Già. è proprio così! Nella nostra Provincia di Agrigento, fregandosene allegramente del recente risultato referendario attestante una ben precisa volontà popolare, alcuni componenti del CdA dell’ATO idrico hanno approvato le nuove tariffe (ovviamente al rialzo) che Girgenti Acque applicherà in tutti i comuni in cui gestisce il servizio idrico integrato dopo che le stesse saranno adottate dall’Assemblea dell’ATO, cosa che ovviamente auspichiamo non accada. A Napoli invece il sindaco Luigi De Magistris, tenendo conto della manifesta volontà della gente e mantenendo fede agli impegni assunti in campagna elettorale, ripubblicizza la gestione dell’acqua.
Addio all’Arin, nasce nuova azienda comunale Abc: «Acqua bene comune»
NAPOLI – Il Comune di Napoli rende operativa la volontà referendaria e trasforma l’Arin, società che fino ad oggi ha gestito il ciclo dell’acqua, in Abc, Acqua bene comune. La neonata azienda si caratterizza per essere una società speciale di diritto pubblico i cui obiettivi , come è stato spiegato oggi nella sede del Comune, saranno «il pareggio di bilancio attraverso l’attuazione dei principi di efficacia, trasparenza ed economicità».
L’amministrazione De Magistris, con questo atto, che ora dovrà essere approvato dal Consiglio comunale, dice “no” alla privatizzazione e conferisce all’acqua lo status di bene comune. «Con questo atto – ha detto l’assessore ai Beni comuni, Alberto Lucarelli – il Comune di Napoli è la prima amministrazione in Italia che rende attiva la volontà cittadina che si è espressa con il referendum lo scorso giugno e restituisce alla cittadinanza l’acqua come bene comune».
Dal Comune la rassicurazione che nella nuova società non saranno riproposti «vecchi carrozzoni». Il nuovo Consiglio di amministrazione dell’Abc, per la cui costituzione il Comune ha chiesto all’Arin di convocare l’assemblea, sarà costituito da tre figure di carattere tecnico, giuridico e manageriale cui si affiancheranno due rappresentanti della cittadinanza nominati dal sindaco e individuati tra le associazioni ambientaliste.
Accanto al Cda, l’Abc sarà dotata anche di un organo a latere: un comitato di controllo in cui saranno rappresentati i lavoratori dell’azienda, gli ambientalisti e i consumatori. Per quanto riguarda le tariffe, è stato introdotto il principio del minimo vitale ed è stato istituito un fondo di coesione e solidarietà.
«La nuova società – ha aggiunto l’assessore al Bilancio, Riccardo Realfonzo – sarà pienamente controllata dal Comune ed è uno strumento efficace per tenere basse le tariffe, per consentire a tutti l’accesso all’acqua e rappresenta un cambiamento radicale rispetto alla logica della privatizzazione che voleva mercificare anche l’acqua rendendola oggetto di profitto».
Tutti gli utili dell’Abc, inoltre, saranno reinvestiti nella realizzazione di opere e infrastrutture. Acqua come bene comune anche attraverso l’installazione di fontanine. La prima sarà inaugurata a giorni davanti Palazzo San Giacomo e poi seguiranno quelle all’aeroporto di Capodichino, alla Stazione centrale e alla Stazione marittima.
