Chi vive nei pressi di un permesso petrolifero non ha il diritto di sapere quali tecnologie e quali tecniche di estrazione verranno messe in atto per estrarre petrolio o gas. Qualunque cosa abbiano intenzione di fare le compagnie petrolifere, se c’è l’ok del Ministero dello Sviluppo economico, è lecito e segreto e può essere reso noto solo al termine delle attività estrattive.
Sembra assurdo, ma è così. Se ne sono resi conto, loro malgrado, i rappresentanti del Comitato No Trivellazioni nella Valle del Belice che, da diversi mesi, lottano per bloccare il permesso di ricerca “Masseria Frisella” ottenuto da Enel Longanesi Developments SRL Un permesso che interessa 17 Comuni, tre Province e 681,65 Kmq.
Ad una richiesta formale di accedere ai documenti nei quali Enel Longanesi illustra il suo programma di lavoro nel permesso, avanzata dal Comitato all’URIG (l’Ufficio Regionale Idrocarburi e Geotermia, equivalente siciliano dell’UNMIG nazionale), la risposta è stata un secco “no”. I no-triv del Belice volevano conoscere alcune informazioni essenziali per capire se, e quanto, le attività di Enel Longanesi possano essere reputate pericolose per l’ambiente o per l’uomo: programma preliminare di perforazione, tipologia dell’impianto di perforazione, tipologia delle macchine usate per le perforazioni.
La risposta dell’URIG è stata che, in base all’articolo 45 della Legge Regionale 14 del 2000, tali informazioni sono riservate. Si legge nella lettera di risposta dell’URIG:
È doveroso precisare che l’Art. 45 della L.R. 14/2000 cita che “I dati di carattere tecnico ed economico relativi alla prospezione, ricerca e coltivazione, forniti all’Amministrazione dai titolari dei permessi e concessioni che rivestono carattere di riservatezza, quali rilievi geofisici, con interpretazioni, profili geologici dei pozzi con le diagrafie, le correlazioni relative e l’entità delle riserve non possono essere resi pubblici senza il consenso scritto degli interessati”
Se il Comitato vuole sapere cosa ha intenzione di fare Enel Longanesi nel Belice lo dovrà chiedere alla stessa azienda. Che non è affatto obbligata a rispondere. Ecco la lettera dell’URIG:
La Sicilia, Regione a statuto speciale, ha la massima autonomia legislativa in fatto di energia e può fare più o meno ciò che vuole. Ma come sta messa il resto dell’Italia? Non molto meglio, visto che anche nel continente vige il massimo rispetto nei confronti di chi abbia il piacere di trivellare in cerca di petrolio e gas.In base all’articolo 39 della legge 613 del 1967, confermato poi dall’articolo 16 del Decreto Legislativo 625 del 1996 e dall’articolo 49 del Decreto Ministeriale del 26 aprile 2010, i dati relativi alle attività petrolifere sono sottoposti al vincolo della riservatezza commerciale e possono essere resi noti solo dopo la scadenza dei titoli.
Una politica del genere potrebbe essere accettabile, essendo molto generosi, nei confronti di Società per Azioni che potrebbero avere ripercussioni pesanti sul valore del titolo azionario in caso di errata interpretazione delle informazioni sui lavori di trivellazione. Una forte perdita sul titolo in caso di una campagna no-triv strumentale potrebbe danneggiare, ad esempio, migliaia di piccoli azionisti.
Ma Enel Longanesi è una Srl, una Società a Responsabilità Limitata che fa parte della grande galassia di controllate Enel. Responsabilità limitata e informazioni negate: così si estraggono gli idrocarburi in Italia. A tutto ciò si aggiunga che spesso i cittadini, come anche giornalisti e blogger, non hanno fonti alternative dove trovare informazioni sulle attività petrolifere in essere o proposte da società spesso con sede all’estero. Persino Internet, nella maggior parte dei casi, non aiuta.
Uno di questi casi è quello di Sound Oil, che sta per riaprire un pozzo in provincia di Treviso dove Agip, diversi anni fa, consigliava di fare fracking. Una notizia che abbiamo potuto darvi incrociando faticosamente i dati dell’UNMIG con le informazioni che Sound Oil fornisce ai suoi azionisti anche tramite il proprio sito web.
O meglio, forniva: l’azienda inglese ha da poco rinnovato il suo sito ufficiale e, casualmente, tutti i dettagli delle operazioni in Italia sono letteralmente spariti…
Fonte: greenstyle.it