COMUNICATO STAMPA
A chi oggi si vanta di essere stato punto di riferimento per tutta la Sicilia nella battaglia per l’acqua pubblica contro la privatizzazione del servizio idrico, e orgogliosamente sostiene l’azione dei 16 non consegnatari delle reti idriche al gestore Girgenti Acque nonostante le intimazioni di consegna, si potrebbe rispondere che tale azione sarebbe stata più pregnante e di esempio se la loro azione avesse consentito ai 27 comuni non consegnatari di ottenere lo stesso risultato. Purtroppo così non è stato.
Se un referendum comunale risolvesse il problema sulla scelta pubblica/privata, credo che i cittadini dei ventisette comuni consegnatari darebbero il 100% dei voti per l’acqua pubblica, superando il risultato ottenuto da Bivona.
Oggi non esiste la possibilità di uscire dall’ATI perché così è disposto dalle leggi, che qui non cito perché oramai tutti le conoscono e sono stanchi di sentirle ripetere.
Oltretutto la via di uscita esiste ed è semplice: i comuni come Bivona che vogliono gestire l’acqua e le reti in proprio, e con esso solo pochissimi altri, non certamente i sedici “ribelli”, presentino l’istanza all’ATI e così, una volta esaminati gli atti e verificati i requisiti, potranno ottenere quanto è di loro spettanza senza ricorrere alla “ribellione”.
Per tutti gli altri la via d’uscita è segnata. Stare tutti uniti e realizzare “l’azienda speciale consortile”.
Franco Zammuto