Per capire come un privato, magari “capace” negli altri settori (non lo mettiamo in dubbio), gestisca un bene essenziale e primario come l’acqua, potrebbe essere eloquente la lettura del contratto (clicca qui per visualizzarlo) che la Girgenti Acque SpA stipula giornalmente con la sua utenza.
E risulta utile farlo per rendersi conto che, adesso, privatizzato questo bene comune, parlando d’acqua e di servizio idrico “pubblico”, tutto risulta a carico del cittadino!
Dopo aver preso visione del contratto, lo abbiamo sottoposto anche all’attenzione dei nostri legali che stanno verificando se sussistono, probabilmente in più parti, clausole vessatorie. Giusto per intenderci, l’art. 33 del Codice del Consumo definisce “vessatorie”, fino a prova contraria, le clausole che, malgrado la buona fede del professionista, determinano a carico del consumatore uno squilibrio dei diritti ed obblighi significativo”. Le clausole devono presumersi vessatorie se il professionista non è in grado di dimostrare che la stessa è stata oggetto di trattativa fra le parti. E quest’ultimo è sicuramente il nostro caso. Ma andiamo per ordine.
Immaginiamo che “un oggi feriale” ci ritrovassimo ad aver bisogno di un nuovo allaccio idrico.
Come e cosa facciamo?
Intanto, dobbiamo essere fortunati. Guardando il calendario, “oggi” dovrebbe essere uno di quei due giorni di apertura al pubblico della Girgenti Acque SpA a Sciacca. Quindi, “oggi” è martedì piuttosto che giovedì.
Se così veramente fosse, dobbiamo recarci, alla buonora, presso l’ufficio, chiamiamolo così, della Girgenti Acque SpA. Abbiamo detto “chiamiamolo così” perché in realtà non si tratta dell’ufficio del gestore privato a Sciacca bensì dell’ufficio provinciale di Relazioni con il Pubblico della Provincia di Agrigento “prestato” in quei due giorni a settimana (impiegati imbarazzati all’interno compresi) alla Girgenti Acque SpA.
Abbiamo chiesto spiegazioni, nelle scorse settimane, al presidente della Provincia nonché Presidente dell’Ato Idrico di Agrigento, dott. Eugenio D’Orsi del come, del perchè e a quale titolo la Provincia di Agrigento possa “offrire” i propri locali per gli usi di una ditta privata ma non abbiamo avuto risposta.
Evidentemente il silenzio dovrebbe farci intendere tutto, se siamo perspicaci.
Alle prime ore del mattino, in quell’”ufficio” troviamo già una coda interminabile (in questo si riversano infatti anche gli abitanti dell’hinterland saccense) e così, se fosse veramente il nostro giorno fortunato, forse, nel pomeriggio dello stesso giorno potremmo anche essere ricevuti.
Ma finalmente arriva pure il nostro turno. Ci presentiamo all’addetto, l’unico e il solo, quello che negli altri giorni fa anche servizio in altri Comuni dell’agrigentino, e gli chiediamo un nuovo allaccio, coscienti del fatto che molti, prima di noi, hanno addirittura atteso mesi prima di ottenerlo. Ma tutto ciò è “professionale”, come ci riferisce il geom. Giuffrida (l’amministratore delegato della Girgenti Acque SpA). Tanto più lungo è il tempo di attesa quanto maggiormente professionale è, di fatto, il lavoro svolto. Questo bisognerebbe andarlo a dire anche a chi si trova senza allaccio idrico da oltre tre mesi. Chi ha coraggio lo faccia!
L’addetto ci comunica all’istante che i costi da affrontare ammonteranno a circa 1600 euro!
Ma come? 1600 euro? Ma l’EAS non ne chiedeva circa 300? Perché 1600 euro?Ci chiediamo dunque:
– Ma non si era sempre detto che la Girgenti Acque SpA doveva garantire il servizio agli stessi costi del precedente gestore (ovvero L’EAS) fin tanto che l’ATO Idrico non gli approvi (speriamo mai perché saranno veramente lacrime amare) il famigerato regolamento?
