Visto che i nostri dubbi non non stati sciolti, torniamo a scrivere oggi al dott. Vincenzo Pinella, responsabile della salute pubblica e del Poliambulatorio ASL, in merito ad una nostra segnalazione del 19 Agosto scorso (clicca QUI per visualizzarla):
Egr. dott. Vincenzo Pinella, lo scorso 19 Agosto 2009 avevamo posto alla sua cortese attenzione, un enorme cassone pieno di residui, crediamo, di cure a base di fango termale giacente, da tempo immemore, sul viale del parco delle Terme. Le avevamo chiesto rassicurazioni sul fatto che tale presenza non possa essere, o essere stata, per così lungo tempo, veicolo di malattie infettive per tutti coloro che si sono trovati, o si trovano, a passare nelle vicinanze.
Sono trascorse tre settimane da quella data ed il cassone si trova nella stessa posizione. A farcelo rilevare sono diverse segnalazioni di cittadini saccensi. I nostri interrogativi non sono stati ancora esplicitati e siamo costretti a ricontattarla per ottenere una risposta in merito, in mancanza della quale pensiamo sia necessario contattare altri interlocutori che possano darci le necessarie delucidazioni.
Non siamo sicuri se tra i bendaggi o lenzuola visibili nel cassone vi siano resti di cure a base di fango terapeutico termale ma, se così fosse, per tali materiali, essendo rifiuti speciali di tipo sanitario più o meno pericolosi, dovrebbe essere previsto uno smaltimento in discarica previo trattamento di disinfezione o sterilizzazione, che speriamo sia stato preventivamente osservato, prima ancora della liberazione dei residui all’aria aperta sul cassone in oggetto.
Con decisione 2000/532/Ce e successive modifiche e integrazioni, l’Unione europea ha istituito l'”Elenco dei rifiuti”. Tale Elenco ha sostituito dal 1° gennaio 2002 i vecchi codici “Cer” e l’elenco dei rifiuti pericolosi di cui alle precedenti norme europee, introducendo una catalogazione unica dei rifiuti. I fanghi termali esausti, essendo “rifiuti legati a diagnosi, trattamento e prevenzione delle malattie negli esseri umani” sono catalogati con codice CER 180103.
I rifiuti sanitari sono quindi classificati come “rifiuti speciali” ai sensi dell’articolo 7, comma 3, lettera h), del Decreto Legislativo 5 febbraio 1997, n. 22. Si tratta di rifiuti che derivano da strutture pubbliche e private che svolgono attività medica e veterinaria di prevenzione, di diagnosi, di cura, di riabilitazione e di ricerca, e come tali rientrano in pieno nel contesto normativo di riferimento definito dal Decreto Ronchi e dalle relative norme di attuazione.
Come sicuramente Lei ben saprà, la materia che riguarda i rifiuti sanitari è regolata:
– dalla Norma UNI 10384/94 (“Impianti e processi di sterilizzazione dei rifiuti ospedalieri”)
– dal Decreto Ministeriale 26 giugno 2000, n. 219 (“Regolamento recante la disciplina per la
gestione dei rifiuti sanitari, ai sensi dell’articolo 45 del decreto legislativo 5 febbraio 1997,
n. 22”)
– dalla Legge 16 novembre 2001, n. 405 (“Interventi urgenti in materia di spesa sanitaria”).
– dalla Direttiva Ministero Ambiente 9 aprile 2002
Certi stavolta di un suo solerte riscontro che sciolga il nostro interrogativo, la ringraziamo anticipatamente e le porgiamo cordiali saluti.
L’Associazione di promozione sociale
L’ALTRA SCIACCA
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