La vicenda dell’imprenditore siciliano Ignazio Cutrò, testimone di giustizia e vittima del racket non si è sbloccata. Dopo aver protestato contro una cartella esattoriale di quasi 86 mila euro, il 16 gennaio scorso ha ricevuto anche un sollecito di pagamento dall’agenzia delle Entrate di 3629,75 euro. Ad oggi Cutrò non ha ancora ottenuto il rilascio del Durc, il documento unico di regolarità contributiva, né la sospensione delle cartelle esattoriali e ciò gli impedisce di riavviare la propria azienda a Bivona (Ag), espondendolo al rischio di un’ipoteca. Da tempo l’imprenditore chiede che venga applicata in modo corretto la normativa sui testimoni di giustizia e «il 25 gennaio scorso la commissione centrale di Protezione del ministero degli Interni lo aveva ricevuto per individuare possibili interventi. Quasi un mese fa anche il governatore Raffaele Lombardo dichiarò che avrebbe accompagnato passo dopo passo l’imprenditore per fare in modo che le cartelle esattoriali venissero sospese e che, in ogni caso, l’amministrazione regionale sarebbe intervenuta direttamente con fondi dedicati per garantire la continuità operativa della sua impresa. Nelle stesse ore il sindaco di Bivona, Giovanni Panepinto, ha annunciato una determina con la quale impegnava il Comune a pagare con rate mensili la cartella esattoriale dell’imprenditore. Di tutto questo nulla è avvenuto. Per questo, chiediamo al governatore Lombardo e al sindaco Panepinto di onorare gli impegni assunti e di passare dalle parole ai fatti concreti.
Il Comitato Cutro’