Pino Masciari sul Sole24Ore: Se denunci la vita diventa un esilio
di Michele Ainis (Il Sole 24 Ore – pag. 31 inserto “Scrittori Santi Subito”)
Certi libri sono u pugno sullo stomaco. Non perchè affrontino temi scabrosi, o perchè adottano un linguaggio troppo crudo. Cruda e scabrosa è piuttosto la condizione della legalità nel nostro Stato, come mostra a tutto tondo il vissuto di Pino Masciari, un eroe italiano suo malgrado, e malgrado l’Italia sia una cattiva madre con i propri figli migliori. Questo vissuto è adesso un libro (Organizzare il coraggio. La nostra vita contro la ‘ndrangheta), pubblicato da un piccolo editore piemontese (AddEditore). Leggetelo, anche a costo di rovinarvi la giornata.
Lui era un affermato imprenditore edile di Serra San Bruno, 7.000 abitanti nel cuore della Calabria. Reagisce alle vessazioni della ‘ndrangheta, e nel 1994 presenta una denuncia. Quella denuncia costa la galera a uno cinquantina di boss appartenenti alle famiglie più pericolose, dai Vallelunga ai Mazzaferro, dagli Arena ai Sia. Però a Masciari costa la libertà, la dignità, il lavoro. Nel 1996 la sua impresa dichiara fallimento, o meglio lo dichiara un tribunale il cui presidente verrà arrestato dieci anni dopo per corruzione in atti giudiziari. Nel 1997 entra nel Programma di protezione speciale, viene prelevato nottetempo insieme alla moglie e a due bambini in fasce, comincia a peregrinare tra alloggi fatiscenti scelti dai suoi angeli custodi, da una città all’altra, mai il tempo di mettere radici.
Scrive Masciari: “Pensateci, vorrei che per un attimo vi diceste: io da domani mattina sono in un altro posto, io da domani non posso più usare il mio nome, io da domani non sono più nessuno”. Sicchè nel 2004 chiede di tornare a casa propria, ma le autorità glielo impediscono: sequestro di Stato. L’anno dopo tuttavia le stesse autorità revocano la protezione: schizofrenia di Stato. E lo fanno perchè, secondo loro, lui non ha più da testimoniare in tribunale, quando l’ultimo processo si è chiuso viceversa nel 2008: bugie di Stato. Masciari impugna questa decisione, nel 2009 il Tar gli dà ragione, ma la sentenza non viene mai applicata: illegalità di Stato. Da qui uno sciopero della fame e della sete, l’intervento della società civile, l’appoggio di Napolitano.
Il resto della storia compone il presente di Masciari: lui ha ormai lasciato la Calabria, vive sotto scorta, ma si è ripreso un pò della sua vita, usandola per girare le scuole, per parlare ai giovani di Stato e d’Antistato. Il guaio è che talvolta questi due termini esprimono il medesimo concetto.
“Lavoro certo e protetto per gli imprenditori che denunciano”
Scritto da Denise
“Se lo Stato non invertirà al più presto questa rotta, schierandosi apertamente e incentivando coloro che denunciano, non ne usciremo mai, le persone continueranno a scegliere l’omertà. Dobbiamo, nei fatti prima che nelle parole, dimostrare che un’altra vita è possibile, ma soprattutto che può essere anche conveniente. Questi professionisti sono la parte sana in un paese malato e possono, loro stessi, divenire l’antidoto al veleno della ‘ndrangheta. Oltre allo Stato devono muoversi di concerto le Associazioni di categoria e la società civile, bisogna lavorare insieme in modo pragmatico, tangibile”.
L’imprenditore Pino Masciari così commenta :“Le parole del Presidente della Regione Calabria Scopelliti, appaiono incoraggianti. L’auspicio è quello che finalmente si riconosca agli imprenditori che hanno denunciato il sacrificio compiuto e si cerchi di restituire una vita vera e soprattutto una dignità concreta fatta di lavoro certo e protetto”.
