SICILIA, IL TERZO GIORNO DI PROTESTA DEL MOVIMENTO DEI FORCONI (18 gennaio 2012)
La primavera siciliana si muove sulle ruote possenti dei tir degli autotrasportatori, o su quelle ramponate dei trattori agricoli e si innalza nei forconi dei contadini organizzati, e nelle mani salmastre dei pescatori dell’isola riuniti in presidio nei crocevia e negli snodi ferroviari.
La terra che brucia in mezzo al mare si prepara al grande blocco generale, annunciato oggi dai comitati degli agricoltori e di tutti i lavoratori aderenti al movimento autobazzettatosi “Forza d’urto”, previsto per Giovedì 19 Gennaio e riguardante principalmente tre arterie cruciali della Sicilia Occidentale, la Palermo-Agrigento, la Palermo-Sciacca, e l’Agrigento-Castelvetrano.
Assemblee permanenti di agricoltori sono stabili da ieri nei comuni di Cianciana, Corleone, Prizzi, Aragona, S. Elisabetta, Partanna, Poggiorreale, Salaparuta, Canicattì, Palma di Montechiaro, molte altre cittadine sono in fase di auto-organizzazione.
L’aspra contestazione diretta a colpire il governo Monti e il decreto “Salva Italia”, ribattezzato dagli agricoltori indignati “Stermina Famiglie” si fonda su precise richieste: l’abolizione delle misure previste dal decreto circa la tassazione dei terreni e i fabbricati rurali, in quanto essi stessi strumenti di lavoro degli agricoltori, la riduzione dei costi del carburante, l’applicazione di quelle norme previste e mai applicate dello Statuto Siciliano, la moratoria dei debiti che le aziende hanno contratto con Serit ed Equitalia, con precise indicazioni su come reperire i fondi necessari, l’annullamento di tutte quelle regolamentazioni, in buona parte a firma CE, che consentono modificazioni ed aggiunte chimiche a molti prodotti alimentari, alterandone la genuinità.
La primavera siciliana che qualcuno chiama “alba” o “nuovi vespri”, unisce per la prima volta moltissime categorie di lavoratori, li unisce nei disagi scaturenti dalle vessazioni “di stato”, ma anche nella speranza che la Sicilia possa parlare al futuro, partendo dal mare, dal grano, e dall’uomo.
Fonte: forzadelsud.it
[smooth=id:124]
Le foto sono state prelevate dalla pagina di palermo.repubblica.it
Blocco tir, benzina esaurita. Scaffali vuoti nei supermercati. (18 gennaio 2012)
E’ l’effetto dello stop dei mezzi pesanti imposto dal movimento Forza d’urto. Lunghe code ai distributori di carburante. Sale il prezzo della benzina e degli alimentari. Sit-in al porto di Palermo. Con i manifestanti Forza nuova e i centri sociali. I vigili: “Il panico è ingiustificato”. Momenti di tensione all’Ortofrutticolo. Ieri le autocisterne di Eni ed Esso hanno viaggiato scortate dalla polizia. Il responsabile del movimento: “Questa classe politica deve andare a casa”
di SALVO CATALANO
Benzina esaurita in molte stazioni di servizio, rincarata in altre. E ancora scaffali vuoti nei supermercati e impennata dei prezzi di frutta e verdura. Questi gli effetti dello stop al traffico dei tir imposto in Sicilia dal movimento Forza d’urto, a cui aderiscono l’Aias (Associazione autrotrasportartori siciliani) e il Movimento dei forconi.Il motivo della protesta che ha portato a blocchi e sit-in in tutte le principali arterie di collegamento della Sicilia è l’aumento dei prezzi dei carburanti. Agricoltori e autotrasportatori puntano il dito contro le politiche dei governi nazionale e regionale in materia di accise. “Siamo sull’orlo del fallimento, servono interventi di sostegno”, denunciano. “Non è lo sciopero di una categoria, ma la rivoluzione di un popolo”.
Intanto è caos per la benzina. Code chilometriche da ieri sera dove il carburate è ancora disponibile e distributori deserti dove invece è già esaurito. E cominciano ad arrivare denunce di prezzi rincarati. Stesso discorso per la frutta e la verdura nei supermercati. In molti negozi di alimentari a causa del mancato arrivo della merce gli scaffali si sono svuotati.
Centinaia di mezzi pesanti sono fermi all’interno del porto di Palermo. Ieri sera sono partite due delle tre navi, dirette rispettivamente a Napoli e Genova, da lunedì ferme nel porto a causa dei blocchi con gravi disagi per i passeggeri.
A Gela da questa mattina i manifestanti hanno impedito ai dipendenti della raffineria di raggiungere il loro posto di lavoro, bloccando l’uscita dalla fabbrica dei turnisti e l’entrata in azienda dei giornalieri. Un serpentone di macchine e tir blocca la strada di accesso alla zona industriale dell’Asi mentre davanti al municipio è stato inscenato un funerale. La raccolta dei rifiuti, da ieri è stata sospesa in tutta la città.
A Catania il 95 per cento delle stazioni di servizio non può lavorare, Palermo si è svegliata questa mattina con le stesse lunghissime code di auto che si sono viste ieri sera in prossimità delle stazioni di servizio. Con il blocco dei mezzi pesanti imposto in tutta la Sicilia, il movimento Forza d’urto chiede lo stop all’aumento del costo del carburante. E intanto a pagare i disagi sono i cittadini che non trovano più benzina.
A Palermo nei pressi dei distributori di viale Campania questa mattina si è creato un ingorgo ed è dovuta intervenire la polizia municipale. Stessa situazione in piazza Virgilio e auto incolonnate anche lungo viale Regione siciliana sempre nei pressi dei benzinai. I palermitani protestano per i disservizi. E disagi e proteste si sono registrati anche a Catania, Siracusa, Ragusa, Messina e Trapani.
