NON SONO A “RISCHIO INFETTIVO” MA SOLTANTO “RIFIUTI SPECIALI”


 

Riceviamo e pubblichiamo la risposta del Dott. Enzo Pinella, direttore area dipartimentale igiene e sanità pubblica ASP 1 AG, in merito alla nostra missiva dell’11 Settembre 2009 (clicca QUI per visualizzarla) con la quale avevamo posto alla sua cortese attenzione, un enorme cassone pieno di residui, crediamo, di cure a base di fango termale giacente, da tempo immemore, sul viale del parco delle Terme.

Mi scuso anzitutto per il ritardo con cui rispondo alla Vostra segnalazione, ma ritenevo che avendo fornito delle risposte “non formali” a qualcuno di voi, che me ne aveva parlato, avessi, in qualche modo, assolto ai miei compiti. Ovviamente non è stato così, e me ne scuso ancora una volta.

Per passare ai fatti, i fanghi termali già utilizzati e di cui il detentore intenda disfarsi, derivando da strutture che svolgono attività medica di cura e/o riabilitazione, sono certamente da considerarsi, ai sensi dell’art. 2 del DPR 15 luglio 2003, n. 254, “rifiuti sanitari”.

Ai sensi dello stesso art. 2, sono definiti “rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo”: (i soli a rischio a rischio infettivo)

“i seguenti rifiuti sanitari, individuati dalle voci 18.01.03 e 18.02.02 nell’allegato A della citata direttiva in data 9 aprile 2002:

1) tutti i rifiuti che provengono da ambienti di isolamento infettivo nei quali sussiste un rischio di trasmissione biologica aerea, nonche’ da ambienti ove soggiornano pazienti in isolamento infettivo affetti da patologie causate da agenti biologici di gruppo 4, di cui all’allegato XI del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni; (e non è il nostro caso)

2) i rifiuti elencati a titolo esemplificativo nell’allegato I del presente regolamento che presentano almeno una delle seguenti caratteristiche:

2a) provengano da ambienti di isolamento infettivo e siano venuti a contatto con qualsiasi liquido biologico secreto od escreto dei pazienti isolati; (e non è il nostro caso)

2b) siano contaminati da:

2b1) sangue o altri liquidi biologici che contengono sangue in quantita’ tale da renderlo visibile; (e non è il nostro caso)

2b2) feci o urine, nel caso in cui sia ravvisata clinicamente dal medico che ha in cura il paziente una patologia trasmissibile attraverso tali escreti;(e non è il nostro caso)

2b3) liquido seminale, secrezioni vaginali, liquido cerebro-spinale, liquido sinoviale, liquido pleurico, liquido peritoneale, liquido pericardico o liquido amniotico;(e non è il nostro caso)

3) i rifiuti provenienti da attivita’ veterinaria, che …” (e non è il nostro caso)

E’ vero che “i rifiuti legati a diagnosi, trattamento e prevenzione delle malattie negli esseri umani” sono catalogati con codice CER 180103*, ma solo quando ricorrono le condizioni di cui sopra (che nel nostro caso non ricorrono).

Pertanto, si può concludere che i fanghi termali già utilizzati (esausti) non sono rifiuti a rischio infettivo e non costituiscono un pericolo sanitario per la collettività.

Naturalmente sono “rifiuti speciali” e in quanto tali soggiacciono a precise regole di conservazione e smaltimento, per la verifica del rispetto delle quali sono stati interessati gli enti competenti.

Per completezza di informazione va segnalato che questo problema, per la parte di nostra competenza, era già stato affrontato in passato dal mio ufficio, in occasione di una più vasta indagine sul complesso termale e le risultanze erano state comunicate alla procura della repubblica.

Fiducioso di essere riuscito a fornire le rassicurazioni richieste e comunque disponibile a riparlarne ancora, cordialmente saluto.

Dott. Enzo Pinella, direttore area dipartimentale igiene e sanità pubblica ASP 1 AG

Cogliamo l’occasione per ringraziare il Dott. Pinella per la gentilezza riservataci, sia per aver risposto alle nostre sollecitazioni sia per l’esaustività del suo intervento. La “palla” (piena di rifiuti speciali) adesso passa agli organi competenti. Chi si DOVEVA e DEVE occuparsi della rimozione di quel cassone?

– Il Comune di Sciacca?
– L’azienda Termale?
– La Regione Sicilia?

Qualcuno l’avrà pur fatto piazzare lì? Il contenuto non sarà nocivo ma sicuramente non è neppure “turistico”.

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