La tariffa idrica nella nostra Provincia AUMENTERA’ considerevolmente nel 2018 e nel 2019, ma non per tutti!
E’ questo che si evince dalla delibera n. 33 dell’Assemblea dell’ATI Idrico AG9 del 14/07/2017 che viene spacciata per una “vittoria” per un presunto abbassamento del costo dell’acqua e quindi della bolletta.
Nella stessa delibera viene approvato un nuovo ADDENDUM della Convenzione che ci lascia molto perplessi, anche in funzione di quanto hanno affermato i sindaci nelle ultime consultazioni amministrative, ma di questo ci occuperemo successivamente.
Ritornando al “ribasso”, bisogna dire che la valutazione trae origine da un annuncio in pompa magna che le tariffe sarebbero state abbassate riducendo il moltiplicatore tariffario dello 0,025 ma a due condizioni:
- che sia approvata dall’AEEGSI (e questo non è scontato);
- con validità solo per l’anno in corso.
Nella stessa delibera è infatti messo nero su bianco che nel 2018 e nel 2019 gli aumenti tariffari saranno molto più consistenti del “ribasso” approvato. Nel 2018, infatti, il moltiplicatore tariffario aumenterà dello 0,026 rispetto all’attuale e nel 2019 dello 0,090.
Quindi calma con le esultanze e i brindisi di tripudio perché la sensazione è che ancora una volta siano i Cittadini che pagheranno il conto dell’acqua in maniera molto salata, in barba alle inchieste in atto per truffa, delle segnalazioni comprovate di anomalie tariffarie, di assunzioni e costi tariffari sospetti e di tanto altro ancora a carico del gestore idrico.
Un particolare importane è che questi aumenti non saranno applicati ai Comuni “ribelli”, ovvero: Alessandria della Rocca, Aragona, Bivona, Burgio, Camastra, Cammarata, Cianciana, Joppolo Giancaxio, Lampedusa e Linosa, Menfi, Palma di Montechiaro, San Biagio Platani, Santa Elisabetta, Santa Margherita di Belice, Sant’Angelo Muxaro, Santo Stefano di Quisquina.
Qui rientriamo nel famoso è ormai consolidato conflitto pirandelliano in cui si fa tutto ed il suo contrario, al punto tale che lo stesso organismo di controllo (ATI) è presieduto da uno dei Comuni “ribelli”, Menfi, che NON rientra tra quelli che subiranno aumenti.
Come ha fatto ben rilevare il giornalista Gioacchino Schicchi nel suo articolo pubblicato su La Sicilia, in cui si pone la domanda, da Noi condivisa, inserita scritta sempre nella delibera:
Se le gestioni in economia dei Comuni “ribelli” si ritiene non ABBIANO TITOLO GIURIDICO AD ESERCIRE IL sistema idrico integrato CONFORME ALLA NORMATIVA VIGENTE, a che titolo lo GESTISCONO? (leggi: proposta 26 Consiglio direttivo)
Sarebbe opportuno che la nostra sindaca Francesca Valenti, presente alla riunione dell’ATI, ci fornisse dei chiarimenti al riguardo, per farci capire meglio questa “contraddizione”, non solo in termini, sulla futura regolamentazione tariffaria del servizio idrico integrato.