A chi con molta enfasi e troppo ottimisticamente aveva preannunciato che dall’ASI di Agrigento sarebbe partita la battaglia per l’acqua pubblica contro le decisioni del Governo Renzi, almeno per il momento dovrà ricredersi.
Ieri, presso la sede dell’ATI di Agrigento si sono riuniti quarantuno dei quarantatré sindaci del consorzio di Agrigento per eleggere il Presidente, il vice e il Consiglio di Amministrazione. Incredibile a dirsi ma la votazione si è risolta con un nulla di fatto considerato che il consiglio si è diviso esattamente in due e un astenuto, che se solo avesse dato la sua preferenza oggi avremmo il Presidente e un un’Assemblea spaccata e divisa.
Chiaro che in questa semplificazione c’è tanto di più e il dibattito ne ha svelato le ragioni.
Lungi da noi di Inter.Co.Pa di entrare nelle questioni politiche che hanno contribuito al non risultato, per quanto sono state pure determinanti, è risultato evidente che le due anime, chi non ha consegnato le acque al gestore e chi dipende dal gestore privato, perseguono interessi contrapposti e non si fidano l’una dell’altra nel determinare le priorità da cui fare partire l’azione dell’ATI.
Dai quarantatré Sindaci che fino ad oggi sono stati determinanti nel creare giurisprudenza e che tanto hanno contribuito insieme ai comitati cittadini alla stesura della legge 19/2015, era doveroso aspettarsi che sapessero fare sintesi delle priorità da affrontare, degli interessi da tutelare e quelli da aggredire al fine di ridurre le tariffe in primis e in un secondo momento uniformare e unificare il sistema di gestione dell’intero consorzio ATI.
La speranza del comitato Inter.Co.PA è che al prossimo appuntamento i quarantatré Sindaci sappiano trovare la sintesi dei diversi interessi da tutelare piuttosto che utilizzare questi giorni a sgranocchiare un voto di qua o di la per fare pendere la bilancia da una parte piuttosto che dall’altra.
Inter.Co.PA
Il Coordinatore
Franco Zammuto