“NATURA E’ / E ARTE”, LA MOSTRA DI FRANCO ALLORO PROMOSSA DA L’ALTRASCIACCA FOTO


Sarà inaugurata oggi domenica, 29 Novembre, alle ore 19, presso il Complesso Monumentale Fazello di Sciacca, la mostra personale fotografica di Franco Alloro dal titolo “Natura è/e arte”.

La manifestazione, che si svolgerà dal 29 Novembre al 6 Dicembre, è organizzata dal nostro club fotografico amatoriale “L’AltraSciacca Foto”, con il patrocinio del Comune di Sciacca, che ci ha gentilmente concesso i locali, e dell’UIF (Unione Italiana Fotoamatori).

Franco Alloro è un fotografo che stentiamo a definire amatoriale per la maestria dei suoi scatti e riveste anche la carica di consigliere UIF, alla quale risulta affiliato anche il nostro fotoclub, ed è stato proprio lui a farci conoscere questa realtà che coinvolge tutti gli appassionati di fotografia del territorio nazionale.
Le opere da lui esposte riguardano gli elementi naturali immortalati nelle sue varie escursioni nelle riserve che circondano Sambuca di Sicilia, impreziosite da un’elaborazione grafica, segno di un leggero intervento dell’uomo sulla natura. Le opere che ne escono fuori sono un misto tra naturale ed artistico, come si può anche dedurre dal titolo della mostra.

Ma non finisce qui. Tra gli scatti di Franco Alloro, trovano spazio anche quelli del toscano Sebastiano Torrente, altro fotoamatore di notevole bravura, che presenta una sua Antologia di foto analogiche, alcune delle quali possono davvero essere scambiate per dei quadri, con chiari riferimenti a celebri artisti del passato.

La mostra è stata già allestita a Sambuca e dopo Sciacca proseguirà per Palermo.
Per tutta la durata della tappa saccense, sarà possibile visitare l’esposizione ogni giorno dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19.
Per completezza, vi riportiamo lo spot, una breve presentazione di Franco alloro ed una sua presentazione della personale fotografica.

FRANCO ALLORO

Nasce e vive a Sambuca di Sicilia (AG). Fotografa dall’età di 18 anni. La sua prima macchina é stata una Kodak Retina S2 con obiettivo da 35 mm Zeiss,. passa successivamente alla reflex acquistando una Yashica FX3, dopo approda definitivamente ad un corredo Olympus più avanzato, completo delle tre classiche ottiche (28, 50, 135) a fuoco fisso.
Inizia cosi, quel grande amore per la fotografia che si perpetua oramai da tanti anni.
Dedica un pò del suo “tempo fotografico” alla ricerca pura, alla sperimentazione e alla ripresa di immagini con soggetti originali ed interessanti. Sono frutto di questo studio sperimentale le “trasparenze”, macro-riprese di vetri in trasparenza e ultimante lo studio su “Natura è/e Arte”, in cui la post-produzione al computer è palesemente e volutamente visibile.
Nel 2003 entra a far parte della UIF (Unione Italiana Fotoamatori) e subito ne illustra l’Annuario Fotografico. Nell’anno successivo crea, per la stessa associazione, il logo della manifestazione nazionale “La giornata del Fotoamatore Nel 2005 e 2006 torna ad illustrare le copertine degli Annuari Fotografici della UIF.
Sono sue le immagini di copertina delle:”Rassegna d’Arte di Primavera – Pittori e Poeti Sambucesi” dei 2004 e del 2005; e del libro di poesie “Il colore dei papaveri … tace” di Giuseppe Sparacino.
Sue foto sono state pubblicate sui libri: “Insolita Sicilia” a cura di Antonino Bellia; e “Prima passava San Giuseppe – Viaggio nella Sicilia della festa che cambia” di Giovanni Cammareri; sulle raccolte tematiche: “L’Acqua”, “Universo donna”, “Momenti di vita urbana” e “Paesaggio rurale” a cura della UIF; sui quotidiani: “Giornale di Sicilia”; “La Sicilia”. Sui mensili: “Il Belice”; “La Voce di Sambuca”. Ha al suo attivo la partecipazione a parecchie mostre sia personali che collettive. Sue foto si possono trovare sui seguenti spazi web: francoalloro.it; valledelbelice.net; uif-net.com; im-ages.it; fotocommunity.it; panoramio.it.

