È appena stato trasmessa dall’Anci Sicilia a tutti i Comuni Siciliani, una proposta di delibera per dire un netto no al decreto sblocca Italia per la parte in cui semplifica e favorisce le trivellazioni sulla terraferma e a mare.
Tale proposta di delibera nasce durante l’incontro sulla Rainbow Warrior che si è svolto a Licata lo scorso Sabato 11 Ottobre a cui hanno partecipato numerose amministrazioni provenienti dalla Sicilia, e durante il quale abbiamo avuto, come Comitato Stoppa La Piattaforma, l’onore di aprire i lavori presentando lo stato dell’arte della lotta contro le trivellazioni.
Auspichiamo che tale proposta di delibera, frutto del contributo di decine di associazioni, possa approdare presto in consiglio comunale.
La nostra voce assieme a quella di decine di altri comuni possono fermare l’assalto ai nostri territori che si sta perpetrando in questi giorni.
Il portavoce del Comitato Stoppa La Piattaforma
Mario Di Giovanna
PROPOSTA DI DELIBERA
Premesso che
le scelte sul modello di sviluppo dei territori devono necessariamente coinvolgere tutti i livelli amministrativi affinché si garantisca una visione condivisa e si realizzi un percorso che tenga conto il più possibile dell’interesse generale dei cittadini;
le garanzie sancite dalla Costituzione in favore degli Enti locali e delle Regioni, impongono il rispetto del principio di leale collaborazione, garantendo che gli Enti territoriali possano effettivamente partecipare ai procedimenti amministrativi;
ad oggi solo nel mare di Sicilia risultano in avanzata fase autorizzativa ben 15 nuovi pozzi, 5 permessi di ricerca sono in vigore, 10 sono le richieste di permesso per altri 4 mila kmq, e due le richieste di prospezione petrolifera per più di 6000 Kmq. E che tali attività potrebbero mettere seriamente a rischio il mare e la costa siciliana, fonte di ricchezza per attività economicamente rilevanti come pesca sostenibile e turismo. Considerando l’accentuata vulnerabilità del Mar Mediterraneo, bacino chiuso ove già si concentra più del 25 per cento di tutto il traffico petrolifero marittimo mondiale, responsabile di un inquinamento da idrocarburi che non ha paragoni al mondo;
perseguire la strada delle energie fossili non ha senso sia da un punto di vista energetico che economico, in particolar modo in Sicilia, dove fonti rinnovabili e un diverso modello di sviluppo del territorio potrebbero portare molta più ricchezza. E’ da tempo noto che, anche secondo le valutazioni del Ministero dello Sviluppo Economico, il nostro petrolio è poco e di scarsa qualità.
Preso atto che
l’articolo 38 del Decreto Legge n. 133/2014 (pubblicato in GU n. 212 del 12 settembre 2014) concernente “Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive”, meglio identificato come decreto “Sblocca-Italia”, ha previsto misure che potranno avere un significativo impatto anche sul territorio e sul mare della nostra Regione aggravandone le già precarie condizioni;
nel decreto “Sblocca-Italia” tutte le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale per le attività di ricerca, prospezione ed estrazione in terraferma sono sottratte alle Regioni ed assegnate allo Stato, in contrasto con quanto stabilito nel Titolo V della Costituzione e con conseguente accentramento dei poteri a discapito del diritto delle comunità che abitano sul territorio di far sentire la propria voce;
in particolare l’articolo 38 prevede una concessione unica per ricerca e coltivazione in contrasto con la distinzione tra le autorizzazioni per prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e applica impropriamente e erroneamente la Valutazione Ambientale Strategica e la Valutazione di Impatto Ambientale, a danno della tutela dell’ambiente e della biodiversità e in pieno contrasto con la Direttiva Offshore 2013/13/UE e la nuova Direttiva 2014/52/UE sulla Valutazione di impatto Ambientale, che l’Italia è obbligata a recepire.
il provvedimento approvato solleva dubbi di legittimità in relazione alle garanzie sancite dalla Costituzione in favore degli Enti locali, delle Regioni ordinarie e in particolare delle Regioni a Statuto Speciale.
