Avevamo ragione a preoccuparci quando si ebbe notizia della vendita a privati dei terreni e degli immobili della ex-stazione ferroviaria di Sciacca. Oggi i nostri sospetti purtroppo stanno diventando una dura realtà: sull’area dell’ex stazione ferroviaria è previsto un mega intervento speculativo come non si vedeva a Sciacca da decenni.
E’ stato infatti pubblicato il nuovo piano regolatore di Sciacca, che per la zona della ex stazione ferroviaria prevede la realizzazione di una mega zona commerciale, con un rapporto di superficie R pari a 0,5 ed un altezza massima degli edifici pari a 11 metri. (Destinazione D1.5)
Ciò significa che metà dell’intera superficie potrà essere cementificata, con edifici molto più alti di quelli attuali.
Facendo un rapido calcolo potranno essere costruiti circa 200’000 metri cubi di edifici, pari al volume di 660 ville di 100 metri quadrati ciascuna equivalente ad un indice volumetrico superiore ai 5,5 mc/mq. ( per intenderci a Capo San marco ne sono state costruite circa 200!).
Il tutto per un volume di decine di volte superiore al volume degli edifici esistenti.
In più secondo le previsioni del nuovo piano regolatore questi nuovi edifici potranno essere destinati alla realizzazione di un nuovo centro commerciale, potendo destinare il 60% dell’intero volume a nuovi insediamenti residenziali
Siamo profondamente delusi ed indignati, per gli innumerevoli progetti pubblici che non vedranno mai la luce ( Parcheggi, stazioni autobus, piste ciclabili, musei etc), per il fatto che il Comune di Sciacca si è lasciato sfuggire ad un prezzo irrisorio, non esercitando il diritto di prelazione, un’area che con questa destinazione vale molto di più.
In particolare siamo delusi dal Sindaco di Sciacca che, rispondendo ad un nostro intervento (clicca qui) in cui chiedevamo di acquisire al patrimonio comunale l’area dell’ex-stazione esercitando il diritto di prelazione, aveva dichiarato (La Sicilia del 21 Novembre 2014) che questa era un “operazione utile alla città” e che ” non ci saranno speculazioni”.
Nell’attesa di nuove ed esaustive spiegazioni del nostro primo cittadino, vorremmo inoltre sapere se ci sono ancora i tempi per il comune di esercitare il diritto di prelazione, unica possibilità di evitare che una delle poche aree ancora libere della città venga completamente stravolta e cementificata.
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estratto Norme Tecniche di Attuazione
Art. 45 – Zona «D1.5»: Insediamenti commerciali a servizio della città e dell’area portuale misti a residenza
Comprende aree già servite da viabilità esistente e individua le parti del territorio destinate ad attrezzature commerciali a servizio della città e dell’area portuale soggette a sostanziale riconversione, con destinazione ad attività produttive, commerciali e residenziali. Vi possono inoltre essere allocati: ristoranti, bar, dancing, attrezzature per lo svago, attività complementari alle attività portuali e della nautica da diporto.
Gli interventi di nuova edificazione avverranno con singoli progetti costituenti unità funzionali coerenti con le finalità commerciali a servizio della città e dell’area portuale misti a residenza, che si attuano secondo i seguenti indici e parametri:
- rapporto di copertura per la piastra commerciale Rc = 0,50
- rapporto di copertura per la residenza Rc = 0,20 contenuta nella superficie della piastra commerciale
- altezza massima Ha = 11 ml
- numero piani massimo N = 3 esclusi i volumi destinati al commercio ed esclusi i volumi tecnici e gli impianti tecnologici
- distacchi dai confini delle pareti finestrate: ml 5
- distacchi da altri corpi di fabbrica: ml 10
- aree destinate a parcheggio il 30% della superficie fondiaria
- aree destinate a verde e viabilità interna il 30% della superficie fondiaria
- è possibile la costruzione in aderenza
- la residenza non può superare il 60% della cubatura complessiva
È fatto divieto di allocare nella Z.t.o. «D1.5» gli insediamenti produttivi inquinanti e rumorosi.