A tutti i “Cittadini che non intendono solo commemorare”


Oggi, giovedì 3 gennaio 2013, presso il Circolo di Cultura di Sciacca,  nell’ambito di un ambizioso progetto culturale per la giustizia, sarà inaugurato, alle 17,58 (orario in cui esplosero le bombe di Capaci nel 1992) il progetto fotografico, curato da Santo Eduardo Di Miceli, dal titolo “Da Capaci alla nuova resistenza”, un ideale percorso fotografico dalle immagini di degrado della Sicilia a quelle della speranza fatta dall’opera di uomini impegnati affinché qualcosa cambi.

Il progetto culturale, ideato dall’Associazione Nazionale Magistrati di Caltanissetta e dalla Fondazione Progetto legalità, è partito da Caltanissetta, città in cui la mostra è stata allestita dal 23 maggio al 19 luglio 2012, periodo in cui abbiamo ricordato il 20° anniversario dalla strage di Capaci e di via D’Amelio, ossia l’assassinio di Falcone e Borsellino. Dopo Sciacca sono previste altre tappe che gli organizzatori stanno mettendo a punto.

A Sciacca, subito dopo l’inaugurazione della mostra, ci sarà la presentazione del libro  “Giudici di frontiera” (di Roberto Mistretta, con la prefazione di Giancarlo De Cataldo).

Libri su “Cosa nostra” ne sono stati scritti tanti, ma questo ha un valore particolare per diverse ragioni. Intanto  perché è un’appassionante intervista a sei giudici, in prima linea nella lotta alla mafia, sei storie raccontate dagli stessi protagonisti. In secondo luogo perché di questi magistrati non si descrive soltanto l’attività di contrasto alla malavita, ma se ne racconta anche la vita privata pesantemente condizionata dalle esigenze della protezione loro e delle loro famiglie.

Sono quindi le vite di uomini che sono stati minacciati di morte, che vivono nelle aule di giustizia e sotto stretto controllo. Il testo ripercorre parte delle complesse dinamiche di mafia nell’arco di trent’anni  dai centoventi morti della riforma della giustizia alla riapertura delle indagini sulla strage di via D’Amelio. Nel testo si dà voce a Sergio Lari, Ottavio Sferlazza, Onelio Dodero, Giovanbattista Tona, Domenico Gozzo e Antonino Patti.

Alcuni di loro saranno presenti a Sciacca e offriranno la loro testimonianza.

Tra questi Giovanbattista Tona, (oggi Consigliere della Corte di Appello di Caltanissetta), che parla, tra l’altro, del suo padre spirituale, Don Pino Puglisi, assassinato dai mafiosi

Ci sarà anche Domenico Gozzo, (Procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Caltanissetta), che ricorda come Pier Camillo Davigo una volta disse che lui si sentiva come il cane che viene preso a calci dal padrone quando si mette ad abbaiare contro il ladro che sta entrando in casa.

Sarà presente l’autore del libro, Roberto Mistretta che sarà anche il coordinatore della serata. Roberto Mistretta è un ottimo narratore, scrive libri gialli ambientati in Sicilia con protagonista il maresciallo Bonanno, ispirati dai romanzi di Camilleri, e riscuotono un buon successo in Italia e in Germania.

Sarà presente Nico Miraglia, figlio del sindacalista saccense Accursio Miraglia, assassinato dalla mafia il 4 gennaio del 1947, che ci darà la sua testimonianza di familiare di vittima della mafia.