Tenuto conto che
nel merito della questione delle estrazioni petrolifere e del gas numerose amministrazioni e associazioni e tanti semplici cittadini siciliani, hanno espresso la propria ferma opposizione;
i nostri territori, da diversi anni a questa parte si stanno spendendo per sostenere uno sviluppo armonico non solo con le attività agricole e della pesca, in quanto spina dorsale del tessuto produttivo locale, ma anche con altri settori più direttamente connessi al turismo sostenibile, all’artigianato tradizionale, al piccolo commercio ed alla fruizione dei beni culturali ed ambientali, di cui l’isola è ricca;
nella 25° seduta dell’Assemblea Regionale Siciliana del 6 Marzo 2013, con l’approvazione delle mozioni n. 12, 14, 21, 26, 30, 34, 21, l’intera Deputazione Regionale ha suggellato un netto “no” all’avviso di “istanza di permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi denominato Masseria Frisella” presentato dalla società Enel Longanesi, che interessava un vasto territorio della Valle del Belìce (PA, AG, TP);
la Regione Siciliana il 14 maggio 2013 ha espresso parere contrario al progetto “Offshore Ibleo”;
lo scorso 19 settembre l’AnciSicilia ed alcuni Comuni siciliani hanno aderito all’iniziativa promossa da Greenpeace, Legambiente e WWF che hanno presentato ricorso al TAR del Lazio contro il decreto 149/14, emanato dal Ministro dell’Ambiente, che sancisce la compatibilità ambientale del progetto “Off-shore Ibleo” di ENI.
Per quanto sopra esposto e in considerazione che
non è accettabile la logica di dover subire, di volta in volta, decisioni calate dall’alto, che sistematicamente si rivelano pregiudizievoli per il territorio;
tale prassi, anche contro il dettato costituzionale, emargina gli enti locali e inibisce la partecipazione dei cittadini, costituisce un’offesa per la democrazia e la sovranità dei cittadini, perché è assurdo investire un territorio di una problematica così pesante, qual è appunto l’estrazione del petrolio, senza sentire, a priori, il parere delle istituzioni locali e senza tenere conto della volontà delle persone che in questo territorio vivono e che in esso ripongono tutte le aspettative per uno sviluppo duraturo e sostenibile;
è fondamentale tutelare la salute dei cittadini così come è prioritario difendere e tutelare il territorio, l’ecosistema locale e le sue risorse naturali e paesaggistiche (terrestri e marine) -garantendo un futuro alle economie locali, e salvaguardarle anche attraverso una forte opposizione a ogni atto che comporti qualsivoglia pericolo per le persone e per il territorio
SI DELIBERA DI CHIEDERE
al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi di rivedere le norme del Decreto “Sblocca-Italia” e in particolare l’articolo 38 che hanno un impatto diretto sui territori e sul mare della nostra Regione e che estromettono i territori interessati dai processi decisionali;
alla Deputazione nazionale eletta in Sicilia un intervento per modificare, in sede di conversione in legge, le norme sopra citate;
al Commissario dello stato Carmelo Aronica di valutare, ai sensi dell’articolo 30 dello Statuto Siciliano, l’incompatibilità delle sopra citate norme con le prerogative dello Statuto siciliano;
al Governatore della Regione Siciliana Rosario Crocetta di chiedere al Governo e al Relatore del decreto legge Sblocca Italia di abrogare l’articolo 38 del D.L. n.133/2014, e, in caso di conversione in legge del decreto, di procedere all’impugnazione di detto articolo di fronte alla Corte Costituzionale, previa convocazione urgente dell’Assemblea Regionale Siciliana, per quanto di Sua competenza (ai sensi dell’articolo 30 dello Statuto Siciliano);
di dichiarare il presente atto immediatamente eseguibile ai sensi dell’ex art. 134 – comma 4, del D.L.vo 267/2000. Copia di tale deliberazione del Consiglio Comunale sarà inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, alla Deputazione nazionale eletta in Sicilia, al Commissario dello stato Carmelo Aronica e al Governatore della Regione Sicilia Rosario Crocetta per gli atti conseguenti.
Clicca qui per leggere la lettera inoltrata da Leoluca Orlando ai comuni siciliani.