Ricorderete benissimo che lo scorso anno, a seguito dell’incidente occorso ad un bambino all’interno della Villa Comunale, erano stati smantellati tutti i PARCHI ROBINSON saccensi, ad eccezione di uno (quello “rinnovato” dello Stazzone). Quest’ultimo era rimasto, fino a poco tempo fa, l’unico punto di riferimento per genitori e figli che volevano trascorrere qualche minuto all’aperto per un sano relax e divertimento nella nostra ridente città.
Adesso il SIGNOR ROBINSON DELLO STAZZONE non è più l’unico e non è più solo perché, grazie alle ACLI di Sciacca ne è stato allestito un altro all’interno del “verde” PARCO del Museo del Carnevale. E ci voleva il Patronato, a cui vanno i nostri elogi e i ringraziamenti di tutta la cittadinanza, per veder spuntare un altro spazio attrezzato per i nostri bambini. Ricordiamo che i giochi rimossi dai quattro parchi comunali, circa un anno fa, giacciono mestamente in qualche “stanzino comunale” in attesa di tempi migliori. Le finanze “al verde” non consentono la loro riparazione (o nuovi acquisti) per cui “si è preferito”, discutibilmente, accantonarli.
Ma il popolo saccense,”incontentabile”, ha avuto modo di ridire anche sul PARCO DEL MUSEO DEL CARNEVALE, troppo spoglio e troppo “poco verde” in cui quindi è assente l’ombra e “ci si sente quasi in un deserto”. E come dar loro torto.
Ma come Comune siamo “al verde”. E mentre “siamo al verde”, manca pure il “verde”. Come fare?
Una soluzione ci sarebbe e potrebbe essere applicata a tutte le aree “potenzialmente verdi” della nostra città. Basterebbe cacciar fuori un “vecchio” regolamento sulle sponsorizzazioni che, anch’esso come i giochi rimossi dei precedenti Robinson, giace chiuso in qualche stanzino comunale. Un regolamento che “rinverdirebbe” i nostri giardini e parte delle nostre finanze.
Soluzioni non trascendentali che sono già state adottate dai Comuni limitrofi. Ecco, giusto per fare un esempio, cosa hanno fatto ad Agrigento:
Questa rotonda che vedete in foto è stata “adottata” da un privato, da un commerciante, che si occupa di curarla divenendone uno sponsor. In cambio riceve uno spazio con cui farsi pubblicità, far conoscere la propria attività.
Come vedete, basterebbe poco per essere “meno al verde” e con “più verde”.