Apprendiamo da numerosi organi di stampa la notizia che a Sciacca un Preside nega la concessione dell’aula magna per un convegno sulla mafia.
Porgiamo le nostre più sincere congratulazioni all’on. Giuseppe Marinello per avere raggiunto l’obiettivo che si è prefissato con l’interrogazione parlamentare rivolta al Ministro della Pubblica Istruzione nel mese di dicembre dello scorso anno, ovvero evitare che il mondo della scuola, e quindi dei giovani, sia coinvolto nell’organizzazione di eventi che aiutino a ricordare, riflettere, formare coscienze civili ed educare alla legalità.
Perché in Sicilia, terra meravigliosa, ed in modo particolare a Sciacca, città ridente e spensierata, i ragazzi devono essere coinvolti in dibattiti che parlano di mafia, di efferati delitti, di terribili stragi, di pizzo, di ricatti, di appalti truccati? Da noi tutto ciò non esiste. Anzi è bene impiegare il tempo che si pensa di destinare a queste attività per un maggiore studio ed approfondimento delle discipline classiche, come italiano e matematica, di cui, ci rendiamo conto, c’e’ l’effettiva necessità viste le ridotte capacità di espressione e di calcolo mostrate da tanti politici ed amministratori di qualunque livello, ordine e grado.
In egual maniera ci complimentiamo con il dirigente scolastico dell’I.P.S.I.A. “Accursio Miraglia”, dr. Sergio Panunzio, che, facendosi interprete reale del verbo del deputato saccense, si è giustamente e coraggiosamente opposto ad uno spregevole tentativo di strumentalizzazione dell’istituzione scolastica portato avanti dall’omonima Fondazione. La Fondazione “Accursio Miraglia”, nata in memoria del sindacalista ucciso dalla mafia nel 1947, ha infatti avanzato una richiesta di collaborazione all’IPSIA, intitolato allo stesso sindacalista, per l’organizzazione del convegno palesemente fazioso “La giustizia in Italia dal caso Miraglia in poi” con la presenza di magistrati, giornalisti, imprenditori e politici in programma per il 22 febbraio, chiedendo di poter usufruire dell’aula magna dell’istituto; il Preside pero’, presa visione degli ospiti, ha ritenuto opportuno e corretto rigettare la richiesta, riservandosi la possibilita’ di cambiare idea nel caso di sopraggiunta garanzia di “par condicio”.
Arrivati a questo punto ci chiediamo quando l’on. Giuseppe Marinello e lo stesso dirigente scolastico Panunzio si faranno promotori di una richiesta al Ministro delle Pubblica Istruzione per cambiare il nome all’I.P.S.I.A., sempre in nome del rispetto della “par condicio”. La proposta potrebbe essere quella di intestarlo ad un uomo senza idee politiche o di cointestarlo ad un sindacalista di fazione opposta a quella di Accursio Miraglia. Attendiamo fiduciosi un loro intervento repentino. Intanto dal mondo dello sport arrivano notizie confortanti: sempre invocando la dea “par condicio”, il prossimo campionato di calcio sara’ disputato solo da squadre dichiaratamente partitiche, gli incontri saranno solo tra squadre appartenenti a schieramenti opposti e gli arbitri in campo saranno due, uno rosso e uno nero.
Torniamo adesso a parlare seriamente.
La preoccupazione che abbiamo manifestato qualche settimana fa, in seguito alla conoscenza del nobile gesto dell’on. Giuseppe Marinello, si e’ purtoppo amaramente concretizzata: d’ora in poi il mondo dei giovani a Sciacca difficilmente potra’ essere coinvolto in manifestazioni aventi come oggetto temi che mirano a sensibilizzare ed educare la coscienza dei futuri cittadini. Era sin troppo evidente che, pur di non venirsi a trovare nella stessa condizione di disagio del dirigente scolastico del Liceo Classico “T. Fazello”, prof. Filippo Brancato, “minacciato” dalla predetta interrogazione parlamentare, tanti suoi colleghi si sarebbero rifiutati di collaborare alla realizzazione di eventi equivalenti a quelli svoltisi nel Liceo. Se l’intento dell’on. Giuseppe Marinello era proprio questo, l’obiettivo e’ stato pienamente raggiunto. Purtroppo a pagarne le conseguenze sono i nostri ragazzi che perdono cosi’ il diritto ad essere storicamente informati, ad essere educati alla civilta’ ed alla legalita’ ed a conoscere principi e valori che stanno alla base di una Societa’ sana. Come naturale conseguenza il conto sara’ anche pagato dalla nostra gente che si trova oggi ultima ruota del carro perche’ cosi’ hanno voluto anche i suoi rappresentanti politici: “testa calata, silenziu e ammutta“.
Esprimiamo la nostra piu’ sincera e forte solidarieta’ alla Fondazione “A. Miraglia” per l’ingiustificato ed inatteso affronto subito e le auguriamo di trovare una sede opportuna ed altrettando dignitosa per svolgere il convegno di cui si e’ fatta promotrice.
Inoltre esprimiamo il nostro ulteriore sdegno per quanto accaduto ed ancora accadra’ come inevitabile conseguenza di un atto privo di ogni logica, perpetrato da un Deputato della Repubblica Italiana nonche’ membro della Commissione Parlamentare Antimafia.