Esclusiva: trivelle selvagge in Sicilia, permesso di ricerca “in incognito”


La Sicilia è assediata dai petrolieri. Nei mari dell’Isola abbondano le concessioni di ricerca autorizzate dal governo nazionale alle compagnie petrolifere. Questo, di per sé, è già un brutto colpo per l’ambiente e per la fauna marittima, con scarsissimi benefici economici per la Regione. Ma se le concessioni, poi, sono viziate da dubbi di irregolarità, al danno si aggiunge la beffa. Secondo quanto denunciato dal Comitato “Stoppa la piattaforma”, il permesso di ricerca d’idrocarburi “d347 C.R. – NP”, che autorizza la compagnia inglese Northen Petroleum a “sondare” il tratto di costa che separa Sciacca da Ribera, nell’Agrigentino, sarebbe zeppo di anomalie. Così alcuni portavoce di associazioni ambientaliste, tra cui Greenpeace e il Comitato “Stoppa la Piattaforma”, questa mattina hanno incontrato il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, e i suoi assessori competenti, presso la IV Commissione Ambiente e Territorio all’ARS.

I NOMI NON TORNANO – Veniamo, dunque, alla prima nota stonata. Grazie al contributo dell’associazione L’AltraSciacca, l’introvabile Valutazione d’impatto ambientale (QUI IL DOCUMENTO) relativa all’istanza del permesso “d347 C.R. – NP”, datata novembre 2008, è stata scoperta sul sito del Ministero dell’Ambiente, ma con un nome diverso (al posto della “C” c’è una “F”). Per quale motivo? “I documenti, che dovrebbero essere pubblici, erano introvabili perché erano stati nascosti sotto falso nome”. Questo è quanto denuncia Mario Di Giovanna, ingegnere geo-tecnico, portavoce del comitato “Stoppa la piattaforma”. In più, nessuno dei documenti risulta firmato da uno o più professionisti, sono celati anche i nomi degli estensori e non si fa il minimo cenno sui possibili impatti ambientali.

CHI L’HA LETTO? – Inoltre, nelle procedure VIA è obbligatorio informare gli enti e la popolazione attraverso la pubblicazione di un avviso su un quotidiano di tiratura a livello nazionale e regionale. Questo è avvenuto, ma chi lo ha letto? Il giornale nazionale è stato “Il Riformista”, che secondo fonti giornalistiche (il quotidiano non era iscritto all’associazione Accertamenti Diffusione Stampa, quindi non ci sono dati ufficiali) oscillava da un minimo di 2.000 ad un massimo di 6.000 copie, quando la tiratura dei grandi quotidiani oscilla intorno alle 700 mila copie. Il giornale regionale, invece, è stato “Il Quotidiano di Sicilia” del 25 novembre 2008. In quel caso, la tiratura media dell’anno, secondo l’Ads, è stata di circa 20 mila copie: per fare un confronto, il Giornale di Sicilia o La Sicilia, ne fanno circa 80 mila. Chi ne era a conoscenza, dunque? “Anche se le prospezioni e le future trivellazioni sono previste a distanze minime dalla costa in pratica – avverte Di Giovanna – nessun Comune del litorale risulta essere stato informato all’epoca”.

SICILIA COME PUGLIA – Ma non è tutto. Per valutare gli effetti delle ricerche di idrocarburi in Sicilia sono stati utilizzati dati ambientali della città di Monopoli, in Puglia. Si è fatto riferimento alle informazioni acquisite dalla boa della Rete Ondametrica Nazionale posizionata al largo della cittadina in provincia di Bari, quando ne esiste un’analoga nel mare di Mazara del Vallo, nel Trapanese. “Ancora una volta, – afferma l’ingegnere ambientalista – siamo chiaramente di fronte a un caso di ‘copia e incolla’ da un’istanza presentata nel basso Adriatico. Un caso analogo è stato rilevato nell’istanza a suo tempo presentata dalla San Leon Energy per una concessione al largo di Sciacca, che sosteneva che il porto operativo più vicino era Ancona”.

AIR GUNS – Infine, a questi vuoti formali, si aggiungerebbero altre incongruenze che i membri delle commissione VIA non potevano non rilevare. “Nel documento di Studio di Impatto Ambientale – spiega Di Giovanna – questi signori, barando, si limitano a ‘valutare’ la sola prospezione sismica con air guns”. Ovvero “esplosioni d’aria” che creano una serie di esplosioni le cui onde d’urto danneggiano sensibilmente la fauna ittica. “Il punto tuttavia – prosegue Di Giovanna – è che ovviamente la Northern Petroleum, dopo i rilievi, intende trivellare. Forse che dopo aver concesso il permesso di effettuare le prospezioni sismiche sarà possibile fermarla? No, la storia delle concessioni dimostra che non è possibile e, d’altra parte, non si capisce perché un’impresa dovrebbe spendere soldi per queste prospezioni sismiche se poi non avesse la certezza di poter trivellare”.

LA PAROLA ALLA REGIONE – E allora le associazioni ambientaliste hanno chiesto al governo della Regione di presentare osservazioni formali al procedimento di valutazione dell’integrazione dello Studio di impatto ambientale per l’istanza che accorpa in un’unica concessione di oltre 1.300 chilometri quadrati le richieste di trivellazione nell’area d347-d29-d30. C’è tempo fino al 23 aprile prossimo.

Giulio Giallombardo

Fonte: siciliainformazioni.it

d347CRNP Studio Impatto Ambientale Completo by g_giallombardo

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