NATURA É/E ARTE

Durante le escursioni fatte nel bosco della ‘Riserva Naturale di Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco ho raccolto diverse immagini dei variegati aspetti che questo ambiente , propone e sottopone alla curiosità dell’occhio fotografico.
Textures di foglie, alberi carichi di verdi muschi o soffocati dall’edera e dalle “liane”, bacche scarlatte, infiorescenze, piccole cascate, sentieri nella nebbia, squarci tra gli alberi di sole mattutino, pietre “scolpite” dal tempo, ecc.
Una tra le tante domande che ogni tanto nasce dentro di me è: può, una foglia gialla che risalta con il suo intenso colore tra un letto di altre foglie in stato di avanzato degrado, macilenti ed incolori, essere considerata un’opera d’Arte?
Mi è venuto in aiuto per capirci qualcosa di più su questo argomento, Umberto Eco e la sua teoria su «Di foto fatte sui muri», in cui effettua un’approfondita analisi filosofico-antropologica, che mi ha guidato verso una più facile comprensione del fenomeno dell’opera d’arte in natura.

Umberto Eco asserisce che: “…il problema dell’opera d’arte casuale coincide con quello del valore estetico dell’oggetto trovato: poiché, se attraverso un bosco viene trovata per terra una radice che assomiglia ad una mucca, e a tale titolo viene raccolta e mostrata, questa “mucca” è un’opera d’arte oppure no?
Quale differenza c’è dunque tra fare un’opera d’arte e scoprire qualcosa che potrebbe essere un’opera d’arte?
La risposta può dedursi soltanto da un’analisi del processo interpretativo di una forma: guardare, capire, gustare una forma vuol dire riconoscervi dei rapporti organici, identificare nel vivo della materia una legge che faccia corpo con essa e si manifesti grazie ad essa. Capire una forma vuol dire interpretarla e cioè ripercorrere il processo che vi ha posto capo: quindi individuare, all’origine della forma, una intenzione formativa, e seguirne l’avventura, ripercorrere il processo vivo che ha portato dallo spunto iniziale alla forma compiuta, comprendendo solo allora, perché la forma è riuscita così e perché doveva riuscire così.
Si comprende dunque come è importante, davanti a un oggetto da interpretare come opera d’arte, pensare dentro di esso un’intenzione, la presenza cioè di un autore. Senza questa presunzione l’oggetto rimarrà una cosa inanimata: diremo cioè, che si può parlare di arte solo come fatto umano. L’esperienza della bellezza, del gradimento estetico di fronte a una forma, la si prova anche di ciò che non è arte: di fronte a una montagna, a una prateria, a un tramonto. E non è vero che la natura sia stupida. È stupida per chi non sa vedere esteticamente la natura: così come per un pastore illetterato è stupido Guernica.
Ma di fronte alla natura teniamo un atteggiamento molto diverso da quello che teniamo di fronte all’arte?
In realtà per godere esteticamente della natura cerchiamo di vederla come il compimento di una operazione intenzionale. In altri termini la antropomorfizziamo, le attribuiamo un autore. Se crediamo in questo autore, e se sotto la nostra estetica prospera una metafisica, saremo allora propensi a pensare che la natura sia effetto di una formazione da parte di un Formatore per eccellenza, e porremo un parallelo tra la formatività dell’arte e la formatività della natura. Se invece pensiamo che la filosofia si debba arrestare alle soglie della metafisica, ci troveremo di fronte alla natura, goduta esteticamente, come ci troviamo di fronte a essa quando cerchiamo di definirla da un punto di vista epistemologico…”

Per cercare di essere ancora più incisivo, sono intervenuto sulle foto con un lavoro di post-produzione per ricondurre parte dell’immagine naturale ad un puro tratto grafico, al fine di sottolineare ancor più la volontà di un processo di valorizzazione estetica. Con l’ausilio dei computer ho potuto realizzare le immagini esposte in questa rassegna attraverso le quali vorrei mettere anche in evidenza che “Natura” e “Arte”, come “materia” e “spirito”, sono accomunati insieme per realizzare un connubio indissolubile ed inscindibile, tanto da non potervi riconoscere nessuno stacco o linea di demarcazione o confine, anzi, per scoprire che le due entità si intersecano, si compenetrano a vicenda l’una nell’altra per realizzare un unico “corpo”, continuo.

Franco Alloro

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