L’inviata del telegiornale, chitarrista, autrice e cantante, ha dedicato l’ultimo videoclip della sua band Pivirama alle vittime delle traversate della speranza.
di RAFFAELLA DAINO
Avevo appena finito di scrivere una canzone sulla guerra, ispirata dalle parole che avevo letto proprio su Repubblica: mentre gli adulti si divertono a giocare con le bombe ci sono vittime vere, persone che muoiono davvero, e sono i bambini. Mi sono ritrovata, con quelle parole ancora addosso, a testimoniare, a raccontare, da inviata di Skytg24, una lunga serie di tragedie del mare, diretta conseguenza delle guerre che insanguinano il pianeta e costringono alla fuga milioni di persone. Solo nel 2015 in tutto il mondo i profughi sono stati 60 milioni, di cui 1 milione arrivato in Europa. Una su tutte resterà impressa nella mente di ognuno. La strage di migranti eritrei avvenuta il 3 ottobre 2013 a poche centinaia di metri dalla spiaggia più bella del mondo, l’Isola dei Conigli, a Lampedusa.
Le vittime del più grave naufragio mai avvenuto vicino alle coste italiane furono 368. Ai sopravvissuti venne negato il consenso a dare l’ultimo saluto ai loro cari morti in mare, e così un giorno decisero di sfondare i cancelli del Cpa che li tratteneva, raccolsero i fiori trovati lungo il tragitto verso la costa e raggiunsero gli scogli di fronte a quel mare che aveva inghiottito fratelli e figli, per il loro funerale privato. Io ero lì quel giorno, e avevo con me la mia piccola telecamera. Tornata a casa ho cominciato a montare quelle immagini, usando le parole e la musica del pezzo War che nel frattempo era uscito nel disco Fantasy Lane, un disco che racchiude racconti di fantasia ma anche di storie crude e reali come questa.“Quando gli adulti giocano alla guerra, i bambini muoiono davvero” – recita la canzone – “Scegliete da che parte stare, da quella di chi è colpevole, o dalla parte dei bambini”. Intanto migliaia di migranti continuavano a morire in mare nella disperata ricerca di una via per la sopravvivenza. Sono almeno 8000 le vittime, ma è una stima al ribasso, da quando, dopo quel naufragio d’ottobre di due anni fa, si disse: mai più stragi in mare. Dopo mesi ho ripreso in mano questo video e ho completato il montaggio, mostrandolo al Comitato 3 ottobre, associazione che riunisce i sopravvissuti al naufragio e che lotta per l’apertura di corridoi umanitari per fermare le stragi di migranti, con lo slogan “Proteggere le persone e non i confini”. Mi hanno chiesto poterlo utilizzare per le loro campagne di sensibilizzazione. E cosi mi sono detta: questo video forse servirà a qualcosa. Almeno a far riflettere.
Fonte: palermo.repubblica.it