Interminabile la lista delle intimidazioni aventi come oggetto il giornalista Pino Maniaci, impegnatissimo nella sua Partinico. L’ultima minaccia è stata recapitata nelle sede di Telejato, la piccola e coraggiosa emittente televisiva usata da Maniaci per diffondere i suoi messaggi antimafia.
In particolare si tratta di una lettera scritta a mano (guarda), che minaccia il giornalista intimandogli di andare via da Partinico, con all’interno anche molte offese e avvertimenti.
Se non fosse per la particolare situazione in cui opera il giornalista, si potrebbe quasi pensare ad uno provocazione senza fondamento, soprattutto considerando l’infinita banalità del contenuto della missiva: il giornalista viene accusato di essere un truffatore e deve pubblicamente ammetterlo in tv, altrimenti il mittente si rivolgerà al presidente Napolitano.
Ecco l’assurdità di chi fa minacce mafiose e poi esprime la volontà di rivolgersi ad organismi istituzionali, come il Presidente della Repubblica.
Purtroppo, però, il pericolo è reale e l’unico modo per isolare queste situazioni, è mantenere desta l’attenzione non lasciando solo chi si trova in prima linea nella lotta alla mafia.
Ma una seconda minaccia incombe sul lavoro di Maniaci: a fine giugno anche in Sicilia sarà operativo il digitale terrestre e conseguentemente piccole emittenti come Telejato resteranno fuori dall’assegnazione di canali digitali (vedi link). Un modo distorto di concepire le nuove tecnologie, che di norma dovrebbero facilitare la comunicazione e l’interazione, e che stavolta strozzano una voce libera contro la mafia.
Non siamo a conoscenza dei dettagli tecnici del passaggio da analogico a digitale, ma noi de L’AltraSciacca confermiamo al giornalista Maniaci e alla sua redazione la disponibilità a trovare una soluzione.
Non si può zittire in questo modo chi, da diverso tempo, segue le vicende mafiose e coraggiosamente ne denuncia i protagonisti facendo nomi e cognomi.