Vi raccontiamo la nostra esperienza che ben si riallaccia al tema affrontato da questo importante convegno ovvero “Dall’associazionismo alla società civile”.
L’AltraSciacca è una associazione giovane, non solo perché abbiamo da poco festeggiato i primi 4 anni di attività ma anche per l’età anagrafica della maggior parte dei suoi componenti.
Dal primo dicembre 2007 ad oggi, come si suol dire dalle nostre parti, “ci siamo fatti conoscere”. Forse pochi di voi però conoscono qual’è stato il processo che ha dato il là alla nostra avventura nell’associazionismo.
Partiamo innanzitutto dal nome che abbiamo scelto, attraverso il quale abbiamo in pratica delimitato i confini del nostro ambito operativo, ovvero il territorio di Sciacca.
Se avessimo voluto interessarci di questioni di più ampio raggio, ci saremmo chiamati diversamente, ma il solo fatto di chiamarci così chiarisce il nostro principale intento, ossia focalizzare la nostra attenzione sul nostro bene comune “Sciacca”.
I nostri soci sono in gran parte saccensi, naturali o acquisiti, e se non lo sono, amano Sciacca come se lo fossero.
Ci definiamo per statuto associazione di promozione sociale anche se portiamo in seno l’anomalia, che ci differenzia dalle altre associazioni della stessa natura, d’aver circoscritto la nostra operatività al solo territorio saccense. Promozione sociale intesa come dare il doveroso spazio al cittadino e alle sue attività spesso latenti, farlo passare da spettatore a protagonista della vita cittadina.
Siamo apartitici ma non apolitici. In una prima stesura del nostro statuto avevamo erroneamente inserito la dicitura “associazione apolitica” ma col tempo ci siamo corretti, approfittando della prima ed ultima modifica statutaria dopo circa due anni di attività.
Interessarci di tutto ciò che accade nel nostro territorio e delle sue problematiche significa infatti “fare politica” seppure indipendente dalle posizioni dei partiti politici organizzati.
Oggi più che mai l’associazionismo viene quasi utilizzato come antidoto contro il vuoto di rappresentatività dei partiti politici.
In questo contesto, per risvegliare gli interessi sani e le coscienze anestetizzate, per fronteggiare i portatori di interessi personali, per creare “cantieri sociali” dove si auspicano, si preannunciano e maturano cambiamenti di rotta, per rendere maggiormente pluralista l’informazione nel nostro paese nascono e si moltiplicano associazioni come la nostra.
Ma la peculiarità della nostra associazione è stata quella di venire alla luce come normale conseguenza del vivere in un epoca informatica ed informatizzata. Infatti noi siamo nati e operiamo attraverso il web sfruttandolo a 360°.
Ancor prima dell’avvento e della diffusione sistematica dei social network, quali facebook o twitter, che hanno in parte soppiantato le attività dei blogger che, anche nella nostra città, erano diventati fonte di informazione secondaria, un forum informatico di discussione denominato “sciaccaonline” (www.sciaccaonline.com) era divenuto punto di incontro e socializzazione oltre che di dibattito costruttivo.
All’interno di questa struttura informatica nella quale gli utenti discutono su vari argomenti e si confrontano, si commentavano accadimenti e problematiche di tutti i giorni e grossolanamente si proponevano interventi e soluzioni.
La spinta verso il “fare”, il “mettersi in gioco”, il “rappresentare le istanze” di quei cittadini che si ritrovavano giornalmente sul web, l’idea che se “tutti lo vogliamo le cose possono cambiare” ha fatto scattare la molla. Un gruppo di persone, che oggi rappresento, che fino a quel momento si erano scambiati solamente idee per via telematica, decidevano di passare dal mondo virtuale alla materializzazione di iniziative concrete e reali.
E’ cominciata così la storia di un piccolo grande sogno realizzato. Il sogno di un gruppo di ragazzi che intendevano uscire dallo schermo dei computer di casa e diventare parte attiva di una città dalle mille risorse che spesso non vengono sfruttate.
Ciò che si rilevava dalle discussioni del forum è che a Sciacca non si indignava più nessuno e tutti accettavano passivamente la forza degli eventi. A qualcuno allora veniva in mente di fare qualche foto, descrivendo lo stato di degrado vissuto dalla città attraverso le immagini, e pubblicarle sul web.