Accomunati dalla consapevolezza che il cambiamento sia possibile a patto che ci sia una forte convinzione di fondo a sostenerlo, e che “la Sicilia non è più all’anno zero nella lotta alla mafia”, i protagonisti del libro si aprono all’autore mettendo a nudo le difficoltà di una vita sacrificata nella speranza di un futuro purificato dal mito della mafia e ancor più dalla mentalità mafiosa, cancro insidioso che prolifera nel tessuto sociale debole usurpandolo dall’interno  E se i giovani rappresentano il domani, è da loro che bisogna partire, aiutarli a recuperare quella fiducia nello Stato che le ingiustizie del quotidiano sgretolano giorno dopo giorno, “offrire un modello diverso da quello decantato da fiction televisive” che, invece di suscitare sgomento e diffidenza, appassionano riportando alla ribalta le ardue imprese di “uomini d’onore”.
La mafia non è sconfitta e probabilmente ha ragione colui che dice che essa finirà con l’umanità; “… è sfuggente. Non devi mai pensare di averla vinta dopo uno, cento, mille arresti. Della mafia si può fare una fotografia ma sarà sempre sfocata perché ritrae un oggetto in movimento”, ma “anche in terra di frontiera, costruire un futuro di legalità è esercizio arduo, non impossibile”.

Invitiamo tutti a partecipare affinché il Circolo di Cultura di Sciacca, che ci ospita,  diventi oltre ad un luogo di cultura quale già è, anche un luogo di arte e di memoria, di buoni propositi.

La mostra rimarrà aperta dal 3 all’11 gennaio 2013 ed è visitabile gratuitamente dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle 16.00 alle 22.00 di tutti i giorni.

Un invito viene fatto alla scolaresche che, in gruppo o singolarmente, posso visitare la suddetta mostra.

Franco Sclafani

Biografia di Santo Eduardo Di Miceli

Nasce nel 1967 a Decines (Lyon) in Francia da genitori originari di San Cataldo.

Comincia a fotografare all’inizio degli anni Novanta, durante i suoi studi alla facoltà di Architettura di Palermo. Approfondisce i temi della fotografia di Architettura e di Paesaggio ed ha come tema principale della sua fotografia il rapporto tra i luoghi dell’abitare dell’uomo e il loro destino in una civiltà sempre più alla deriva.

Sue opere principali sono:

  • Il viaggio come visione, 2000; Villa Genna restituita, 2001;
  • Un paese di nuova fondazione, San Cataldo dalle origini ad oggi, 2002;
  • Mappe di volti, di luoghi e di fatti, 2004; San Cataldo, Feste Religiose, 2008;
  • Feste Religiose, 2009; Santa Tecla 5 visions, 2010; Bbeddu Veru, (a cura di), 2012;

Sue mostre personali sono state allestite a:

  • Palermo, 2000, 2001, 2002, 2006, 2007, 2009, 2010, 2011, 2012; Marsala, 2000, 2001; Napoli, 2002;
  • San Cataldo, 2003, 2008, 2011, 2012; Caltagirone, 2004; Vannes, Bari, 2005; Kaunas, Tarragona, 2006;
  • Cefalù, 2007; Finale Ligure, Fès, 2008; Modica, Trapani, 2009; Marineo, Madrid, 2011;
  • Caltanissetta, Favara, Alcamo, 2012.

La sua attività didattica:

E’ stato cultore della materia di Giovanni Chiaramonte, negli anni accademici 2004/2005 e 2005/2006 in Teoria e Storia della fotografia alla Facoltà di Architettura di Palermo.

Ha conseguito la laurea magistrale in architettura discutendo una tesi in fotografia dal titolo “La fotografia nel progetto di architettura”. Si è abilitato all’esercizio professionale della professione di architetto.

Ha insegnato fotografia- fotografia del paesaggio come professore a contratto nel 2006/2007 alla Facoltà di Architettura di Palermo.

Ha collaborato come cultore della materia al corso di fotografia, con Lorenzo Mussi, negli anni accademici 2007/2008 e 2008/2009.

Ha collaborato, di nuovo, con Giovanni Chiaramonte nel 2009/2010 al corso di Teoria e Storia della fotografia alla Facoltà di Architettura di Palermo e in quell’anno ha deciso di non insegnare più alla Facoltà di Architettura di Palermo come Cultore della materia.

Ha insegnato Fotografia e Composizione dell’immagine nell’ambito del P.O.R. Sicilia 2007-2013.Obiettivo Convergenza, Asse III, Inclusione Sociale.

In questo momento, insegna Teoria e Storia della Fotografia al Corso Superiore di Fotografia di Palermo. 

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