I beni confiscati alle mafie e consegnati ai comuni dell’agrigentino devono essere immediatamente restituiti alla collettività. I Sindaci si attivino immediatamente.
La legge parla chiaro, entro un anno dalla consegna i beni devono essere affidati alle associazioni o utilizzati direttamente dai comuni. Nei casi di inerzia e omissione l’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità organizzata nomina un commissario con poteri sostitutivi o provvede alla revoca della consegna agli enti locali.
A Ribera, ad esempio, 100 ettari di terreno di origine mafiosa sono stati lasciati in stato di abbandono per anni dagli amministratori locali ed è stato necessario denunciare la situazione alle autorità competenti per ottenere un bando. Un’inerzia insopportabile.
Effettueremo un monitoraggio su tutti i comuni della nostra provincia, da Sciacca a Licata, da Canicattì a Siculiana, da Agrigento a Sant’Angelo Muxaro, chiedendo l’immediata applicazione della legge. Solo in questo modo si potrà consentire la restituzione alla società civile di quanto sottratto, con violenza e arroganza, dalle organizzazioni mafiose.
Tali beni possono rappresentare una occasione di sviluppo e di lavoro per i tanti giovani volenterosi della nostra provincia e il segno distintivo di una terra che si ribella alle mafie.
I firmatari:
- Gaetano Montalbano per “Megafono – Lista Crocetta” provinciale
- Gaetano Alessi per “Ad est“
- Pellegrino Di Lucia per “S.O.S. Democrazia“
- Mario Di Giovanna per “L’AltraSciacca“
- Ignazio Cutrò per Antiracket “Libere Terre”
- Paolo Mandracchia per “Sel – Sinistra Ecologia e Libertà” provinciale