Dalla sempre più impellente necessità di passare dalla semplice denuncia a fatti più concreti nacque l’idea di costituirci in associazione. E l’associazione di cittadini rappresenta per noi il prodotto migliore per consentire di esprimere le volontà di ogni singolo con la forza di tutti.
Al contempo si voleva e si vuole puntare decisamente sul web, non solo perché siamo nati lì, ma perché la rete rappresenta un mezzo dirompente e a costo zero per far giungere a tutti chiari messaggi.
Si voleva dar parola al cittadino, si voleva promuoverlo socialmente e dargli anche la consapevolezza che “non tutto è perduto” ma di contro occorre “svegliarsi”.
Si voleva agire da tramite tra cittadino e istituzioni e svolgere un ruolo di rappresentanza diretta. Accogliere le segnalazioni, documentarsi sui fatti, agire portando avanti quanto di valido ne viene fuori.
L’obiettivo era quello di utilizzare l’associazione quale volano per le idee di tutti, confidando su un gruppo di persone che poteva finalmente finalizzarle.
Al nome “L’ALTRASCIACCA”, scelto tra tante proposte, è stato aggiunto un sottotitolo: “idee e progetti per il futuro della nostra città”.
Il concetto è quello di “una città che vorremmo” e non di “contrapposizione tra quella e questa Sciacca”.
Con l’atto costitutivo della nostra associazione 14 nickname ponevano le basi della nostra attività, abbandonando per qualche istante computer e rete che avevano consentito loro di mettersi e mantenersi in contatto oltre che di facilitare a tutt’oggi ogni forma di comunicazione giornaliera immediata.
Ci si rende conto quotidianamente di quanto sia bello mettere in piedi eventi, presentazioni di libri, campagne di opinione, arricchire l’offerta culturale della nostra città. Tutto esclusivamente fatto quasi a costo zero, col solo apporto dell’impegno dei nostri associati più attivi.
Nel corso della nostra vita associativa abbiamo spesso dovuto fronteggiare il pregiudizio diffuso che l’associazionismo civico sia il dispositivo aggregante che vorrebbe sostituirsi al reclutamento interno ai partiti nelle immediate vicinanze di elezioni politiche, puntualmente smentito dalla nostra associazione coi fatti. Certo non possiamo negare che diversi sodalizi nascono e muoiono in prossimità di eventi di natura elettorale.
Negli ultimi anni vivace è stato il dibattito sulla crisi del ruolo dei partiti e sulla ricerca di altre forme di aggregazione da parte dei cittadini. È proprio in virtù di questo che secondo noi preponderante è stato il ruolo delle associazioni, considerato come forma alternativa di partecipazione attiva per lo sviluppo sociale e culturale di un’intera comunità.
Questo fenomeno ha interessato, sia pure in misura minore, la nostra cittadina dove alcune manifestazioni sono state organizzate attraverso la collaborazione tra diverse associazioni.
Dalle nostre parti non è impresa facile raccordarsi fra tutte le realtà presenti, in quanto ancora molti pregiudizi e schemi preordinati impediscono che il libero associazionismo diventi protagonista diretto ed elemento di stimolo nei confronti del potere politico, sia esso di destra o di sinistra. Quest’ultimo, molto spesso incapace di creare spazi culturali per inerzia atavica e mancanza di spirito di iniziativa, intravede nell’associazionismo una sorta di minaccia diretta nei suoi confronti.
Se a tutt’oggi questa è la realtà in cui viviamo, appare evidente come diventa difficile realizzare quel pluralismo partecipato che dovrebbe essere invece elemento fondante per un libero sviluppo dell’assetto sociale della comunità cui apparteniamo. Come associazione non possiamo arrenderci a tutto ciò ed è per questa ragione che ci siamo posti il problema di aprire una fase nuova dell’attività associativa elaborando un progetto intorno al quale coinvolgere quanti siano interessati alla sua realizzazione. Fugati i dubbi di un nostro “secondo fine” ci siamo aperti alla collaborazione con tutte le entità sociali della nostra cittadina, molteplici sono stati gli argomenti che abbiamo trattato e le iniziative che abbiamo posto in essere in questi primi quattro anni.
Matteo Mangiacavallo