Un gran casino! Come definire in altro modo la mancata nomina del componente della commissione tecnica ai sensi dell’art. 12 della Legge Regionale 19/2015, da parte dell’ATO in liquidazione di Agrigento?
Già alcuni giorni fa Inter.Co.PA, è intervenuta sul tema per sollevare dubbi e perplessità circa la competenza dell’Ambito Territoriale Ottimale (ATO), in liquidazione, di procedere alla nomina del componente del comitato tecnico per due ragioni: dal giugno 2016 si è costituita l’Assemblea Territoriale Idrica (ATI) a cui è affidata la competenza del S.I.I. Quindi si ritiene che la competenza spettasse ad essa; in secondo luogo il comma 3 dell’art. 12, L.R. 19/2015, espressamente prevede che siano i comitati stessi a decidere la nomina del componente della Commissione Tecnica e da nessuna parte era scritto che l’ATI se ne assumesse l’onere, tantomeno attraverso un bando. Abbiamo anche contestato la decisione di procedere ad un sorteggio che non fa giustizia di chi fino ad oggi ha mostrato e dimostrato di essere sul tema e sul campo.
Ma per rendere ancora più incasinato il “casino”, il Commissario liquidatore, in sede di sorteggio, il 24/02/2017, decide di non procedere perché i comitati non hanno presentato gli statuti. Ma stiamo scherzando? I comitati sono soggetti giuridici che non hanno alcun obbligo di adempiere ad atti formali e sono riconosciuti dal Codice Civile dall’art. 39 che ne disciplina la natura. Invero, i soggetti agiscono insieme per un fine, uno scopo (nel nostro caso leggi acqua) ma di natura altruistica o di tutela di interessi dei cittadini. Una volta raggiunto lo scopo, il comitato potrebbe non avere alcuna ragione di esistere e cessare la propria esistenza giuridica, o trasformarsi in fondazione (naturalmente mediante acquisto della personalità giuridica).
Non c’è dubbio che da qualunque punto si parte per valutare la L.R. 19/2015 dubbi, perplessità e incoerenze se ne trovano dappertutto. A parte il rischio di essere giudicata incostituzionale in alcune sue parti fondamentali per via dell’impugnativa del Governo di Roma. Ma Noi di Inter.Co.PA abbiamo il sospetto che i dubbi, le perplessità e le incoerenze contenute nella legge regionale siano utilizzate ad arte da chi vuole che la situazione si incasini per far ricadere la responsabilità a quella che, inopportunamente e impropriamente, viene definita “burocrazia”, che nelle mani lucide e sapienti di chi la sa usare si trasforma in un “burocratismo” che ripara e protegge da responsabilità e garantisce impunità.
Tutto questo senza tenere minimamente conto che dietro tutto questo esistono cittadini vessati per le inefficienze e frodati per i costi assolutamente incoerenti rispetto ai servizi resi.
E’ di pochissimi giorni addietro un accorato intervento di Papa Francesco, tra i più autorevoli capi spirituali del globo, che ha definito l’acqua il bene più prezioso in natura che deve essere garantito agli uomini. E, anche se viene taciuto da tutti, è assolutamente da tenere in forte considerazione la risoluzione del Parlamento Europeo che nell’agosto del 2015, su sollecitazione di Iniziativa Cittadini Italiani (ICI), ha adottato una risoluzione che fondamentalmente dichiara fallita la gestione dell’acqua affidata ai privati in tutto il mondo e invita gli Stati Europei ad avviare gestioni pubbliche o partecipate con capitale a maggioranza pubblica.
Per concludere sulla nomina del componente del Comitato Tecnico ai sensi dell’art. 12, della L.R. 19/2015, il comitato Inter.Co.PA presenterà il proprio statuto che ha votato in assemblea nel maggio 2015 e, nonostante tutto, si presterà a questa ignobile comica ma nello stesso tempo auspica che qualcuno cominci ad occuparsi del problema dell’acqua e della sua gestione perché questa situazione non è più sostenibile e Inter.Co.PA non è più disposta ad accettare “burocratismi”.
Il Coordinatore
Franco Zammuto