stato commesso. Si costituisce così un Comitato di Sindaci e Comuni contrari alla privatizzazione del servizio idrico e comincia a montare la protesta. La Regione Sicilia riconosce il conflitto di interessi rappresentato dalla VOLTANO SPA attraverso un parere del suo ufficio legislativo e legale, ma l´ARRA (Agenzia Regionale dei Rifiuti e delle Acque) con un telefax datato 21 Dicembre 2006 rivolge una diffida all´ATO Idrico di Agrigento affinché deliberi sull´affidamento del servizio al nuovo gestore privato entro tre giorni.

Il presidente del Consorzio, nonché presidente della Provincia di Agrigento, Vincenzo Fontana, con un telegramma inviato ai sindaci alle ore 18.33 dello stesso 21 Dicembre ed ovviamente recapitato l´indomani, 22 Dicembre 2006, convoca l´assemblea dell´ATO per le ore 23:00 del giorno 22 in prima convocazione ed in seconda convocazione per le 9:00 del giorno successivo. Il 28 Dicembre 2006, in piene festività natalizie, visto che l´assemblea non riusciva a deliberare poiché diversi sindaci adesso si opponevano anche per le modalità di convocazione che non rispettavano i termini stabiliti dallo statuto, l´ARRA nomina un COMMISSARIO AD ACTA, il dott. Puccio, che provvede al posto loro all´affidamento del servizio alla GIRGENTI ACQUE SPA.

Nel 2007 in Italia vengono raccolte oltre 400.000 firme dal Forum dei Movimenti per l´Acqua e viene promossa una legge di iniziativa popolare. Si contrastano fortemente i provvedimenti di privatizzazione dell´allora Ministro del Governo Prodi, on.le Lanzillotta e si riesce ad ottenere una moratoria sull´acqua. Quest´ultima stabilisce che, in attesa di discutere in Parlamento la legge di iniziativa popolare che punta decisamente ad una gestione pubblica dell´acqua, debbano essere sospesi tutti gli affidamenti idrici per 12 mesi. La moratoria acquisisce però la sua validità dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il 29 Novembre 2007. Due giorni prima di tale data, il 27 Novembre 2007 alle ore 23.30 si riuniscono, di fronte ad un notaio, Vincenzo Fontana, presidente della Provincia di Agrigento, e Giuseppe Giuffrida, amministratore delegato di Girgenti Acque SPA, e firmano la convenzione di gestione.

Come vedete è tutto un susseguirsi di forzature di cui l’ultima, in ordine di tempo, è rappresentata dal “prestito dei locali della provincia di Agrigento a Sciacca” all’ente privato per ricevere il suo pubblico. GIRGENTI ACQUE, che abbiamo imparato a conoscere apprezzandone i disservizi, la non disponibilità di uffici nella nostra città, la non disponibilità di un numero verde ed i mancati investimenti in questi ultimi lunghi 15 mesi che sono intercorsi dalla consegna delle reti da parte del Comune di Sciacca, avvenuto nel maggio 2008, ha preso definitivamente piede.

E noi abbiamo smesso di ridere!

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.