– Perché ci viene chiesta una cifra cinque volte più onerosa di quanto ci chiedeva un tempo l’EAS?
Non possiamo che girare questa domanda alla nostra amministrazione e al nostro sindaco affinché provvedano ad informarsi presso l’ATO Idrico di Agrigento e forniscano successivamente una risposta in merito a tutti i nostri concittadini. Ma torniamo al nostro racconto.
L’addetto ci fornisce, oltre alla buona notizia che dovremmo sborsare presto “due stipendi” per allacciarci alla rete idrica, un “Contratto per presa generale con vasca di accumulo”, chiedendoci, ovviamente, di firmarlo. Per nostra buona abitudine ci fermiamo un istante e decidiamo di leggerlo, prima di procedere alla firma. Questa dovrebbe essere una buona abitudine ma chi di noi legge tutti i contratti che ci vengono man mano sottoposti, nell’arco della nostra esistenza, prima di apporre su essi una bella firma?
Forse pochi o nessuno. Generalmente, errando, si firma e basta. Siamo forse abituati così e, poi, risparmiamo anche il nostro “prezioso” tempo. Che ce ne importa delle eventuali clausole vessatorie presenti. Anche perché, come in questo caso, non abbiamo scelta. O firmiamo comunque quel contratto o non otterremo l’allaccio. In Tv direbbero: No Contratto, No Allaccio! Quindi, se ci fossero clausole vessatorie, non possiamo nemmeno contrattarle. Fortunatamente però il Codice del Consumo, in qualche modo ci tutela, introducendo l’esplicita menzione della sanzione della “nullità” per quelle clausole abusive. Si tratta di una figura di nullità peculiare, c.d. di protezione: essa si contraddistingue per essere relativa, in quanto opera solo a vantaggio del consumatore, e parziale, in quanto il contratto rimane efficace per il resto.
Ci chiediamo però ugualmente:
– Ma qualcuno dell’ATO Idrico ha visionato questo contratto? – O peggio ancora, è stato visionato e poi anche autorizzato?
Giriamo anche questa domanda alla nostra amministrazione e al nostro sindaco affinché si informino adeguatamente presso l’ATO Idrico di Agrigento e diano una risposta in merito a tutti i nostri concittadini.
Dopo aver letto il contratto e dopo aver pensato con rabbia alle parole di chi dice “non avevamo scelta, dovevamo consegnare le reti al gestore privato”, poniamo una sigla su quel famigerato contratto.
Cosa abbiamo firmato?
Prima di ogni cosa “La parte richiedente dichiara di conoscere e di accettare in tutte le parti il Regolamento per il Servizio Idrico vigente che costituisce parte integrante del presente contratto”. Quindi, il regolamento vigente è rappresentato da quel contratto e nient’altro. L’ATO non ha fortunatamente ancora adottato il regolamento proposto da Girgenti Acque e fino a quel fatidico momento (che speriamo non giunga mai), come previsto nella convenzione di gestione all’art.24, “vige il regolamento per il servizio idrico in uso dal precedente gestore”. Tutto ciò è almeno sulla carta.
“Nessuna responsabilità potrà essere addebitata alla Girgenti Acque SpA”. Questa è una frase ricorrente in quel contratto e ciò sarà effettivo anche nel caso di eventuali interruzioni di deflusso, diminuzione di pressione dell’acqua o per i danni di ogni tipo derivanti dalla sospensione dell’erogazione.
