Chissà quanto dobbiamo attendere ancora prima di sentire pronunciare “magicamente” la frase: RESCISSIONE DEL CONTRATTO CON GIRGENTI ACQUE e chissà quali gravi motivazioni bisogna ancora produrre prima di essere convincenti.
In passato i sindaci “ribelli”, in uno dei loro innumerevoli incontri avevano stabilito che il gestore, privato, inadeguato, inaccettabile e quant’altro, andava rimosso. Per questo motivo avevano richiesto la rescissione del contratto in essere. Dall’ATO Idrico, l’ovvia risposta: “dimostrateci prima le gravi inadempienze, i servizi, le gravi inefficienze del gestore”. E questo doveva essere il loro compito.
Compito che poteva essere svolto solamente da chi aveva già consegnato le reti. Gli altri, potevano solo basarsi sulle “cattive” esperienze altrui oltre che trarre da queste energia vitale per continuare la loro battaglia. In barba a chi afferma che “occorre che tutti i Comuni consegnino le reti affinché il gestore si possa organizzare al meglio”. E’ come dire “bisogna impazzire ulteriormente”. Se Girgenti Acque S.p.A. non riesce a garantire ancora, dopo quasi due anni, un servizio efficiente, efficace ed economico nei 27 Comuni dell’agrigentino che hanno già consegnato le reti (e questi rappresentano circa l’80% dell’intera popolazione) come pretendere che riesca a farlo con tutti e 43? E’ una scommessa o cos’altro? Noi cittadini vorremmo saperlo prima, visto che ogni scelta “sbagliata” si ripercuote sempre sulle nostre testa. E’ semplicemente da scellerati pensare che una società che gestisce in modo pienamente insufficiente le reti idriche di 27 comuni riesca a farlo meglio gestendo le reti di tutti i 43 comuni della provincia. Quale tranello si cela in tutto ciò? Sono false motivazioni create ad hoc per accampare scuse e per prendere/perdere altro tempo?
All’ATO Idrico non pervengono segnalazioni di disservizi. Solo Sciacca ha mandato “qualcosina”. Lo riferiscono dallo stesso Consorzio d’ambito. Sciacca lo ha fatto in passato, con la precedente amministrazione, e lo sta facendo tutt’ora. Ma quanto prodotto non basta. Molti sindaci “tacciono” mentre le loro popolazioni “soffrono”, spesso in silenzio, accettando passivamente quanto “calato dall’alto”.
Coi disservizi dei primi mesi di attività, L’ALTRASCIACCA ha prodotto un Dossier/Rassegna Stampa di oltre 600 pagine. Ma basta guardarsi giornalmente i TG locali o chiedere loro la documentazione video per conoscere meglio il nostro gestore. Gestore che, come si dice dalle nostre parti, “si è fatto conoscere abbastanza”.
Valutate voi se quelli che seguono non sono gravi motivi per rescindere il contratto con Girgenti Acque:
- le perdite idriche invece di diminuire continuano ad aumentare;
- le strade sono mal ripristinate gestore;
- intere zone della città sono lasciate a “secco” per oltre 15 giorni;
- il livello minimo di qualità dell’acqua risulta non garantito “per contratto” dal gestore (interi quartieri ricevono nelle loro case “acqua torbida” e le famiglie che devono convivere con l’acqua inquinata mettendo a rischio la propria salute fisica);
- le bollette contengono voci illegittime o inaccettabili e sono prive di informazioni chiare per l’utenza; il gestore ne pretende comunque il pagamento, rifiutandosi di ristamparle in maniera corretta, inoltrando “avvisi di distacco”, senza valore di legge, a scopo intimidatorio;
- le fogne lasciate a cielo aperto per mesi interi;
- gli oltre tre mesi occorrenti per un nuovo allaccio, pagato a prezzi cinque volte superiori rispetto al precedente gestore;
- l’assenza di un ufficio di ricevimento degli utenti degno di tale definizione;
- l’assenza di un sito internet da cui gli utenti possano attingere informazioni ed ottenere chiarimenti;
- l’assenza di un numero verde per l’utenza;
- le garanzie economiche del gestore non garantite, viste le numerose ingiunzioni di fallimento che riceve periodicamente dai suoi fornitori;
- in contrapposizione con quanto indicato nella convenzione di gestione sottoscritta, il mancato rispetto del regolamento del precedente gestore (ciò si evince sia dal “contratto che viene stipulato con la sua utenza” che reca clausole diverse da quelle indicate nel Regolamento EAS e dalle “cifre richieste per i servizi” non proprio in linea con quelli in vigore circa due anni fa).
Se le argomentazioni elencate non sono giudicate così gravi da determinare la risoluzione del contratto in essere, considerando che al peggio non c’e’ limite, ci chiediamo in quale disastrosa situazione piu’ drammatica di quella attuale dobbiamo ancora precipitare. Ai nostri rappresentanti politici ed ai nostri amministratori l’arduo compito di rispondere.