Sisma e trivelle, il giornalista di Science: “Pressioni per non pubblicare il rapporto”


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Edwin Cartlidge scrive per la rivista scientifica americana ed è stato il primo a rivelare l’esistenza del documento della commissione Ichese a proposito del terremoto in Emilia. Nel testo non si esclude la possibile relazione tra trivellazioni e sisma del 2012, ma anche si specifica che da sole “le attività non possono averlo provocato”. Solo alcuni giorni dopo l’articolo, il governatore Errani ha reso pubblico il report.

di Annalisa Dall’Oca – 18 aprile 2014

Pressioni per non far pubblicare un articolo e tentativi di screditare l’operato degli scienziati. Il giornalista della rivista americana Science, Edwin Cartlidge è l’autore dell’articolo “Human Activity May Have Triggered Fatal Italian Earthquakes“, e per primo ha rivelato l’esistenza del rapporto del gruppo di esperti (commissione internazionale Ichese) sul possibile nesso tra le attività estrattive negli impianti di Cavone (Modena) e i terremoti di maggio 2012 in Emilia Romagna. Ed è lui a spiegare a ilfattoquotidiano.it, di aver ricevuto richieste (“Non dalle istituzioni politiche”) di non procedere con la pubblicazione: “Mi sono sembrate argomentazioni sbagliate e ho pensato che l’argomento fosse di pubblico interesse. Per questo abbiamo deciso di andare avanti”. Il documento anticipato, da febbraio 2014 era stato depositato sulle scrivanie della Regione Emilia Romagna, ma è stato reso pubblico solo dopo l’articolo della rivista americana, considerata una delle più autorevoli nel mondo scientifico (insieme a Nature). A far discutere da alcuni giorni è proprio l’esito di quel report, nel quale la commissione tecnico – scientifica, non è stata in grado di escludere l’ipotesi di una correlazione tra trivelle e fenomeni sismici, anche se ha specificato che “da sole le trivellazioni non possono aver provocato un sisma di tali dimensioni”. Qualche giorno fa, il presidente della Regione Vasco Errani si è scusato per il ritardo nella pubblicazione del documento e ha garantito che “si è trattato di una semplice precauzione per fare nuove verifiche”. Ma il silenzio ha aumentato le paure dei Comitati di cittadini che chiedono vengano fermate le attività di ricerca.

Cartlidge, in un’intervista a Modena Qui lei raccontava di aver ricevuto pressioni  per non pubblicare l’articolo. Che cosa è successo?
Mi è stato detto che non sarebbe stato corretto fare uscire il pezzo prima della pubblicazione del rapporto, e che nella relazione della commissione Ichese c’erano errori scientifici, che l’indagine non era stata condotta bene. Anche per questo mi era stato chiesto di non pubblicare il mio lavoro. Non si è trattato di qualcuno della sfera politico-istituzionale. Ma più di questo però non voglio dire, preferisco non dare indicazioni più precise.

E le argomentazioni usate volevano confutare l’esito dell’inchiesta della commissione Ichese?
Esatto.

Cosa l’ha convinta a pubblicare comunque il suo articolo?
Le argomentazioni che mi sono state presentate non mi hanno convinto e le conclusioni mi sembravano di pubblico interesse. Mi sono domandato se fosse un segreto di stato, se avrebbe potuto incidere sulla sicurezza nazionale, in quel caso si sarebbe potuto decidere di non pubblicare. Ma a me non sembrava che questo caso specifico rientrasse in quella categoria, così io e la rivista abbiamo ritenuto opportuno andare avanti.

