Estratto del resoconto stenografico (stesura provvisoria) della 191ª seduta dell’Assemblea Regionale Siciliana, Martedi’ 3 AGOSTO 2010.
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PRESIDENTE. Si passa al III punto dell’ordine del giorno: Discussione della mozione numero 194 “Interventi in ordine al progetto di ricerca di idrocarburi ‘D 354 C. R-SL’ al largo delle coste di Sciacca e Menfi, in provincia di Agrigento, e Castelvetrano, in provincia di Trapani”, degli onorevoli Marinello, Di Benedetto, Mattarella, Panepinto, Panarello, De Benedictis, Musotto, Digiacomo, Faraone, De Luca, Ferrara, Ammatuna e Gucciardi.
MARINELLO. Chiedo di parlare per illustrare la mozione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARINELLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, Governo, Assessore, in questa materia abbiamo delle competenze un po’ limitate, nel senso che possiamo intervenire in materia di valutazione di impatto ambientale. Tempo fa avevamo presentato questa mozione all’ordine del giorno, perché avevamo appreso dai giornali che una società, e in particolare la San Leone Energy S.r.l., con un capitale di circa 10 mila euro, aveva avviato una procedura per fare delle ricerche di idrocarburi. Noi, in questa nostra Terra che vive di pesca, in cui rappresentiamo il 30, il 35% dell’intero PIL di settore – il settore della pesca è un settore importante e trainante per la nostra Regione – non vogliamo che si portino avanti queste autorizzazioni che altro non sono che un ulteriore danneggiamento delle nostre coste. E’ per questa ragione che ci siamo rivolti al Presidente della Regione, in quanto avendo il rango di Ministro nella fattispecie, sarebbe potuto intervenire presso il Governo nazionale. Siamo contrari, anche alla luce degli articoli di stampa odierni, e di quello che è avvenuto negli Stati Uniti d’America, e so che il Governo della Regione si è già attivato attraverso una deliberazione della Giunta di Governo per le proprie competenze, per la valutazione relativa alla VIA, la valutazione di impatto ambientale. Per il disagio che crea ai nostri operatori, ai pescatori di questa nostra Terra, e senza alcun ritorno per questa nostra Terra. Già nel corso della discussione della finanziaria regionale, provocatoriamente, avevo detto che in Sicilia si raffina oltre il 40 per cento della produzione nazionale, mentre la Valle d’Aosta, il Friuli Venezia Giulia, il Trentino Alto Adige, in quanto zone di frontiera, e Regioni a Statuto speciale, hanno una agevolazione, non solo gli operatori economici di quelle regioni, ma anche tutti i cittadini. In Sicilia non funziona così: raffiniamo il 40 per cento dell’intera produzione nazionale, senza nessun ritorno, se non qualche migliaio di posti di lavoro collocati in alcune realtà, in particolare su Gela e su Siracusa. E questo a danno delle nostre coste, a danno di quello che è il vero volano di quest’Isola: il turismo, l’economia del turismo e della pesca. Noi siamo contrari, ed è per questa ragione che abbiamo chiesto una interlocuzione con il Ministro dell’ambiente – tra l’altro una siciliana, l’onorevole Prestigiacomo – che si attivi per evitare che questi sondaggi, queste ispezioni, e questi progetti di ricerca non abbiano seguito, perché la nostra Terra, ripeto, non ha nessun ritorno, né per le attività produttive, né per gli operatori del settore, né per i cittadini. Noi abbiamo investito e continuiamo ad investire sul turismo, e anche se il Governo regionale ha già attivato una proceduta attraverso una deliberazione della Giunta, non basta. Occorre chiedere subito – e lo dico all’assessore Di Mauro – al Presidente della Regione che mandi una nota al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’Ambiente, affinché si apra una vertenza sui progetti di introspezione di idrocarburi,. Nella mozione ho indicato alcune realtà, ed in particolare quella di Sciacca, di Menfi, di Castelvetrano ma so che anche la provincia di Trapani, quindi non solo Castelvetrano e Favignana, ma anche altre realtà sono interessate da questi progetti di idrospezioni, affinché non avvengano, per tutelare questi territori da danni irreparabili che possono creare questi progetti di ricerca di idrocarburi. Ancora più quando vengono fatte da società con capitale sociale risibile, quindi cosa c’è dietro non lo sappiamo. Io non appartengo alla cultura del sospetto, che è l’anticamera della verità, ma certamente occorre attenzionare il Governo della Regione, perché questi progetti di ricerca non devono più essere fatti in questa nostra Terra, altrimenti dobbiamo aprire un tavolo, che può essere anche di scontro, con il