Abbiamo ricevuto e pubblichiamo la seguente lettera firmata.
Per chi, come Noi, ama Sciacca, leggerla e’ come ricevere un violento pugno nello stomaco. Fa male sentirsi accusare di non essere capaci di indignarsi o di essere bravi solo a lamentarsi. Fa male sentirsi dire che si e’ incapaci di una qualunque reazione agli atti di violenza che giorno dopo giorno, anno dopo anno, continuano ad essere commessi nei confronti della nostra città e del nostro territorio. Però sino ad adesso e’ stato così .
A dire il vero l’edificazione selvaggia, l’assenza di una progettazione razionale ed equilibrata dello sviluppo urbano e delle rete stradale di collegamento, la totale mancanza di spazi verdi all’interno della città dedicati all’uomo non sono caratteristiche soltanto della nostra Sciacca o della nostra Sicilia, come testimoniano eventi drammatici verificatisi recentemente in tutta Italia, ma la generalizzazione dei problemi non può essere una giustificazione. Consentire che lo sviluppo del nostro territorio unitamente al futuro dei nostri figli sia stato compromesso e continuerà ad esserlo da scelte avallate da governanti o amministratori dissennati che rappresentano solo il loro interesse personale non può trovare alcuna scusante. Saccensi, Siciliani e Italiani hanno delle responsabilità per la situazione in cui oggi si trovano.
Come non condividere poi l’ultima considerazione: “… se non ritrovate la dignità di persone civili, rimarrete dei poveracci.” Il significato di civile e’ “che concerne il cittadino di uno stato, in particolare nel suo rapporto con gli altri cittadini; rispettoso dei diritti e delle esigenze altrui e delle regole comuni; che è caratterizzato da quel grado di sviluppo sociale, economico, culturale che comunque si definisce come civiltà”. E noi a Sciacca siamo “civili”?
Commento di Beppe:
Leggo questa lettera davvero amara e carica di sofferenza. Una lettera ben più forte e “rabbiosa” di quella che scrissi io non molto tempo fa: ma è logico, io da Sciacca sono stato “adottato”, mentre questo interlocutore è figlio di una terra dalla quale si sente tradito. L’enorme potenziale di Sciacca (posso dirlo: è dal 1974 che ci vengo) è stato “scippato”, rovinato, disperso nei rivoli della burocrazia, del disinteresse pubblico e, permettemi di dirlo, privato.Perchè la diversa attenzione tra “cosa” pubblica e “cosa” privata si è andata sempre più dilatando: se per la cosa privata intere generazioni (ahimè, a partire dalla mia) si sono spese per avere e tutelare il meglio, per la cosa pubblica ha prevalso incuria e indolenza. E’ vero, come scrive a chiosa della lettera L’Altra Sciacca, che non è un problema specifico di Sciacca, ma di tutto il nostro territorio nazionale, ma è altrettanto vero che Sciacca aveva cose che da altri parti non esistevano nemmeno nei sogni. Io sono nato e vivo a Milano: anche da noi le cose sono andate degradando, ma paesaggisticamente e naturalisticamente non è che avessimo molto da difendere… Quiando ero molto più giovane, con mia moglie camminavo dalla Foggia sino a Capo S.Marco e oltre: uno spettacolo della Natura, una macchia mediterranea senza uguali, scogliere pulite, animali indisturbati ovunque, acque così limpide che se ne vedevano i fondali fin nei minimi particolari. Personalmente ho nuotato (a pochi metri dalla battigia della Foggia) in mezzo a spigole, sopra un oceano di ricci, e c’erano stelle marine e cavallucci marini. Ho visto murene uscire dalle loro tane per osservarmi curiose e ho visto polipi mettere sassi attorno alla loro “casa”. E come dimenticare la pineta di San Calogero? Uno spettacolo, pulitissima, rispettata da tutti, così come le strade del centro storico o i vicoletti attorno alla Foggia. Ho conosciuto anch’io lo Stazzone di cui parla la lettera,era davvero un posto “magico” per chi veniva dal Nord.Dove è finito quel mondo? Che ne avete (abbiamo, in senso più sociale) fatto? Non è stupida nostalgia,non è retorica da vecchi: è realtà. Resto convinto che ancora si possa agire, che ancora le cose si possano raddrizzare se ci si mette impegno, passione, amore per il proprio territorio. Dove siete giovani di Sciacca? Dove siete bella gente di Sciacca che ho conosciuto e a cui ho voluto (ricambiato) un mondo di bene? Resta solo L’Altra Sciacca e pochi altri a battersi per tutti e nell’interesse di tutti? Naturalmente, identico impegno dovrebbe mettere la politica e la Pubblica Amministrazione. Pubblica Amministrazione che, tanto per tenervi aggiornati, non ha mai risposto alle mie richieste di precisazioni sul grado di cui anch’io parlavo e di cui avevo scritto anche qui… Ancora una volta, si ignorano i richiami della gente comune e ci si perde dietro i sofismi della politica parlottiera… e senza voler pensare ad altro e peggio… Chi ha scritto la lettera di cui sopra, si mostra indignato e fortemente, scusate il termine, incazzato. Io sono solo rattristato perchè anche a me (e non solo a voi, abitanti di Sciacca) è stato rubato un pezzo di vita…
Leggo questa lettera davvero amara e carica di sofferenza.