La commissione Ichese dice che il collegamento tra le attività estrattive degli impianti petroliferi di Cavone (Modena) e il terremoto del 20 maggio 2012 non può essere provato. Però nel rapporto si legge anche che le scosse “hanno dimostrato una significativa tendenza a verificarsi” in concomitanza all’aumento di produttività nel sito, e che “il processo sismico di maggio – giugno 2012, è statisticamente correlato con le attività di Cavone”. Lei che idea si è fatto?
Mi piacerebbe fare questa domanda alla commissione. Ho letto diversi passaggi del rapporto Ichese e anch’io sto cercando di capire. Tuttavia sì, da ciò che è riportato per quanto riguarda i parametri di produzione, l’estrazione di olio e gas e poi i volumi di acqua immessi nel sottosuolo, pare che una correlazione con l’aumento delle attività sismiche ci sia, anche se non si sa precisamente quanto tale nesso sia forte.

Dopo le polemiche generate dalle conclusioni Ichese la Regione ha sospeso ogni nuova autorizzazione alla ricerca di idrocarburi. Secondo lei il ministero dello Sviluppo Economico dovrebbe revocare anche i permessi a trivellare già concessi?
Forse in questo caso si potrebbe applicare il principio di precauzione e sospendere tutte le trivellazioni, ma questa è una decisione politica, influenzata da fattori che vanno oltre i dati forniti dalla scienza. Dati che comunque non danno certezze perché questo settore di studi è ancora abbastanza giovane, e allo stato attuale c’è bisogno di sviluppare altre ricerche.

Le è capitato di occuparsi di casi simili a quello dell’Emilia Romagna? E rispetto ad altri paesi, ritiene che in Italia prevalga la logica della prevenzione o quella del profitto?
Già in passato si sono verificati terremoti che la scienza ha correlato all’attività umana, ad esempio legati alla costruzione di dighe, o all’attività mineraria. Per quanto riguarda gli idrocarburi, so che c’è stato un caso in Unione Sovietica, dove l’estrazione di gas e petrolio generò scosse sismiche molto forti, tanto da provocare una vittima. Se fosse provato che le attività di Cavone hanno causato i terremoti dell’Emilia, quindi, sarebbe molto grave, perché in questo caso i morti sono 27, quindi rappresenterebbe un precedente a livello internazionale. Per saperlo è necessario attendere l’opinione degli esperti. Guardando all’Italia è difficile dire se prevalga la logica della prevenzione o quella del profitto, certo a volte sembra che la prevenzione non sia una priorità, che gli italiani abbiano difficoltà ad applicare il principio di precauzione. Se questo sia avvenuto anche in relazione ai fenomeni sismici del maggio 2012 non posso dirlo, sicuramente il rapporto della commissione Ichese è destinato a cambiare un po’ la situazione. Quindi forse questo significa che prima del 2012 non si prestava abbastanza attenzione a questo tema.

Il presidente della Regione ha dichiarato che prima di rendere pubblico il rapporto voleva attendere che le linee guida su cui sta lavorando il gruppo internazionale di tecnici del ministero dello Sviluppo economico fossero pronte. Da qui il ritardo con cui i risultati sono stati resi noti. E’ stato però accusato di insabbiare il documento.
Magari qualcuno potrebbe pensare sia stato un caso che il rapporto sia stato reso pubblico pochi giorni dopo l’uscita del mio articolo su Science. A me sembra improbabile.

Secondo lei ci sono ragioni economiche che hanno impedito la pubblicazione?
Potrebbero esserci state ragioni economiche, per quanto riguarda l’impatto che la relazione avrebbe avuto sulle politiche energetiche del paese, sulla produzione energetica in Italia.

E politiche?
Potrebbe essere. Ma preferisco non aggiungere nulla su questo punto.

Crede che l’approssimarsi delle elezioni, amministrative ed europee, abbia inciso sul ritardo con cui i risultati della commissione sono stati resi noti?
Non voglio commentare.

Ieri il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha parlato di “allarmismo” nel definire il dibattito nato dopo le sue anticipazioni sulla commissione Ichese. Lei è d’accordo?
Non lo definirei allarmismo, la reazione della popolazione è comprensibile vista la decisione di non pubblicare subito le conclusioni della commissione.

Fonte: ilfattoquotidiano.it

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