Governo nazionale, perché queste società che producono in Sicilia – di cui, ribadisco, oltre il 40 per cento ha sede legale in Lombardia, nelle regioni di Bossi – non versano l’IRPEF, le imposte o l’IRPEG in Sicilia quindi, non c’è nessun ritorno per la popolazione e per le imprese produttive siciliane. Dobbiamo sostanzialmente far sì che si apra questo confronto con il Governo, ma anche nei confronti di queste società petrolifere a cui noi diamo come Regione siciliana la concessione – lo dicevo già quando era assessore all’Industria, l’onorevole Gianni – bisogna anche sospendere queste concessioni perché la Sicilia non ha bisogno dei mille posti di lavoro in cambio del danno ambientale che viene provocato ai nostri territori. Se non c’è un ritorno, non solo sul piano occupazionale, ma anche sul piano finanziario, e allora la Regione, che non è una Regione dove c’è un polo industriale forte, in cui le coste e il territorio sono stati utilizzati per massimizzare gli utili, guarda caso, di società che hanno sede legale fuori dalla Sicilia. Io non lo so se lo possiamo fare ma penso, e qui mi appello alla sensibilità dell’intero Parlamento, ma in particolare modo del Governo della Regione, che dobbiamo aprire una vertenza con le società e con il Governo nazionale. Questo lo possiamo fare anche per l’autorevolezza che prevede la nostra Carta costituzionale, e cioè che il Presidente della Regione possa intervenire al Consiglio dei Ministri. Per il resto rinvio a quello che è contenuto all’interno della mozione, affinché la stessa, come atto politico forte venga fatta propria dall’intero Parlamento e trasferita al Governo della Regione, e a sua volta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
ADAMO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ADAMO. Signor Presidente, onorevoli colleghi intervengo solo per sostenere con forza la mozione presentata dall’onorevole Marinello e dai colleghi del PD. Noi avevamo già presentato in proposito una interrogazione tempo fa, e abbiamo chiesto incontri con il Governo, abbiamo parlato con l’Assessore e anche contattato il Ministro dell’Ambiente. Il problema è estremamente grave e merita l’attenzione dell’Assemblea e delle forze politiche della Sicilia. Il problema non è solo quello di un possibile danno all’ambiente o alla salute, il problema è quello della fine di un’intera civiltà.Un incidente che in questo caso è possibile evitare, ma quello che avviene in questi giorni purtroppo nel Golfo del Messico ci dimostra danni che sarebbero spaventosi anche per il Mediterraneo, onorevole Assessore, che è un mare chiuso, e un incidente nel Mediterraneo sarebbe la fine di una civiltà, di un mondo, sarebbe la fine del nostro mondo. Io penso che mai abbiamo affrontato in questi mesi un problema più serio di questo. Quindi le chiediamo, Assessore, un intervento estremamente forte e deciso nei confronti del Governo e credo che le dichiarazioni del Ministro Prestigiacomo oggi siano estremamente importanti.Il Ministro, giustamente, chiede, e noi su questo dobbiamo fare fronte, una moratoria di tutti gli interventi fino a quando non si sarà raggiunto un accordo avviato immediatamente tra i 21 Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. E’ chiaro che ci vuole una legge di tutela del Mediterraneo ed è altrettanto chiaro che è un’impresa difficile, perché ci sono Paesi, e non sono soltanto europei, che si affacciano sul Mediterraneo, ma i Paesi europei e l’Italia dovrebbero essere di buon esempio.Quindi, quello che noi chiediamo è la revoca immediata dei permessi di ricerca perché è inutile cercare quello che non si vuole trovare perché, anche si ci fosse il giacimento più importante di petrolio, questo non potrebbe essere sfruttato perché comporterebbe un rischio che certamente nessuno intende correre.Abbiamo presentato un ordine del giorno in questo senso, in particolare mi riferisco alle piattaforme che si trovano vicino le riserve e il mare della provincia di Trapani, ma ci rendiamoconto del fatto che il problema è molto più vasto. Un incidente in Liguria, o di fronte alle coste di Tunisi sarebbe altrettanto grave. Quindi le chiediamo, onorevole Assessore, di farsi protagonista di un impegno immediato nei confronti del Governo nazionale, parlando sempre della Sicilia come ponte e punto di incontro nel Mediterraneo. La Sicilia deve avviare quello che il Ministro oggi ha proposto: un incontro tra i 21 Paesi del Mediterraneo, per cominciare a riflettere su una legge che deve attenzionare il problema dell’inquinamento del Mediterraneo, ma che deve soprattutto bloccare ogni intervento di ricerca e sfruttamento del petrolio.
