C’è chi s’è accorto dell’anomalia, denunciata da L’ALTRASCIACCA, relativa alla mancata riscossione di ben 5 milioni di euro che il Comune di Sciacca vanta nei confronti dell’EAS e che rischiamo seriamente di non riscuotere.
E’ l’autorevole quotidiano economico-finanziario MILANO FINANZA Sicilia, che nell’edizione di oggi, 9 Luglio 2008, pubblica un ampio articolo sull’argomento, i cui contenuti vi proponiamo integralmente:
IL COMUNE ANCORA IN ATTESA DEI PAGAMENTI DELL’EAS
A SCIACCA E’ CRISI IDRICA, BUCO NELL’ACQUA DA 5 MLN
Acque agitate per l’Ato idrico di Agrigento. Problemi nell’erogazione del servizio, rotture di numerose tubature e perdite diffuse. Una situazione insostenibile, che fa parlare di nuovo di emergenza idrica e che si acuisce di fronte alle alte temperature di questi giorni e ai vacanzieri pronti a sbarcare nell’Agrigentino tra la fine di luglio e il Ferragosto.
Dal canto suo, la Girgenti acque, il raggruppamento di imprese che si occupa della gestione del servizio nei comuni della provincia, si giustifica e punta il dito contro “la mancata piovosità di quest’anno” e contro “fornitori all’ingrosso che non hanno garantito l’erogazione minima di acqua”. E promette: “Stiamo ottimizzando le risorse, mettendo a punto un piano di emergenza e riorganizzando i turni, che, entro breve tempo saranno ridotti”. Intanto, però, i cittadini restano all’asciutto e il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, preso di mira per i disservizi, si difende e, allo stesso tempo, se ne lava le mani: “dalla Girgenti acque ci devono dire una volta per tutte se sono in grado di gestire il servizio o se ci sono altre ragioni”, ha dichiarato nei giorni scorsi.
A volerci vedere chiaro è anche il primo cittadino di Sciacca, Mario Turturici, che venerdì 11 incontrerà i vertici della società d’ambito Girgenti acque. “Con l’arrivo dei turisti”, dice il sindaco a MF Sicilia, “la popolazione improvvisamente si triplicherà e Sciacca non può farsi trovare senz’acqua”. Sul tavolo della conferenza di servizi ci saranno le soluzioni per risolvere i guasti della rete e per assicurare l’efficienza dell’erogazione. Non solo. “Dovremo affrontare anche la questione del personale”, dichiara Turturici. Che aggiunge: “C’è bisogno di intensificare l’organico. I dipendenti dell’Eas (l’Ente acquedotti siciliani, che prima si occupava del servizio nell’Agrigentino, ndr) non bastano più e Girgenti acque dovrà affiancare nuovi lavoratori”.
Rimane ancora in sospeso, poi, il credito che il comune di Sciacca vanta nei confronti dell’Eas, oggi in liquidazione. La vicenda risale alla fine degli anni 90, quando l’amministrazione comunale ha preso in mano la situazione idrica facendo gli interventi sulla rete. Un’operazione costata all’Ente acquedotti siciliani diversi miliardi di vecchie lire, che dovranno essere restituiti al comune fino all’ultimo centesimo. Almeno secondo la transazione firmata dal commissario liquidatore dell’Eas, Marcello Massinelli. Buona parte della somma è stata già restituita, ma all’appello mancano ancora 5 milioni di euro. “Abbiamo sollecitato il pagamento delle rate”, assicura il sindaco di Sciacca. “Dall’Eas”, continua, “ci hanno assicurato che stanno provvedendo”. Le somme, comunque, sono già state messe in bilancio come residui attivi. Tradotto, vuol dire che non appena il comune ne entrerà in possesso, saprà già come spenderle. Ma c’è chi teme che questo giorno non sia molto vicino, dal momento che l’Eas non naviga certo nell’oro. Il momento, infatti, è delicato. L’ente è in liquidazione e l’avvicendamento con la Girgenti acque potrebbe accelerare i tempi.
“E’ inaccettabile che, in presenza di inaccettabili disservizi e di accordi siglati e ancora non rispettati (la transazione, ndr), l’Eas continui a disattendere gli obblighi assunti anni fa”, si leggeva in un volantino distribuito nei giorni scorsi, a Sciacca, dall’associazione L’Altra Sciacca. Non solo. “L’Eas non restituisce i soldi e addirittura ne chiede anche altri attraverso le bollette che continuano ad arrivare ai cittadini”. A tutto questo si aggiungono i problemi legati al passaggio di gestione dal pubblico al privato. Passaggio che, stando ai fatti e ai problemi del servizio, non sembra per niente indolore.