Il 31 marzo 2015, nel corso della 39^ sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale a Bonn (Germania), è stata decisa l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale del Teatro Popolare di Sciacca.
La storia del Teatro Popolare di Sciacca, noto anche come Teatro Samonà dal nome dei suoi progettisti Giuseppe e Alberto Samonà, è in corso da oltre quarant’anni, trova le sue più lontane origini nel 1973 come complemento delle previste sistemazioni dell’area termale, ma inizia ufficialmente nel 1979 con l’apertura del cantiere e ad oggi non è finita. La struttura, infatti, al suo interno è rimasta per circa due terzi nello stato grezzo di realizzazione per non far lievitare ulteriormente i costi di realizzazione che ad oggi ammontano a circa 24 milioni di euro, mentre la parte ultimata rimane ancora non fruibile al pubblico.
L’obiettivo di assimilare l’edificio alla natura intorno, sul promontorio ove sorge, rendendo minimi gli effetti dell’antropizzazione dello stesso, conservandone intatto il suo carattere, è stato brillantemente conseguito. I componenti del Comitato dell’UNESCO hanno deciso di riconoscere il Teatro Popolare Samonà di Sciacca come bene del Patrimonio dell’Umanità per la sua eccezionale importanza dal punto di vista architettonico, culturale e storico, come simbolo eterno dello spreco di denaro pubblico ed esempio perenne del fallimento di un intero periodo storico e di una determinata classe politica e socio-culturale incapace e inconcludente.
Nell’immagine sopra riportata il comunicato stampa emesso dal Comitato Italiano del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.