Ferma restando la nostra posizione contraria a qualsiasi esorbitante aumento dei tributi come la paventata ipotesi, riportata dagli organi di stampa locali, che il Comune di Sciacca si stia apprestando ad effettuare un “ritocco al rialzo” del 35% sulla TA.R.S.U. (Tassa Raccolta Solidi Urbani), ancor prima di discutere sul quanto si dovrà pagare è bene capire cosa.
La sopracitata TARSU esiste ancora?
Per capire il senso di questa nostra domanda è bene fare una piccolissima cronistoria.
La TARSU era stata introdotta della Legge n. 366/1941, successivamente razionalizzata con la Legge n. 421/1982 e con il Decreto Legislativo n. 507/1993 ed infine innovata dal Decreto legislativo n. 22 del 1997 (Decreto Ronchi – Verdi) che introduceva l’obbligo della raccolta differenziata e la progressiva abolizione della tassa a vantaggio della T.I.A. (Tariffa Igiene Ambientale).
Quest’ultimo adeguamento (passaggio da TARSU a TIA) doveva avvenire entro l’anno 2006 ma, da allora, con appositi decreti di proroga, la TARSU è stata comunque applicata anche negli anni 2007, 2008 e 2009. Diversi Comuni, nel frattempo, si sono adeguati alla Tariffa (TIA), abbandonando la TARSU, mentre altri hanno continuato ad applicare la vecchia Tassa.
Questa coesistenza tra TIA e TARSU andava però bene fino al 31/12/2009, data in cui si doveva definitivamente cessare la TARSU per passare al nuovo sistema (TIA).
La TARSU, scaduta lo scorso 31/12/2009, non è stata più prorogata. Il Decreto Legislativo n.22/97 è stata abrogato dal successivo n.152/2006 (attraverso l’art. 264 comma 1 lettera I) che condizionava l’applicazione della TIA ad un Regolamento attuativo. Regolamento che, anche se previsto dal Codice dell’Ambiente, non è stato mai pubblicato.
Conseguenza della mancata proroga della TARSU e dell’inesistenza di un regolamento attuativo al decreto n.152/2006 è che il Codice dell’ambiente risulta inapplicabile quanto l’introduzione del regime della TIA.
Si tratta di una vera e propria “mina nascosta” sotto le previsioni di bilancio 2010, argomento che in queste settimane sta complicando la vita agli uffici Ragioneria di vari Comuni italiani che devono approntare e far approvare i bilanci.
Appare evidente che se il nostro Legislatore non provvede a colmare questa lacuna (ma Noi non riusciamo a vedere come), il serio rischio è che gli atti adottati dagli enti locali, compreso il nostro, vengano considerati illegittimi.
Concludendo, allo stato attuale, l’unico regolamento applicabile sarebbe quello del D.P.R. 158 del 1999 con l’evidenza che la sostituzione della TARSU con la TIA , per le ragioni tecniche connesse all’applicazione della decorrenza della legge, non potrebbe decorrere prima dell’anno 2011, non essendo possibile, per i Comuni, modificare in corso d’anno l’entità e le modalità applicative di un’entrata tributaria.
La conseguenza di tutto ciò è, comunque la si veda, certa: LA TARSU NON PUO’ PIU’ ESSERE APPLICATA IN QUANTO NON ESISTE!!