DI MAURO, assessore per il territorio e l’ambiente. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DI MAURO, assessore per il territorio e l’ambiente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la presentazione della mozione che oggi è in discussione dà la possibilità al Governo di illustrare la sua posizione in ordine alle venti istanze che sono state presentate al Ministero dello Sviluppo Economico, Direzione generale per le risorse minerarie energetiche, di cui oggi ha parlato anche un importante organo di stampa. Sono, fra l’altro, una serie di istanze presentate da società, alcune direttamente appartenenti a società conosciute, come per esempio l’ENI, altre presentate da società nate per l’occasione, e che vanno ad incidere su una porzione di mare che parte dalla zona trapanese, fino alla zona di Capo Passero. Credo sia giusto che il Parlamento sappia che queste richieste vanno ad incidere sulle Isole dello Stagnone di Marsala, l’isola di Marettimo, Levanzo, Favignana, le paludi di Capo Feto e Margi Spanò, le saline di Trapani, il sistema dunale Capo Granitola, Porto Palo e la Foce del Belice, l’isola di Pantelleria, Montagna Grande e Monte Gibele, l’ala costiera delle Falesi e Bagno dell’acqua, l’isola di Pantelleria e le aree marine circostanti, le saline di Marsala, e fondali dell’isola di Favignana, e fondali dello Stagnone di Marsala, l’arcipelago delle Egadi, l’area marina terrestre dello Stagnone di Marsala e delle Saline di Trapani, la foce del Magazzolo, la foce del Platani, Capo Bianco, Torre Sassa, la foce del fiume Verdura, il litorale di Palma di Montechiaro, i fondali di Capo S. Marco e Sciacca, Biviere e Marconi di Gela, Torre Manfria, Biviere e Piani di Gela. Come vedete si tratta di una richiesta molto ampia che va a ricadere su porzioni di territorio che interessano siti di importanza comunitaria e zone di protezione speciale. Quindi, un patrimonio importante, un patrimonio straordinario, che è stato nel tempo attenzionato dal Governo regionale, ma anche dal Governo nazionale, perché non fossero sottoposti né all’attività dell’uomo, né tanto meno fossero oggetto di una serie di interventi che fanno riferimento alla ricerca di idrocarburi. E’ opportuno precisare che la legislazione vigente prevede un diretto coinvolgimento di responsabilità per quanto riguarda a livello nazionale il Ministero competente, il Ministero dello sviluppo economico e la Regione siciliana, attraverso gli Uffici competenti per la valutazione dell’impatto ambientale, che hanno il dovere di rispondere ad una comunicazione che deve essere fatta dopo quindici giorni dal ricevimento della richiesta. Quindi, una procedura che è più che altro di consultazione di quella della Regione, ben più forte nella sostanza e nella forma è l’autorizzazione che deve rilasciare il Ministero. E’ ovvio che un territorio così vasto e di una importanza strategica, già di per sé attraversato da una serie di imbarcazioni che provengono all’Asia e salgono dal canale di Suez, attraversando il canale di Sicilia, che vede spesso perdite di petrolio, e incidenti navali in questa porzione di mare, ha visto anche interessate molte imprese che appartengono alla marineria di Mazara del Vallo, ma anche alla marineria di Sciacca e alla marineria siciliana in genere che conta una capacità infrastrutturale e di uomini per circa un terzo di quella della marineria