Centinaia di mezzi pesanti sono fermi all’interno del porto di Palermo. Ieri sera sono partite due delle tre navi, dirette rispettivamente a Napoli e Genova, da lunedì ferme nel porto a causa dei blocchi con gravi disagi per i passeggeri.
A Gela da questa mattina i manifestanti hanno impedito ai dipendenti della raffineria di raggiungere il loro posto di lavoro, bloccando l’uscita dalla fabbrica dei turnisti e l’entrata in azienda dei giornalieri. Un serpentone di macchine e tir blocca la strada di accesso alla zona industriale dell’Asi mentre davanti al municipio è stato inscenato un funerale. La raccolta dei rifiuti, da ieri è stata sospesa in tutta la città.
Ieri notte a Palermo i punti di maggiore criticità sono stati: viale Regione Siciliana all’altezza di via Pitrè e via Perpignano, lo svincolo di Tommaso Natale, viale Leonardo da Vinci e ancora la zona di Montepellegrino e piazza Camporeale.
Sono stati questi i punti di maggiore criticità, presi d’assalto tanto che la metà dei distributori in città ha dovuto chiudere in serata per esaurimento scorte. “Un attacco di panico ingiustificato – affermano dal comando dei vigili urbani – perché i camion si approvvigionano senza problemi ai depositi di carburante”. Ieri le autocisterne di Eni ed Esso hanno viaggiato scortate dalla polizia ed oggi, assicurano da via Dogali, gli impianti dovrebbero essere riforniti regolarmente.
I presidi del movimento Forza d’urto in città sono due: nello slargo antistante il porto e alla rotonda di via Oreto. Da qui camion e Tir non passano e il traffico delle auto è rallentato dal continuo via vai dei manifestanti e dai mezzi pesanti parcheggiati a bordo strada. “Accosta, non lo sai che c’è lo sciopero? Per stasera resti a farci compagnia”, intima uno dei manifestanti intorno alle quattro del pomeriggio a Luca Di Salvatore, alla guida di un furgone nero proveniente da Catania che trasporta una moto ape.
“È un sequestro vero e proprio”, dice Di Salvatore al telefono con il datore di lavoro. L’autista non ci sta e chiede l’intervento dei poliziotti che a qualche decina di metri hanno assistito alla scena. Seguono momenti di tensione, ma alla fine ottiene il via libera. “Nessuno può essere costretto a fermarsi contro il suo volere, è la prima volta che interveniamo”, assicura un agente. Stessa sorte di prima mattina era toccata a Leoluca Castellese. “Sono partito presto da Termini – racconta – perché credevo che a quell’ora non mi fermassero, invece eccomi qui al presidio. Ho il camion carico di mangimi da scaricare a Monreale”. Tensioni in mattinata al porto tra commercianti del mercato ortofrutticolo e i manifestanti. “Volevano far uscire la merce, ma non se ne parla”, assicura Francesco Dominici.
Alla rotonda di via Oreto i “convinti” dell’ultima ora si mischiano alle decine di manifestanti che hanno abbracciato le cause della protesta. Ma quali sono le anime dell’operazione Nuovi vespri siciliani? Chi c’è dietro, o meglio dentro, il movimento Forza d’urto?
Innanzitutto gli agricoltori riuniti nel Movimento dei forconi, il cui leader carismatico, Martino Morsello, da domenica sera stazione in via Oreto. “Questa classe politica deve andare a casa, tutta senza distinzioni”, esordisce Morsello. I Forconi chiedono la defiscalizzazione dei carburanti, l’applicazione dell’articolo 37 dello statuto siciliano che prevede di trattenere nell’Isola le imposte sulle imprese che hanno in Sicilia stabilimenti e impianti, la possibilità per la Regione di stampare autonomamente moneta. Sul web, nei giorni scorsi, si sono rincorse numerose voci che hanno accostato il Movimento dei forconi e il suo leader a Forza Nuova.
Nel dicembre scorso Morsello ha parlato al congresso nazionale del movimento di estrema destra. “Facciamo chiarezza una volta per tutte: sono stato invitato a parlare come esperto di agricoltura e ci sono andato”, replica Morsello, che dal 1980 al 1993 è stato assessore al Comune di Marsala per il partito socialista. “Chiunque sostenga le nostre posizioni è il benvenuto, non importa che sia fascista, anarchico o autonomista. Qui la gente è povera e stufa”.
Ci sono facce giovani accanto a quelle mature degli agricoltori. Sono quelle dei ragazzi del centro sociale Anomalia. “Siamo qui da ieri perché condividiamo lo spirito antiglobalizzazione della protesta”, spiega Giuliana. “Questa – dice indicando la bandiera della Sicilia sulle spalle della sua amica – è stata il simbolo dei Vespri e dei Fasci siciliani, oggi invece è abusata dagli autonomisti, è arrivato il momento di riappropriarcene”. Pochi metri più in là, la stessa bandiera è in mano ad alcuni ragazzi di Forza Nuova, stretti nei loro giubbotti neri.
“Abbiamo riconosciuto la sincerità di questa lotta fatta per il popolo siciliano e siamo venuti”, afferma Massimo Ursino. Fastidio per la presenza del centro Anomalia?: “L’unione di poli antagonisti è uno sgarbo al sistema”. Ma tra i due poli opposti si nascondono anche semplici studenti, disoccupati e meccanici. “Dalla Sicilia – promette Fabio Conigliaro, autotrasportatore – è partito un effetto domino. Stavolta faremo davvero la rivoluzione”.
Fonte: palermo.repubblica.it