“Girgenti Acque non assume alcun obbligo” di preavvisare l’utenza in caso di sospensione del servizio per qualsiasi ragione o causa. La Girgenti Acque, nel caso in cui non possa mantenere i livelli qualitativi dell’acqua erogata entro i requisiti previsti dalla legge, allo stesso prezzo, può erogare acqua per esclusivo uso igienico-sanitario. E’ questa l’unica ipotesi in cui l’utente può recedere dal contratto con effetto immediato. In tutte le altre, il contratto, di durata annuale, potrà essere rescisso solamente dalla Girgenti Acque SpA. Ma nessun essere umano (e qui entra in gioco tutto l’inganno della privatizzazione delle risorse e del servizio idrico) può prescindere dall’acqua. Nessuno quindi avrebbe mai motivo per chiedere la rescissione del contratto con l’unico gestore idrico che esercita le sue funzioni in regime di monopolio. Non c’è scelta, o Girgenti Acque o morire di sete! E per il cittadino sarà sempre più difficile esercitare i propri diritti, avendo a che fare esclusivamente con un gestore privato. Ciò che prima era “il diritto all’acqua” (e alla vita) diventa la scelta obbligata d’avere a che fare col privato che pone i propri interessi al di sopra di quel diritto. Pagare per vivere, potrebbe essere questo il sunto del nostro discorso sulla privatizzazione di questo bene essenziale.
Ogni lavoro, dopo la firma del contratto, sarà eseguito da Girgenti Acque ma la spesa sarà sempre a carico dell’utente che deve soprattutto aver massima cura di tutta la sua parte di condotta della quale, come abbiamo detto , il gestore non è responsabile.
“L’utente si obbliga a rimuovere la vasca di raccolta in qualsiasi momento a semplice richiesta della Girgenti Acque”. A buon intenditor poche parole. “Nel caso in cui l’impianto idrico dell’utente non preveda contatori divisionali (uno per ciascuna unità immobiliare) disposti in batteria centralizzata e allocati all’esterno dell’edificio condominiale prospicienti aree pubbliche, è diritto della Girgenti Acque, al fine di raggiungere la configurazione obiettivo, richiederne in qualsiasi momento l’adeguamento”. Secondo un chiaro disegno che appare evidente da queste ultime clausole, per Girgenti Acque ogni appartamento dovrà quindi avere un allaccio indipendente e nessuno potrà dotarsi di vasca di accumulo. Tutti i costi dell’adeguamento saranno ovviamente a carico dell’utente.
“L’utente si obbliga a pagare, anticipatamente e a prescindere dal reale utilizzo e consumo effettivo, un canone fisso trimestrale corrispondente alla quota fissa d’acqua assegnatagli, in base alle tariffe vigenti e determinate dagli organi competenti” e, sempre trimestralmente “dovrà pagare i maggiori consumi”.
L’unica nota positiva potrebbe essere l’impegno del gestore alla lettura, sempre trimestrale, del contatore. Si passerebbe quindi dalle zero volte l’anno attuali alle quattro, sempre però, come indicato nel contratto, che riescano ad eseguirle. In caso contrario si continuerà, come sempre, in maniera forfettaria (“ad muzzum”). “La tariffa applicata sarà conguagliata dopo l’approvazione del regolamento e della struttura tariffaria, da parte dell’Autorità d’Ambito”. E’ questo il nodo cruciale del contratto. Sappiamo per certo che le nuove tariffe saranno ben più alte di quelle attuali. Bene, non appena l’ATO approverà quel famigerato Regolamento pioverà una tempesta di conguagli sull’utenza che andranno dalla data di affidamento del servizio ad oggi. Speriamo che quel giorno non giunga mai!
“Il Consumo sarà rilevato da apposito strumento di misura (contatore) provvisto ed installato a cura della Girgenti Acque. L’utente pagherà trimestralmente il canone di noleggio anticipato del contatore”.
Ma, scusate, non dovevano sostituirceli gratuitamente? Almeno così dicevano in TV qualche mese fa.
Probabilmente, avranno ragione, non ci saranno addebitati i costi del contatore ma all’utente, sostituito lo strumento di misura, sarà sottoposto il contratto di cui abbiamo parlato (clicca qui per scaricarlo). La sottoscrizione di questo contratto equivale ad un nuovo allaccio o voltura ed il pagamento di questa operazione corrisponde ad una somma pressappoco identica al costo dell’installazione del nuovo contatore.
E, così finisce la favola del “tutto gratis” e l’utenza comincia a capire che per usufruire di un servizio essenziale come l’acqua , adesso pagherà ogni cosa. I disservizi e le inadempienze, quelle saranno sempre gratis, il gestore non ne sarà mai responsabile!