italiana, perché trattasi in uno dei mari più pescosi in cui le nostre imbarcazioni attingono per la propria attività. Questo è l’argomento pregnante che ci ha convinti ad assumere una posizione di Governo attraverso la delibera di Giunta, ma anche i numerosi interventi di carattere infrastrutturale, che nel settore turistico-ricettivo sono stati fatti a seguito di interventi finanziari privati, ma – diciamocelo francamente – anche a seguito di interventi dello Stato e della Regione: uno per tutti quello di Rocco Forte o gli interventi che stanno facendo, sempre con il contributo dello Stato, nella zona di Ragusa. Una zona così straordinaria non può essere svalutata da una serie di interventi come quelli che sono da qui a poco soggetti a valutazione da parte della VIA nazionale, perché ci vedrebbe costretti, non solo come Governo, ma come territorio, a reagire con forza rispetto ad un’azione di questo tipo. Nostro malgrado, nel corso dell’ultima riunione abbiamo avuto modo, attraverso il rappresentante della valutazione di impatto ambientale che è stato indicato dal Governo della Regione siciliana, di esprimere con chiarezza qual è la posizione del Governo nazionale, escludendo qualunque trivellazione, per il rispetto per dell’ambiente, del mare, e degli interventi che sono stati adottati in questa porzione di territorio. In quella sede, la riunione è stata aggiornata al mese di settembre, quindi, sarà acquisita anche una interlocuzione con gli Uffici del Dipartimento regionale dell’ambiente. Per dopodomani, giovedì, è convocata nuovamente la via nazionale, perchè sono state messe all’ordine del giorno due pratiche che riguardano le isole Egadi entrambe da parte della società Petroleum, con una richiesta straordinaria. Queste società hanno formulato una richiesta perché non ritengono necessaria la valutazione di impatto ambientale. Devo riconoscere che il Ministero ha avuto modo di replicare duramente nella sua istruttoria, e queste pratiche saranno necessariamente soggetto alla valutazione di impatto ambientale. Così come peraltro, per dare una risposta precisa a chi ha presentato la mozione, la richiesta che è pervenuta alla Regione e il Dipartimento dell’Assessorato al Territorio Ambiente – Servizio VIA, in ordine alla pratica di San Leone, ritiene che non è soggetta alla valutazione di impatto ambientale. E’ invece obbligatoria la valutazione di impatto ambientale, e abbiamo rappresentato anche al Ministero dell’Ambiente che tutti questi interventi non sono condivisi dal Governo della Regione, ma al di là di quello che potrebbe essere il ritorno economico per il nostro territorio, c’è certamente un danno, un danno emergente che andrebbe a colpire tutte le iniziative che insistono nel nostro territorio. Credo che noi, come Governo, abbiamo intrapreso un’azione ben precisa, abbiamo convocato altresì i sindaci che hanno interesse sul litorale per un incontro con l’Assessore per dopodomani, perché tutti quanti possiamo mettere assieme una strategia di azione e soprattutto un’attività concreta per convincere il Governo nazionale ad assumere un atteggiamento altrettanto rigoroso per dire no a tutte queste iniziative di trivellazione che, una volta autorizzate, potrebbero causare danni seri per il nostro territorio. Questa è la posizione del Governo, lo abbiamo fatto presente al Ministero dell’Ambiente e anche al Ministero dello Sviluppo economico.