Pino Masciari si è trovato isolato, ha affrontato con enorme dispendio morale-fisico-economico il farraginoso apparato burocratico impreparato a supportare e gestire figure come lui, essendo uno dei primissimi che ha ardito denunciare e fatto condannare esponenti di rilievo della ‘ndrangheta, ha dovuto lottare per i propri diritti. Costretto ad abbandonare imprese, dipendenti e ricchezze, viene da considerare che la ‘ndrangheta in un qual modo ha accresciuto il proprio potere e le proprie ramificazioni, con l’unica conseguenza che ha prevalso sulle Istituzioni e soffocato l’imprenditoria , unica arteria di ossigeno dell’economia calabrese. Masciari ha sempre sostenuto che questo messaggio sia stato devastante per coloro che si trovano a dover scegliere se denunciare o meno le ingiustizie subite. Ciò non deve più accadere.
Continua Masciari “Ecco che la notizia mi ridà fiducia. Ho cooperato con lo Stato in ogni occasione e mai mi sono tirato indietro pur nella condizione di non essere stato sempre supportato dalla solerzia politica e dalle associazioni di categoria. Chiedo solamente che questo non rimanga un proclama, che seguano fatti concreti e sarebbe valido essere coinvolti nelle discussioni e nel confronto: chi meglio di noi può conoscere i nostri bisogni, le nostre paure e necessità? Possiamo realmente essere utili, aiutando le Istituzioni in questo cammino, dando anche suggerimenti che scaturiscono da difficili esperienze personali e, come se non bastasse, possiamo fungere da esempi per riuscire a coinvolgere e incoraggiare altri che ancora vivono questo dramma. Mi auguro che, finalmente, le Istituzioni guardino a chi denuncia come ad una qualità. Sono il primo a voler mettere il proprio impegno e la propria professionalità ancora una volta al servizio del Paese.”
Riportiamo l’articolo riguardante le parole del Presidente Scopelliti pubblicato sull’agenzia ANSA:
RACKET:CALABRIA;SCOPELLITI; PDL PER SOSTEGNO A CHI DENUNCIA
La Regione Calabria affidera’ lavori agli imprenditori che denunciano richieste estorsive, ”per premiare il loro coraggio civile ed il loro impegno contro la ‘ndrangheta”. Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, definendo la lotta contro la criminalita’ organizzata ”una priorita’ della Giunta”. ”A tale scopo – ha aggiunto Scopelliti – sara’ creata una lista di imprenditori che hanno denunciato il racket cui potranno essere affidati lavori, facilitando il loro accesso alle procedure ad evidenza pubblica. Seguendo il concetto che ho ribadito piu’ volte, secondo cui la ‘ndrangheta ha paura piu’ dei fatti che delle parole, abbiamo approvato un progetto di legge, che sara’ esaminato dal Consiglio regionale a febbraio, che prevede azioni concrete di sostegno in favore degli imprenditori che hanno denunciato le intimidazioni. Il nostro sforzo deve essere quello di evitare che venga abbandonato a se stesso, come spesso avviene attualmente, chi ha il coraggio di denunciare le richieste estorsive. Si tratta di un’iniziativa che puo’ essere attuata anche dagli enti locali”. ”La nostra iniziativa – ha detto ancora Scopelliti – puo’ rappresentare anche uno stimolo ed un incentivo nei confronti degli imprenditori da parte della Regione perche’ denuncino le richieste estorsive subite”. Il progetto, denominato ”Interventi regionali a sostegno delle imprese vittime di reati di ‘ndrangheta e disposizioni in materia di contrasto alle infiltrazioni mafiose nel settore dell’imprenditoria”, sara’ discusso ed approvato nella seduta del Consiglio regionale prevista il 22 febbraio. ”Questa legge – ha dichiarato il presidente Scopelliti – consentira’ di inserire le aziende che hanno denunciato e che sono vittime di racket o usura in una ‘short list’ che la Regione utilizzera’ per affidare commesse sotto soglia”.
Fonte: www.pinomasciari.it