A seguito di una segnalazione ricevuta sul nostro blog, abbiamo provveduto ad inoltrare agli organi competenti ed a quelli di stampa il seguente comunicato.
Alla cortese attenzione del manager dell’Asp 1 di Agrigento,
Dott. Salvatore OliveriAl Sindaco di Sciacca
Dott. Vito BonoAll’assessore regionale alla sanità
Dott. Massimo Russoe p.c. Cittadinanzattiva/TDM
Sezione di SciaccaOrgani di Informazione
SEDI
OGGETTO: Trasmissione lettera su Ospedale di Sciacca
L’associazione L’ALTRASCIACCA inoltra alle S.V., la lettera di una nostra associata, spettatrice di un triste episodio all’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Sciacca
“Cari amici, questa mattina sono arrabbiatissima e perciò ho deciso di scrivervi, per dare voce ai motivi di tanta rabbia.
Da anni sono al corrente che all’ospedale “Papa Giovanni Paolo II” di Sciacca è in uso la “discutibilissima” tradizione secondo la quale i parenti devono accudire i propri congiunti ricoverati, anziché il personale addetto, cosa che suscitava in me diverse perplessità. Ma fino a quando non si tocca la situazione con mano, non ci si può veramente rendere conto di quello che accade, la realtà al solito supera di gran lunga anche la più fervida immaginazione!
Una mia amica ha partorito di recente e sono andata a farle visita. Il reparto maternità, come penso tutti gli altri reparti avrà problemi di mancanza di personale, ma sulla voglia di lavorare dei paramedici, anche in queste condizioni, ci sarebbe da discutere. Poi di notte (e da questo nasce maggiormente la mia rabbia), sembra che ci sia il deserto! Ho visto con i miei occhi una donna a due giorni dal cesareo che vagava disperata per i corridoi alla ricerca di qualche infermiere, medico o qualsiasi altro esponente del personale sanitario. Non parliamo della sicurezza all’entrata: tutti e dico tutti possono liberamente entrare ed uscire dall’ospedale e quindi dal reparto, senza nessun controllo! Inoltre, sembrerebbero alle strette anche con le scorte di pannolini, assorbenti o quanto serve a pulire un neonato: ogni madre deve avere un kit da dare all’infermiera ogni volta che preleva il neonato per pulirlo che deve contenere tutto il necessario! Ma che sistema è questo???? Io e mia madre siamo accorse in ospedale alle 23.00 per dare un minimo di conforto alla mia amica. Ma se questa donna non avesse avuto amici, se fosse stata una turista, se fosse sola al mondo o non avesse nessuno che stia li tre giorni con lei, chi si sarebbe occupata di lei, probabilmente sarebbe rimasta sola, sporca, in lacrime, con il primo figlio tra le braccia, con i punti e con i dolori che un parto simile può provocare, senza sapere cosa fare? Ma dove viviamo? Vi sembra un servizio adeguato per un paese civile ? Non possiamo solo augurarci di non averne mai bisogno, perché in questo mondo la fortuna non basta e le malattie sono sempre dietro l’angolo.
Cari amici, vorrei con il vostro aiuto richiamare l’attenzione su tutto questo, perché un ospedale intitolato a Papa Giovanni Paolo II dovrebbe essere una struttura efficiente per accogliere la numerosa utenza di Sciacca e dell’hinterland e non dovrebbero mai esistere situazioni come quelle che vi ho descritto!”
Lettera firmataQuelle contenute nella lettera della nostra associata non sono le prime e, purtroppo, siamo sicuri che non saranno nemmeno le ultime lamentele sullo stato di degrado in cui versa l’azienda ospedaliera saccense.
E’ intollerabile che un servizio primario come quello ospedaliero sia ridotto ai minimi termini.
E’ intollerabile che medici e paramedici debbano operare sotto organico e senza i mezzi necessari per offrire un servizio degno di questo nome.
E’ intollerabile osservare carenze finanche nella sicurezza dei locali del nosocomio.Dobbiamo forse ritenerci davvero fortunati se finora nessun malavitoso abbia pensato di farsi un giretto negli incustoditi reparti del Giovanni Paolo II. Forse gli stessi, nel frattempo, hanno semplicemente avuto paura di essere sbranati da stormi di zanzare che girano da quelle parti.
O le zanzare svolgono il ruolo di cani da guardia e noi non ne sapevamo nulla?
A parte le tristi battute non ci rimane che sollecitare chi di competenza per cercare di porre rimedio al più presto a queste situazioni di precarietà e degrado.Ne approfittiamo per sollecitare l’intera classe politica saccense affinché sia portavoce delle lamentele dell’intera popolazione spingendo con forza verso interventi radicali poiché situazioni come quelle descritte nella lettera di cui sopra non possano più esserci raccontate.
Associazione di promozione sociale
L’ALTRASCIACCA