DE BENEDICTIS. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE BENEDICTIS. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per chiedere un’integrazione alla mozione perché, come ha detto l’assessore Di Mauro, l’occasione è stata propizia per illustrare non soltanto i pericoli che riguardano la trivellazione oggetto della mozione, ma, abbiamo anche appreso di altre 20 iniziative che interessano tutto l’arco costiero che va da Trapani a Capo Passero, quindi l’arco costiero che si affaccia sul Mar Ionio. Obiettivamente c’è da preoccuparsi, e poiché non vi è dubbio che il Governo regionale – stando alle parole dell’assessore Di Mauro – sta mettendo in atto le iniziative necessarie, è pur vero che la competenza rimane dello Stato, seppur acquisendo il parere della Regione. Io chiedo che si voti un impegno della Regione ad aggiornarci tempestivamente delle interlocuzioni che l’assessore ha illustrato con il Ministero dell’Ambiente, e comunque non più tardi della fine del mese di settembre, in modo che si possa essere in grado come Parlamento, lo stesso che oggi si appresta a votare ritengo favorevolmente questa mozione, di attivare anche una pressione più significativa e più importante, più mirata dal punto di vista politico sulle venti ed oltre iniziative di trivellazione che si appresterebbero ad essere valutate da parte del Ministero per l’Ambiente nel nostro mare con la contrarietà, come è stata espressa, da parte del Governo e dell’Assemblea regionale. Lo dico nel giorno in cui notizie di stampa riferiscono che lo stesso Ministro dell’Ambiente ha espresso la sua perplessità, la sua contrarietà, avverso delle proposte di trivellazioni che si dovrebbero verificare nel Golfo della Sirte, quindi nel Mar Mediterraneo, perché la vicinanza alle coste italiane potrebbe essere pregiudizievole per la conservazione delle stesse. Ritengo, pertanto, che non potrebbero e non dovrebbero esserci esitazioni da parte dello stesso Ministro nei confronti di trivellazioni che sono a meno di due chilometri dalla costa siciliana. Quindi, per poter essere più incisivi, al di là delle motivazioni che sono già espresse nella mozione all’ordine del giorno, chiedo che si aggiunga un preciso riferimento all’impegno del Governo nel riferire tempestivamente a questa Assemblea sulle interlocuzioni descritte dall’assessore.
MARINELLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARINELLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l’onorevole De Benedictis è stato più che esauriente, ma voglio solo fare una precisazione: seppure queste trivellazioni dovessero avvenire nell’ambito del cosiddetto mare territoriale, cioè entro le dodici miglia – che è di competenza della Regione – c’è una normativa comunitaria e nazionale che regolamenta la competenza, in questa fattispecie, del Governo nazionale. Ed è per questa ragione che ribadisco quanto contenuto nella premessa della mozione cioè, essendo la Sicilia una regione a statuto speciale ed avendo il Presidente della Regione, come previsto dal nostro Statuto, il rango di Ministro, dovrebbe chiedere una convocazione straordinaria ed urgente del Consiglio dei Ministri, affinché si portino tutte le rivendicazioni del Parlamento siciliano e del Governo della Regione che ha già adottato una apposita delibera, onde evitare che la “tegola cada sulla nostra testa” a nostra insaputa. Ecco perché condivido quanto espresso dal collega De Benedictis, che il Parlamento vuole essere passo passo, step by step, a conoscenza di tutte le iniziative poste in essere dal Governo della Regione nella fattispecie, affinché lo stesso, attraverso i parlamentari, attraverso le forze politiche che sono presenti in questo Parlamento, possa monitorare da vicino le effettive decisioni che il Governo nazionale porrà in essere, perché le nostre competenze sono un po’ limitate, seppur si tratta dell’ambito del mare territoriale, ma in questa fattispecie viene derogata questa norma di carattere generale contenuta nel Codice della navigazione.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 17.29, è ripresa alle ore 17.35)
PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato, a firma dell’onorevole De Benedictis, un emendamento che aggiunge alla fine della mozione il seguente capoverso: «a riferire tempestivamente all’Assemblea regionale siciliana l’esito delle interlocuzioni intraprese con il Ministero dell’Ambiente sulle numerose richieste di ricerca di idrocarburi in mare attualmente presentate ed a verificare il corretto esercizio della ripartizione delle competenze fra Stato e Regione in ordine al rilascio di autorizzazioni alla ricerca di idrocarburi in mare alla luce delle prerogative statutarie e della legislazione regionale vigente». Lo pongo in votazione. Il parere del Governo?
DI MAURO, assessore per il territorio e l’ambiente. Favorevole.
PRESIDENTE. Chi è favorevole resti seduto; chi è contrario si alzi.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la mozione così emendata. Chi è favorevole resti seduto; chi è contrario si alzi.
(E’ approvata)
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