IL CASO – Referendum, per il voto all’estero la prima scadenza è il 14 Aprile


Sono quattro milioni i connazionali che vivono fuori dal nostro Paese. Per dire la loro su acqua pubblica, nucleare e legittimo impedimento possono votare per corrispondenza. Chi vuole votare in Italia deve comunicarlo all’ambasciata entro tre giorni.

di PASQUALE NOTARGIACOMO

ROMA  – Acqua pubblica, ritorno al nucleare e legittimo impedimento. L’appuntamento referendario, che mobiliterà il corpo elettorale il 12 e il 13 giugno, riguarderà anche i più di 4 milioni di connazionali che non vivono nel nostro paese (4.115.235 alla data del 31 dicembre 2010). Il riferimento normativo in questo caso è la legge 459/2001, che riconosce il diritto di voto in materia di referendum abrogativo anche a chi risiede fuori dall’Italia, purché regolarmente iscritto nelle liste elettorali della circoscrizione Estero. Anche su di loro, svanita definitivamente la possibilità di un election day unificato, si sta concentrando la campagna informativa dei comitati referendari per raggiungere l’obiettivo quorum (50%+1).

Le scadenze. Il cammino verso il voto degli italiani all’estero inizia infatti con buon anticipo rispetto ai connazionali in patria. Le modalità sono due: il voto per corrispondenza o l’opzione per il voto in Italia. La prima scadenza è fissata tra pochi giorni, precisamente il 14 aprile. La legge 459 stabilisce infatti che l’elettore può esercitare l’opzione per il voto in Italia entro il decimo giorno successivo alla indizione delle votazioni. In questo caso i decreti con i quali il presidente della Repubblica ha indetto le consultazioni referendarie sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 4 aprile. Ecco perché chi volesse votare nel nostro Paese, presso la Circoscrizione del territorio nazionale in cui è iscritto, dovrebbe comunicarlo entro il 14 alla rappresentanza diplomatico  –  consolare di residenza per gli aggiornamenti dei registri elettorali.

Le rassicurazioni dell’Aire. Un termine che però, fanno sapere dall’Aire (l’Anagrafe per gli italiani residenti all’estero), non pregiudica assolutamente la possibilità di votare: “Chi non volesse esercitare l’opzione per votare in Italia, riceverà normalmente il materiale necessario per il voto per corrispondenza” è la spiegazione dei funzionari del servizio elettorale. Anche i cittadini italiani temporaneamente all’estero come militari o appartenenti a forze di polizia in missione internazionale, come dipendenti di amministrazioni pubbliche per motivi di servizio oppure come professori universitari ed i loro familiari conviventi potranno esprimere il voto per corrispondenza (come succede dal 2006), facendone richiesta entro l’8 maggio.

Situazione diversa per chi si trovi temporaneamente all’estero e non appartenga alle tre categorie sopraindicate. In tal caso si può votare per i referendum solamente in Italia nel proprio Comune. I plichi elettorali per le operazioni di voto dovranno essere recapitati agli elettori entro il termine massimo del 29 maggio. Concluse le operazioni, le schede votate dagli italiani residenti all’estero, pervenute ai Consolati entro il 9 giugno 2011 saranno trasmesse in Italia. Dello scrutinio si occuperà l’Ufficio Centrale per la Circoscrizione Estero istituito presso la Corte di Appello di Roma.

(11 aprile 2011)

Fonte: repubblica.it

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