Una lettera ben più forte e “rabbiosa” di quella che scrissi io non molto tempo fa: ma è logico, io da Sciacca sono stato “adottato”, mentre questo interlocutore è figlio di una terra dalla quale si sente tradito.
L’enorme potenziale di Sciacca (posso dirlo: è dal 1974 che ci vengo) è stato “scippato”, rovinato, disperso nei rivoli della burocrazia, del disinteresse pubblico e, permettemi di dirlo, privato.Perchè la diversa attenzione tra “cosa” pubblica e “cosa” privata si è andata sempre più dilatando: se per la cosa privata intere generazioni (ahimè, a partire dalla mia) si sono spese per avere e tutelare il meglio, per la cosa pubblica ha prevalso incuria e indolenza.
E’ vero, come scrive a chiosa della lettera L’Altra Sciacca, che non è un problema specifico di Sciacca, ma di tutto il nostro territorio nazionale, ma è altrettanto vero che Sciacca aveva cose che da altri parti non esistevano nemmeno nei sogni. Io sono nato e vivo a Milano: anche da noi le cose sono andate degradando, ma paesaggisticamente e naturalisticamente non è che avessimo molto da difendere…
Quiando ero molto più giovane, con mia moglie camminavo dalla Foggia sino a Capo S.Marco e oltre: uno spettacolo della Natura, una macchia mediterranea senza uguali, scogliere pulite, animali indisturbati ovunque, acque così limpide che se ne vedevano i fondali fin nei minimi particolari.
Personalmente ho nuotato (a pochi metri dalla battigia della Foggia) in mezzo a spigole, sopra un oceano di ricci, e c’erano stelle marine e cavallucci marini. Ho visto murene uscire dalle loro tane per osservarmi curiose e ho visto polipi mettere sassi attorno alla loro “casa”.
E come dimenticare la pineta di San Calogero? Uno spettacolo, pulitissima, rispettata da tutti, così come le strade del centro storico o i vicoletti attorno alla Foggia.
Ho conosciuto anch’io lo Stazzone di cui parla la lettera,era davvero un posto “magico” per chi veniva dal Nord.Dove è finito quel mondo? Che ne avete (abbiamo, in senso più sociale) fatto?
Non è stupida nostalgia,non è retorica da vecchi: è realtà.
Resto convinto che ancora si possa agire, che ancora le cose si possano raddrizzare se ci si mette impegno, passione, amore per il proprio territorio.
Dove siete giovani di Sciacca? Dove siete bella gente di Sciacca che ho conosciuto e a cui ho voluto (ricambiato) un mondo di bene? Resta solo L’Altra Sciacca e pochi altri a battersi per tutti e nell’interesse di tutti?
Naturalmente, identico impegno dovrebbe mettere la politica e la Pubblica Amministrazione.
Pubblica Amministrazione che, tanto per tenervi aggiornati, non ha mai risposto alle mie richieste di precisazioni sul grado di cui anch’io parlavo e di cui avevo scritto anche qui…
Ancora una volta, si ignorano i richiami della gente comune e ci si perde dietro i sofismi della politica parlottiera…
e senza voler pensare ad altro e peggio…
Chi ha scritto la lettera di cui sopra, si mostra indignato e fortemente, scusate il termine, incazzto.
Io sono solo rattristato perchè anche a me (e non solo a voi, abitanti di Sciacca)è stato rubato un pezzo di vita…