di Franco Iacch e Piero Messina
Venticinque milioni di fondi pubblici, trentacinque anni di lavori. Ma l’auditorium in provincia di Agrigento è ancora chiuso perché incompleto. Non solo. Se mai dovesse aprire, i costi di gestione per il Comune sarebbero insostenibili.
(05 agosto 2013)
Nel cuore della Sicilia, a Sciacca, c’è un teatro che è costato alla collettività quasi 25 milioni di euro e da trentacinque anni aspetta di essere aperto. E’ la storia del Teatro popolare Samonà di Sciacca, in provincia di Agrigento, la cui progettazione risale ai primi anni 70. Quando aprirà quel teatro? Probabilmente mai: è una via crucis che nasce sotto il segno della Prima Repubblica, quando a Sciacca, granaio di tessere della sinistra democristiana, si spendevano miliardi su miliardi per opere pubbliche mai realizzate o di dubbia utilità.
Per il Teatro Samonà, dopo i 30 miliardi di lire spesi nella Prima Repubblica e gli altri 8,5 milioni finanziati dalla Regione siciliana nel 2006, oggi il problema non è soltanto completare l’opera, ma trovare i fondi per gestirla e garantirne la fruibilità al pubblico.
La cronistoria di quel teatro è il paradigma della sagra siciliana delle incompiute: i lavori per la costruzione iniziano nel 1979, ma si bloccano dopo tre anni per mancanza di fondi. Tutto resta fermo per quasi 30 anni, con 30 miliardi di lire già spesi. Nel 2006, la Regione stanzia altri 8,5 milioni di euro per completare la struttura. Tre anni di lavori ed ora il teatro è pronto. O quasi. Ancora mancano le poltroncine.
La Regione è pronta ad investire altro denaro (circa 350 mila euro la disponibilità di cassa) per indire la gara d’appalto per l’acquisto delle poltroncine e finanziare tutti gli accorgimenti necessari per completare la struttura. Ma guardando la pianta del teatro, dopo trenta anni di lavori ecco la sorpresa: non è un teatro, ma al più si può definire “auditorium”.
Il palcoscenico previsto nel progetto originale è stato murato e non completato e l’area d’azione degli attori è stata ricavata dalla buca dell’orchestra: lo spazio a disposizione è di 3 metri per 20, il palcoscenico a mezzaluna. In qualche modo i lavori verranno completati. Ma i problemi resteranno.
In tempi di spending review far partire una nuova struttura teatrale pubblica è una missione impossibile, come spiega il sindaco di Sciacca Fabrizio Di Paola: “La Regione è pronta a completare il museo ma abbiamo detto chiaramente di non poter sostenere nessun onere finanziario a carico dell’ente. Al massimo possiamo garantire la custodia della struttura (da non confondere con la ben più costosa sorveglianza) e sarà una spesa che comunque graverà sulle nostre casse, ma è un sacrificio che faremo volentieri se servisse ad aprire il teatro”.
In pratica, il destino del Teatro Samonà di Sciacca è di nuovo nelle mani della Regione che dovrà verificare la possibilità di gestire il teatro, che secondo una stima dell’amministrazione comunale avrebbe bisogno di fondi tra i 500 e i 900 mila euro l’anno.
Fonte: espresso.repubblica.it