Venerdì 23 Settembre 2011 – 16:39
Fonte: ilmattino.it
Delibera di ripubblicizzazione dell’acqua di Napoli
La Giunta, su proposta dell’Assessore ai Beni Comuni, Informatizzazione e Democrazia Partecipativa,
Premesso
che l’acqua è un bene essenziale ed insostituibile per la vita e, pertanto, la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile e all’acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi costituiscono un diritto inviolabile dell’uomo, un diritto universale, indivisibile, che si può annoverare fra quelli di cui all’articolo 2 della Costituzione;che con la promulgazione della Carta Europea dell’Acqua (Strasburgo 1968) la concezione dell’acqua come “bene comune” per eccellenza si è progressivamente affermata a livello mondiale;che il bene acqua, pur essendo rinnovabile, per effetto dell’azione antropica può esaurirsi: è quindi responsabilità individuale e collettiva prendersi cura di tale bene, utilizzarlo con saggezza, e conservarlo affinchè sia accessibile a tutti e disponibile per le future generazioni;
che la Risoluzione del Parlamento Europeo del 15 marzo 2006 sul IV Forum mondiale dell’Acqua dichiara “l’acqua è un bene comune dell’umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l’accesso all’acqua alle popolazioni più povere entro il 2015 ed insiste affinchè “la gestione delle risorse idirche si basi su un’impostazione partecipativa e integrata, che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua a livello locale e in modo democratico”;
che, inoltre, la risoluzione del Parlamento Europeo dell’11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno già affermava “essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”;
che il principio dell’accesso all’acqua come diritto fondamentale di ogni persona, secondo criteri di parità sociale e di solidarietà, è stato, altresì, recentemente ribadito dall’assemblea Generale delle Nazioni Unite (Risoluzione ONU del 29 luglio 2010);
Considerato
che l’esito della consultazione referendaria del 12 e 13 giugno scorso ha determinato l’abrogazione sia dell’articolo 23bis del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con la legge 6 agosto 2008, n.133 e successive modificazioni e integrazioni, sia del comma 1 dell’articolo 154 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152;
che sussistono, pertanto, le condizioni normative per promuovere la ripubblicizzazione dei servizi idrici;
che è opportuno introdurre nell’ordinamento comunale la definizione di servizio idrico integrato come servizio pubblico essenziale di interesse generale al fine di garantire l’accesso all’acqua per tutti;
Considerato, infine,
che l’Amministrazione comunale condivide sostanzialmente gli obiettivi del movimento mondiale del Forum dei movimenti per l’acqua, che coinvolge un sempre maggiore numero di enti locali in tutto il Paese, e ritiene opportuno, anche in relazione all’assetto costituzionale, sviluppare un’azione tesa a riformare il sistema di gestione del servizio idrico, che superi il modello di gestione mediante affidamento a soggetto giuridico privato nella forma di s.p.a. a totale capitale pubblico con unico azionista e ha come obiettivo la realizzazione di un modello di gestione pubblica-partecipata, mediante affidamento ad un soggetto giuridico di diritto pubblico;
Ritenuto
che è necessario individuare e fare propri alcuni principi basilari in tema di concezione dell’acqua come bene comune;
che è opportuno prevedere, in tale percorso di scelte, la consultazione delle organizzazioni della “cittadinanza attiva”, al fine di realizzare il necessario processo partecipativo;
che uno degli obiettivi è rendere la società di gestione del servizio idrico un soggetto giuridico di diritto pubblico, con le caratteristiche di azienda improntata a criteri di economicità, efficienza, trasparenza e partecipazione;
Vista la deliberazione della Giunta comunale n. 587 del 29 aprile 2011 che ha confermato la gestione pubblica dell’acqua a mezzo dell’ARIN S.p.a., società in house providing;
La parte narrativa, i fatti, gli atti citati, le dichiarazioni ivi comprese sono vere e fondate e quindi redatte dal Dirigente del Servizio sotto la propria responsabilità tecnica, per cui sotto tale profilo, lo stesso dirigente qui di seguito sottoscrive
IL DIRETTORE GENERALE
dott. Vincenzo Mossetti
1) di fare propri e approvare i seguenti principi:
- l’acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato;
- la proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntate a criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici;
2) di procedere, di concerto con il Forum dei movimenti per l’acqua, alla consultazione delle organizzazioni della “cittadinanza attiva”, al fine di realizzare il necessario processo partecipativo;
3) di procedere all’audizione di esperti nei settori giuridico, economico, aziendale, al fine di acquisire ulteriori conoscenze per l’elaborazione di un modello di gestione coerente con i principi richiamati;
4) di garantire l’attività di consultazione e di condivisione in condizioni di massima trasparenza e partecipazione, anche mediante l’utilizzo del web;
5) di dare mandato agli Uffici competenti di predisporre le necessarie modifiche statutarie da proporre al Consiglio comunale per la trasformazione dell’ARIN S.p.a. in soggetto giuridico di diritto pubblico, con le caratteristiche di azienda improntata a criteri di economicità, efficienza, trasparenza e partecipazione.